Zack P. O. V.
Mi avvolsi nel giaccone del vecchio e mi addormentai. Dormii tranquillo fino all'arrivo della mattina, quando udii dei passi arrivare. Aprii leggermente gli occhi e vidi l'anziano signore chiudere la porta di casa. Non lo seguii. Rimasi seduto sul divano ad aspettare che tornasse...ma facendo ciò rimasi tutta la giornata bloccato in casa. Giravo attorno provando a bruciare il tempo. Le ore passavano e alla fine calò la notte. Sull'orologio c'era scritto qualcosa ma non capivo, fatto sta che quel tipo non si era ancora presentato.
Mi sedetti sul divano con le mani poggiate sulle gambe e lo sguardo rivolto verso il pavimento.
Zack: Dov'è andato?
Mi chiesi ad alta voce. Notai che sul tavolo in legno era appoggiato un foglietto con su scritto qualcosa. Andai a controllare ma ovviamente i segni su quel foglio non avevano alcun senso per me.
Zack: Non so leggere, idiota.
Dissi lanciando nuovamente il foglietto.
Il mio stomaco cominciò a brontolare così presi i piccoli pezzi di pane rimasti nella cassa. Bevvi anche qualche sorso d'acqua dalla brocca. Passò altro tempo ma niente.
Zack: Quel vecchio ci sta mettendo troppo...
Mi dissi mordendo l'ultimo pezzo di pane. Ero stanco di aspettare e mi stavo innervosendo. Presi a calci e pugni tutto ciò che avevo intorno. La sensazione che avevo provato la notte scorsa era tornata più forte. Calpestai la cassa in legno e buttai a terra il tavolo mentre emettevo versi acuti pieni di rabbia. Allora vidi una lama tagliente sotto di me. Era un coltello a vista ben affilato e nuovo di zecca.
Lo guardai sorpreso per poi raccoglierlo e osservarlo un attimo. Era una nuova arma da poter usare. Felice di aver trovato qualcosa mi decisi a uscire per cercare qualcuno da uccidere. Aprii la porta della casa dandole un forte calcio e uscii.
Zack: Se ti trovo maledetto bastardo ti accoltello con questo...
Mi riferivo al vecchio, mi aveva proprio fatto arrabbiare e adesso mi era venuta voglia di farlo a pezzi. Attraversai il bosco per andare alla cittadella dov'ero stato quando alcune voci provenienti da un'altra direzione attirarono la mia attenzione.Le voci che si udivano dicevano in sussurri "che tragedia" "com'è possibile?" "pover'uomo." Cambiai direzione seguendo quei suoni e arrivai in riva a un fiume. Vidi che c'era un gruppo di persone a osservare dei poliziotti mentre tiravano qualcosa fuori dall'acqua. Un corpo venne trascinato sull'erba coperto da un velo bianco. Lo riconobbi subito, era l'uomo che mi aveva ospitato. Sembrava che fosse morto annegato. Ero un po' triste a vederlo in quello stato. Avrei preferito che fosse morto per mano mia e non per un incidente. Altre due voci oltre una collinetta stavano parlando proprio di quell'uomo. Due tipi, un uomo e una donna erano seduti accanto a un fuoco mentre giocherellavano con il bastone del vecchio uomo defunto.
???: Ecco cosa aveva il vecchio...
Disse l'uomo mostrando un portafoglio in pelle passandolo alla donna. Ella lo aprì e tirò fuori solo pochi centesimi. Ridacchiò maliziosamente e disse.
???: Solo pochi spicci...
Disse con un sorriso. L'uomo rimise in tasca quel portafoglio vuoto e continuò a parlare.
???: Cavolo, l'abbiamo ucciso per niente.
Erano stati quegli stronzi a uccidere il vecchio...strinsi il coltello rabbioso. I loro sguardi così felici mi rendevano furioso. Camminai senza paura presentandomi davanti a loro. Essi si accorsero di avermi davanti e smisero di ridere. L'uomo si alzò e mi puntò il bastone.
???: Che hai da guardare eh?!
Mi disse in tono minaccioso. Non mi mossi e continuai a fissarlo.
Zack: Sembrate molto felici...
Iniziai freddamente. La donna si alzò guardandomi sgustata ma non cambiai espressione.
Zack: Proprio perché esistono persone felici come voi che ci sono anche i mostri.
Conclusi in modo inquietante, volevo che quei due crepassero per mano mia e avrei realizzato ciò che desideravo a qualunque costo.
???: Ma che cavolo? Sei un moccioso inquietante sai?
Mi provocò la donna sempre disgustata. Non attendendo alcun attimo mostrai a entrambi la mia nuova arma. L'uomo si spaventò a vedermi con quella lama e cadde a terra. Lo attaccai affondando il coltello nella sua pancia. Lui morì subito senza neanche urlare. Intantop anche la donna si era spaventata a vedermi uccidere il suo compagno.
Estrassi il coltello dal corpo e mi lanciai sulla seconda vittima accoltellandola più volte. In quel momento ricordai le parole che mi aveva detto l'anziano quando aveva saputi che avevo ucciso "E cosa farai adesso?"
In quel momento realizzai lo scopo della mia esistenza. Volevo uccidere tutti quelli che sorridevano felici come imbecilli, farli precipitare nella disperazione e lasciare sui loro cadaveri un'espressione di terrore. Come quella che era rimasta sulla donna.
Zack: Esatto...sono un mostro...
Urlai continuando ad affondare il coltello non soddisfatto. Mi credevo un mostro perché gli altri mi dicevano che lo ero, ma adesso ho capito perché lo sono. Nessuno vorrebbe mai fare ciò che io amo, uccidere solo per divertimento.
Risi guardando l'espressione della donna morta. Voltai il capo e vidi il bastone che era del vecchio.
Zack: Perché ti sei fatto uccidere?
Parlai alzandomi da terra. Volevo ucciderlo io quel bastardo che mi aveva fatto aspettare così a lungo senza sapere il motivo.
Ripresi a camminare senz sapere la mia prossima meta, tanto non aveva importanza per me. Volevo solo uccidere.
Al prossimo capitolo.
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Isaac Foster
FanfictionIn molti si chiedono quale sia la storia di Zack, quindi ho voluto creare questo libro per levare alcuni dubbi. Cos'altro posso dire...buona lettura.