Capitolo 7 - La ragazza drago

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Una volta superato il passaggio all'interno del libro, Steiyn ed Eveline si ritrovarono nel castello. 

Il volume riassunse le sue dimensioni originali quando si richiuse, cadendo sul pavimento di mattoni squadrati. La strega lo raccolse, quindi lo fece sparire in una nuvola di fumo, come se avesse voluto metterlo da parte in uno zaino invisibile. 

I due ragazzi erano riapparsi in uno stretto corridoio, fiancheggiato sulla destra da delle piccole finestre ad arco: la luna spaccata a metà, all'esterno delle mura della fortezza, faceva da unica fonte di luce, inondando il tutto di un pallore tremolante. Tuttavia, lo spettacolo davanti ai loro occhi si rivelò tutt'altro che piacevole.

Il corridoio, infatti, era completamente ingombrato da decine e decine di cadaveri di Animy. Il sangue dei mostri strisciava tra le larghe fughe del pavimento, mischiandosi con la polvere del luogo. 

Steiyn si fece sfuggire una smorfia di disgusto a quell'odore metallico, non se l'era aspettato: «Ma cosa...?»
«In questo castello ci sono più mostri di quel che avrei immaginato» fece Eveline, scostandone uno col piede, per passare.
«Beh, a quanto pare qualcuno ci ha preceduti» intuì il ragazzino, facendosi improvvisamente sospettoso. 

La strega pensò a Hiroshi. Era stato lui, le aveva sgombrato la strada, come faceva sempre, glielo aveva anche detto al telefono.

Alla fine del corridoio, dall'uscio semiaperto di una porta di legno, s'intravedeva, invece, una luce diversa, più calda e vibrante. I due non esitarono a raggiungerla. 

Si ritrovarono in una stanzetta piccola e quadrata, senza finestre. Un'unica fiaccola accesa illuminava debolmente le pareti: quest'ultime parevano aver subìto i danni di un incendio, poiché erano totalmente annerite. Inoltre, su di esse c'erano i segni di gigantesche unghiate, che le trapassavano da lato a lato, arrivando fin sul soffitto. 

Eveline si strinse nelle spalle, deglutendo: «Spero che la cosa che ha fatto questo non si trovi dentro il nostro prossimo Timely Door.»

Il portale era proprio davanti a loro, occupava un angolo della piccola stanza, con la sua forma a semicerchio: non era sospeso a mezz'aria come il precedente, ma se ne stava appoggiato al muro, così, come se fosse stato buttato lì a caso, senza l...

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Il portale era proprio davanti a loro, occupava un angolo della piccola stanza, con la sua forma a semicerchio: non era sospeso a mezz'aria come il precedente, ma se ne stava appoggiato al muro, così, come se fosse stato buttato lì a caso, senza la minima cura. 

Eveline scostò col pollice lo spesso strato di fuliggine sulla parte superiore del contorno dell'oggetto, rivelando una scritta.

«Caldhera» lesse Steiyn, dubbioso.

La strega si pulì le dita sul retro del jeans. Quindi, si tolse la piccola chiave dal collo e la punta di quest'ultima cambiò per lei, fin quando non raggiunse la forma corretta. La ragazza la infilò nello spazio vuoto che il contorno del Timely lasciava al suo centro e questo bastò. Ne uscì una calda folata e la fiaccola che illuminava la stanza si spense.

Dal centro del portale iniziò a fuoriuscire del vapore bollente. Eveline porse una mano allo Skreenight, che era rimasto dietro di lei: «Andiamo» l'incitò.
Lui non esitò ad afferrarle il palmo. Si portò un braccio davanti agli occhi quando la temperatura divenne insopportabile, chiudendoli e lasciandosi guidare dalla strega.

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