3. Satine

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(Castiel)

Odi appena il trillo del campanello, coperto dalla musica d'ambiente di sottofondo.
Che schifo di musica, pensi, portandoti la cannuccia nera del tuo cocktail di benvenuto alle labbra, Solo a Rosalya può piacere la lounge music.
Ringrazi che, perlomeno, non abbia scelto della house music, perché in quel caso, non solo saresti stato il primo ad arrivare al party, ma anche il primo ad andartene. Consideri il genere come una rozza accozzaglia di rumori che osano definire musica, composti da stralci di canzoni leggendarie del rock e del pop violate e trasmesse in ambienti bui e ristretti, per agevolare lo strusciamento di membri mosci al tergo di ragazze annebbiate dall'alcool e, spesso, anche da qualche pasticca. Per carità, alcool, sesso e droga sono una costante nel mondo della musica, disseminata di artisti maledetti, tanto geniali quanto persi in un tunnel di eccessi, ma nessuno ti farà mai cambiare opinione sulla supremazia che la musica strumentale ha su quella elettronica. Girare una manovella non è in alcun modo paragonabile ad avere uno strumento in mano, a poterne accarezzare lo scheletro in legno, accordarlo, farlo cantare con un semplice sfioramento di dita.
Solo a Rosalya può venire in mente di organizzare un'inaugurazione per il nuovo appartamento, come se fosse una mostra d'arte, consideri, ricercando un senso logico in quel groviglio di linee e macchie che è la riproduzione di Arizza davanti a te. Per quanto ti sforzi, l'espressionismo astratto non assume alcun significato per te e non lo assumerà mai. Ne riconosci la bellezza decorativa e l'impossibilità di ignorare un'opera del genere appena metti piedi nella stanza, ma no, non ti dà niente, neanche l'appannaggio di un'emozione, sono soltanto colori ad olio buttati a casaccio sulla tela. Niente di più niente di meno.
Che diavolo è saltato in testa a Leigh di andare a vivere con quella?, ti chiedi, perpetuando la tua analisi della tela, affissa alla parete grigio fumo, in netta contrapposizione con la mobilia sui toni del bianco, Ma soprattutto, perché diavolo mi hanno invitato?
«Qualcuno può andare ad aprire?», la senti chiedere dalla cucina con la sua vocetta acuta, «Sto finendo di cucinare».
Sbuffi, posando la bevanda - che Leigh ti ha preparato con una smorfia, domandandoti come faccia a piacerti il Bloody Mary - sul tavolino in cristallo, stando ben attento a centrare il sottobicchiere. L'ultima cosa che vuoi è sentire le grida della padrona di casa sfondarti i timpani per una macchiolina.
«Vado io!», rispondi senza nascondere un certo fastidio.
Giri un paio di volte la sicura della porta blindata di legno chiaro, e, quand'essa scatta, la spalanchi, appoggiandotici scompostamente, per far entrare gli invitati.
Il primo che vedi è Alexy, il quale ti saluta con una rapida strizzata al capezzolo, «Ma sei scemo?!», e accorre il prima possibile tra le braccia di Lysandre, a cui stampa un languido bacio sulla bocca, serrandogli le guance coi palmi, con una foga tale da farti arricciare il naso. Non sopporteresti mai di essere braccato così dalla tua fidanzata, specialmente in pubblico, e ti sorprende che il tuo migliore amico accetti un simile comportamento. Alexy e Lysandre sono decisamente agli antipodi come carattere, uno estroverso e rumoroso, l'altro taciturno e riflessivo, eppure hanno un'intesa invidiabile e una complicità che forse tu non raggiungerai mai con nessuno.
Alexy sussurra qualcosa nell'orecchio di Lysandre, qualcosa di sconcio a giudicare dall'espressione sconcertata di quest'ultimo, paralizzato sul posto con il cabaret degli antipasti tra le mani. Il turchino ridacchia, lanciandogli un'ultima occhiata lasciva, per poi rubargli il vassoio e portarlo in salotto al posto suo, tutto soddisfatto.
Oh Lys, state insieme dai tempi del liceo, e ancora ti fai fregare, sorridi, scuotendo la testa.
Successivamente, entra Priya che ti saluta dandoti una pacca sulla spalla e guardandoti comprensiva, «Tutto a posto, Cass?», domanda, probabilmente riferendosi al pizzicotto appena ricevuto.
«Sì, dai, non mi ha fatto tanto male».
Dietro di lei c'è Azzurra, la quale t'ignora completamente, entrando come se tu non fossi nemmeno lì a reggerle la porta, sibilando un timido: «Permesso».
«Avanti», fa gli onori di casa Leigh, prendendo le giacche degli ospiti e riponendole in un armadio a scomparsa nel corridoio d'ingresso.
Chiudi la porta, inspirando ed espirando profondamente, recuperi il drink da dove l'avevi lasciato e torni a sprofondare nel divano ad angolo in pelle candida.
Sarà una lunga serata.
Con la coda dell'occhio curi ogni minimo movimento di Azzurra, intenta a esplorare l'appartamento. La vedi soffermarsi su un manichino nell'angolo destro del salotto, sotto le scale in legno che portano al piano superiore, che regge un lungo abito da sera di seta rubiconda, il retro della gonna con strascico è collegato al busto tramite un enorme fiocco.
«Ti piace?», l'affianca Rosalya, porgendole un calice a triangolo dal contenuto rossastro, «È l'abito grazie al quale sono stata ammessa all'accademia teatrale Anteros».
«È stupendo», dice l'altra con aria sognate, i suoi occhi brillano come due diamanti neri.
«È ispirato a quello che portava Nicole Kidman in Moulin Rouge».
«Il duetto tra Christian e Satine nell'elefante è la scena più bella di tutto il musical».
«La ragazza che mi ha fatto da modella è più e meno della tua taglia. Vuoi provarlo?».
«Stai scherzando...», ribatte lei stupefatta, «No, no, non potrei mai. Avrei troppa paura di fare un movimento sbagliato e strapparlo», scuote le mani sottili difronte a sé.
«Insisto», controbatte l'amica, strappandole il bicchiere di mano, che appoggia sul ripiano sopra il televisore al plasma - forse l'unica cosa che ha scelto Leigh -, sfilando l'abito dal manichino, prendendo Azzurra sottobraccio e avviandosi alle scale, per salire alle camere da letto.
«Priya, vieni a darmi una mano?».
«Arrivo», risponde l'interpellata, prendendosi un ultimo sorso del suo mojito.

木漏れ日 - Luce che filtra tra le fronde (Dolce Flirt)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora