Non ho una casa a cui tornare

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Zack P. O. V.

Camminavo sotto la pioggia, le gocce d'acqua che cadevano dalle nuvole mi bagnavano i vestiti ormai sudici. La mia maglietta grigia era sporca di sangue e l'acqua l'aveva solamente sparso di più. I miei passi erano lenti e forzati, ero stanco di camminare. Tenevo il mio coltello in una mano e nell'altra stringevo il pugno. Passo dopo passo rallentavo sempre di più. Le mie gambe non avrebbero resistito ancora per molto.

Ripensai alla frana e alle ultime parole dell mia amica...Nora era ancora incatenata nelle mie memorie. Era difficile dimenticarla. Ma il tempo guarisce ogni ferita. presto o tardi lei sarebbe diventata solo un frammento di memoria sepolto in fondo al mio cervello.

Alzai il mio sguardo osservando il panorama. Ero finalmente uscito dal bosco e davanti a me si trovava una strada. Era inutile fermarsi a quel punto. Se c'era una strada allora doveva esserci anche una casa nelle vicinanze...o almeno un posto dove potevo passare la notte.

Mi fermai un secondo per riprendere fiato. Subito dopo ricominciai a camminare seguendo la strada.

Andavo avanti senza una meta. Una macchina mi passò vicino ma invece di fermarsi mi spruzzò solamente acqua sporca in faccia. Mi fermai per pulirmi il viso. Vidi l'auto fermarsi a pochi metri da me. Fuori da essa uscì una signora. Era una donna di giovane età, indossava un vestito lungo arancione con una cinta. I suoi capelli erano castani scuro e i suoi occhi marroni.

???: Scusa! stai bene?

Mi chiese gentilmente. Mi avvicinai a lei senza preoccuparmi delle mie condizioni attuali. Quando la ragazza vide lo stato in cui ero ridotto si spaventò a morte. Cominciò a balbettare dalla paura.

???: Dovresti...tor-tornare in fr-fretta a c-casa...

Disse indietreggiando. Si abbasso appogiandosi allo sportello della sua auto mentre tremava terrorizzata.

Zack: Non ho una casa a cui tornare...

Le dissi. Vedendo il suo sguardo terrificato mi tornò in mente il film. Non ci pensai due volte, alzai il mio coltello conficcandolo nel torace della donna. Ella emise un urlo straziato e poi morì. Sul suo viso rimase quell'espressione di panico. Feci rotolare via il suo corpo e poi entrai nella sua auto. Non era un posto molto accogliente ma per una notte andava più che bene. Era caldo e asciutto. Abbassai il sedile davanti e mi accovacciai sopra di esso mentre prendevo sonno.

 Abbassai il sedile davanti e mi accovacciai sopra di esso mentre prendevo sonno

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