2. L'avrei smontato come un mobile dell'IKEA

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«Guarda che bella quella maglietta!» dico a Penny dando un altro morso al mio sandwich. «Si è bellissima!» fa lei guardando la vetrina davanti a noi.

«Allora... quei bei tipi di ieri sera erano davvero vecchi amici oppure nuovi ragazzi
«No no, non iniziare. So dove vuoi arrivare...»

Apro bocca per parlare ma lei mi ferma «Si: sono ragazzi bellissimi, si: ho visto come eri rimasta imbambolata a fissarli, si: vengono anche loro nella nostra scuola e no: non sono single.»

A bassa voce dico «In realtà stavo per dire che sei sporca qui» e le indico il mio angolo della bocca.
«Ah...» fa lei pulendosi con il tovagliolo di carta.«Però devo ammettere che mi sarebbe piaciuto sapere se fossero fidanzati o meno» dico dando l'ultimo morso al mio panino.

«E se io non te l'avessi detto?» fa lei con aria divertita «L'avrei scoperto da sola, come faccio il più delle volte» rispondo appena inizio a bere il mio succo alla pesca. Per chi non lo sapesse, amo il succo alla pesca. È un'ottima scusa da usare per chi litiga con me: portatemi un succo alla pesca e sarò felice per tutta la giornata.

«Sta sera ti va di uscire?» chiede lei cambiando argomento «Certo e dove andiamo?»
«Allo "Stesso posto", ieri vi ho portati lì apposta per farvi vedere il nostro futuro luogo d'incontro» dice lei con tono offeso. «Oh si giusto, che stupida. Perdona me e la mia memoria di schifo.»

Penny mi guarda mentre finisco con la cannuccia il mio succo e io la guardo mentre beve il suo te. Entrambe stiamo facendo un casino di rumore che tutti si sono girati a guardarci. Quando ci accorgiamo che tutti ci stanno fissando scoppiamo a ridere. Ed ecco la figura di merda di prima mattina.

Finito di ridere chiede «Allora vieni?»
«Contaci ci sarò.»

————

«Austin perché tocchi sempre le mie cose?» grido a mio fratello che ha messo a soqquadro la mia stanza «Forse perché avevi fregato il mio iPad?!»
urla lui di rimando.
«Non l'avevo fregato, era preso in prestito!»
dico allacciandomi la scarpa.

Quando vedo Austin correre verso il bagno dico «No! Fermo.» Arrivo appena in tempo per mettermi tra lui e la porta che mi supplica «Ti prego, te lo lascio per tutto il fine settimana, ma fammi fare pipì» «Prometti?» «Prometto» dice lui disperato, quasi mettendosi in ginocchio.

Wow! Non mi sarei mai aspettata che un giorno il piccolo-anche-se-più-alto Austin Jorge Anderson si sarebbe messo a supplicare ai miei piedi per avere il mio permesso su qualcosa: tantomeno il bagno.

Sbuffo «E va bene», lascio passare il povero schiavo e, dopo aver chiuso la porta, dico ad alta voce «Intanto ti fotto l'iPad!»
«Fanculo!» fa lui da dentro la stanza.

Mentre rido guardo l'orologio infondo al corridoio che segna le 20.30. Merda!

«Muovi il culo che sono in ritardo!» gli dico «Ma io non so twerkare!» risponde lui fingendosi simpatico. In quel momento giuro che l'avrei smontato come un mobile dell' IKEA.

«Sono seria. Muoviti, ti prego!» gli grido sbattendo le mani contro la porta che rischio quasi di sfondare «Anch'io sono serio.»

Quando vedo la porta aprirsi dico gioiosa «Grazie!»
Mio fratello esce con calma con in faccia stampato un sorriso malizioso «Ora sei tu a supplicare uh?»
«Oh... sta zitto» dico a denti stretti spingendolo nel corridoio. Chiudo la porta del bagno, finalmente mio, e mi guardo attentamente allo specchio.

Avevamo solo questo in comuneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora