Adolescenza

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Quando avevo quattordici anni ho deciso di fuggire di casa.

Era stata una decisione drastica per me, certo. Dopotutto, chi l'avrebbe mai fatto di lasciare tutti i comfort di una vita in casa dei genitori? Con mio padre che lavorava in un'impresa (di cui ora mi sfugge il nome) e portava molti soldi a casa, e mia madre che mi voleva un bene dell'anima.

Ma sì, alla fine ero scappata di casa. Perché volete sapere? Non è molto bello da raccontare...

Era il giorno del mio compleanno e mio padre aveva avuto uno dei suoi soliti scatti d'ira. Eravamo soli in casa e mio padre aveva iniziato a dare di matto più del solito. Adesso, ripensandoci, credo che se mancava spesso da casa era perché andava a bere da qualche parte, è l'unica spiegazione plausibile che posso dare ora.

Ricordo ancora le sue parole: "Tu non saresti mai dovuta nascere, tu sei un errore."

Io e papà quel giorno litigammo, mia madre continuava a piangere seduta al tavolo della cucina... è stato orribile...

La sera stessa lasciai casa mia, non sapevo ancora dove andare ma la fortuna decise di assistermi quel giorno.

Incontrai Magi; Magi era una vecchia amica di mia madre che lavorava nella comunità vicino a casa nostra, faceva volontariato ed era una brava persona.

Tuttora non so dire che ci facesse nel bosco dietro casa quella notte, e come fece a capire che mi trovavo lì, ma le sono grata per molte cose.

Magi mi accompagnò nella sua casa e lì scoprii che non ero stata l'unica a decidere di fuggire dai propri genitori; diversi ragazzi e ragazze della mia età si trovavano lì e Magi si era ripromessa di prendersi cura di ciascuno di noi, come una brava mamma ma molto più permissiva. Ci nascose per diversi mesi, ci impedì di andare a scuola (e in effetti non fu tanto male come cosa), ci diede una nuova vita e una nuova famiglia.

Ma i sogni purtroppo non durano in eterno e prima o poi ci si deve svegliare.

L'impresa per la quale lavorava mio padre decise di costruire una nuova strada che passava proprio nel bosco dove vivevamo, saremmo stati scoperti presto! Fu una settimana terribile... Ricordo solo che correvamo, correvamo senza una meta vera e propria. Molti di noi si erano persi di vista, Magi era sparita e io mi ero ritrovata da sola con altri tre ragazzi.

Eravamo arrivati alla fine del bosco, oltre quel punto ci aspettava solo l'ignoto. Un'enorme, immensa città industriale che non avevo mai visto si ergeva davanti ai nostri occhi. Per me era qualcosa di insolito e misterioso, dato che non ero mai uscita dalla mia città.

Ora l'impresa più difficile sarebbe stata trovare una nuova dimora... e la intravidi subito.

Si trattava di una casa abbandonata sopra l'unica collina ancora verde in una zona periferica.

I miei amici si rifiutarono di proseguire, i loro genitori avevano sempre raccomandato loro di non avvicinarsi a quel posto, era sede di demoni, fantasmi, creature che avevano un potere incontrollabile!

Come sentii queste parole scoppiai a ridere. Tutto ciò che mi aveva sempre terrorizzato in vita mia era la rabbia incontrollabile di mio padre o, in generale, i pericoli razionali. Non avevo mai creduto a questo genere di cose e, francamente, era l'ultimo dei miei problemi. La priorità ora era trovare un rifugio, stare insieme e aspettare di essere trovati da qualcuno... magari Magi... avremmo potuto ricreare la nostra famiglia...

Arrivammo nella collina e rimanemmo fermi alla staccionata lì davanti, indecisi se entrare o meno, o meglio... i miei amici erano indecisi. Cosa c'era di pauroso in una casa abbandonata?

"Coraggio ragazzi," iniziai a dire "sarà l'inizio di una nuova avventura!"

Ma loro continuavano a guardarsi tra di loro indecisi. Solo allora mi ricordai di avere in tasca la vecchia macchina fotografica di mio padre. L'avevo presa prima di lasciare la casa dei miei, forse perché non avevo mai avuto foto tutte mie, forse perché volevo dei ricordi di quell'avventura. Così scattai una foto alla casa, sarebbe stata la copertina del nuovo album che avrei fatto una volta tornata Magi.

Quanto sono stata stupida a non dare ascolto ai miei amici quel giorno...

Non ricordo molto... è stato tutto così... improvviso...

So che può sembrare strano ma... ricordo che si era fatto buio...così, all'improvviso... E faceva freddo... Una nebbia strana aveva iniziato ad avvicinarsi, sembrava provenisse dalla casa stessa!

E, ad un certo punto, guardai i volti dei miei amici... restando inorridita...

Quella strana nebbia li aveva cambiati, forse aveva cambiato anche me, ma quello fu davvero l'ultimo dei miei pensieri... Uno di loro aveva la testa girata al contrario, un altro aveva il volto completamente deformato, come se la pelle della sua fronte stesse cadendo sopra i suoi occhi, e l'altro si era ritrovato all'improvviso scuoiato vivo! Oddio, ricordo ancora le sue urla... i suoi denti bianchi privi di labbra... i suoi occhi enormi privi di palpebre... i suoi vestiti completamente macchiati di sangue... c'era davvero moltissimo sangue...

E all'improvviso... un urlo...

Non era stato nessuno di noi ad urlare, l'urlo proveniva dalla casa, quasi fosse la casa stessa ad urlare.

Il terreno sotto i nostri piedi cominciò a tremare e la nebbia divenne più fitta, sempre più fitta, tentando di avvolgerci e rapirci.

Cominciammo a correre, fuggire da quel luogo maledetto. Non controllavamo più i nostri movimenti ormai, l'importante era fuggire, fuggire e basta!

Oltre ai nostri passi cominciammo a sentirne degli altri, più pesanti, sempre più vicini.

Mentre correvo mi rendevo conto che i miei amici non erano più dietro di me, qualcosa li aveva presi... qualcosa di umido... e bagnato... che puzzava di sangue... qualcosa che alla fine aveva preso anche me...

Non so dire di preciso cosa era accaduto in quell'istante, sta di fatto che mi ero risvegliata in un luogo totalmente diverso, ed ero strasicura di trovarmi dentro la casa. Come? Non ne ho idea...

Ero in un nuovo ambiente, con il pavimento completamente sporco, pareti umide e maleodoranti, davanti a me una discesa e oltre ancora uno specchio con diversi aloni.

Guardare in quello specchio mi fece raggelare il sangue perché solo allora mi accorsi che accanto a me c'era il cadavere del mio amico scuoiato vivo che mi fissava, con una mano poggiata sulla mia spalla.

Ora la priorità non era più trovare una nuova dimora, ma fuggire. Non sapevo dove, non sapevo quando... o forse... non lo so ancora...

Ecco perché scrivo questa lettera con i pochi materiali che ho trovato in questa casa. Tuttora continuo a girare per stanze sempre più strane e a trovare i cadaveri dei miei amici... non solo loro, ma anche di tutti gli altri ragazzi che si trovavano con me nel bosco.

Cosa diamine sta succedendo qui? E' tutto così irreale, è impossibile!

Vi prego... venitemi a cercare... non ce la faccio più... sto impazzendo qui dentro...

Mamma... papà... perdonatemi...

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