Capitolo 1 - Il castello sospeso sul mare

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Il Midnight.

Si raccontava che fosse l'unico castello fantasma al mondo e che per questo galleggiasse a metà tra nubi e firmamento, circumnavigando il cielo.
Sotto le sue torri bianchissime, il mare.

Appariva nei pressi del porto di Hakodate, nella prefettura di Hokkaido, in Giappone.
Molte persone affermarono di averlo intravisto nella notte, proprio lì, sospeso sull'acqua, verso la mezzanotte. Accadeva anche che delle piccole imbarcazioni se lo vedessero spuntare fuori dalle onde all'improvviso, e di tanto in tanto alcune di queste andassero distrutte.

Si diceva che fosse abitato da un potente mago alchimista.
Tantissime leggende furono narrate sul suo conto dagli abitanti del luogo, e la gente finì col chiamarlo Jack Settevite, poiché si credeva che costui si trovasse lì da diverse generazioni e che quindi avesse vissuto più di una vita, come i gatti. 

Si credevano tante altre cose, in realtà, come che tra quelle mura si nascondessero tesori di immenso valore. Tanti giurarono di aver varcato più volte i cancelli del castello, chi alla ricerca di oro e ricchezze, chi per semplice curiosità, e di aver visto con i propri occhi mostri neri come gli incubi nascosti in ogni sala, messi lì come guardiani degli oggetti preziosi e delle meraviglie custodite dall'alchimista. 

Altri, invece, entrarono per davvero.
Molti meno in realtà, loro non fecero mai ritorno.

Che siano stati inghiottiti dalle onde, precipitando da qualche torre, o che siano stati divorati dai mostri in questione, tuttavia, nessuno riesce ancora a spiegarlo con certezza assoluta.

Perché è così che nascono le leggende, miei cari ascoltatori

Ognuno racconta la sua versione della storia, qualcun altro racconta una versione simile e altri raccontano altro, e tutto si mescola, e chi ascolta crede a qualsiasi cosa. 

Fortuna che non tutto quel che viene raccontato, infine, è falso.
Vogliate prestarmi la vostra pazienza e la vostra attenzione.

  Vogliate prestarmi la vostra pazienza e la vostra attenzione

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Eveline non avrebbe mai voluto essere una strega. 

Era sempre stata fin troppo elegante per rientrare nei canoni della normalità, il potere magico che batteva dentro il suo petto era così denso che alla fine aveva avuto il sopravvento anche sul suo corpo, modellandolo nella sua miglior forma possibile e donandole una bellezza di porcellana. 

Per non parlare di quel sigillo a forma di Yang, che le ricopriva quasi completamente la guancia sinistra, motivo per la quale i suoi coetanei preferivano guardarla da lontano. 

Se ne stava costantemente per fatti suoi, con sempre un libro diverso tra le mani, isolata perfino dalle ragazzine della sua stessa razza. 

Poi, quando anche la Black Nocturne fu chiusa, di lei nessuno parve più ricordarsi. 

Tuttavia, Eveline un amico ce l'aveva.
Era lui che le diceva dove recarsi, a cercare tesori, avendo la capacità di intrufolarsi in qualunque posto meglio di chiunque altro, senza farsi vedere né sentire. 

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