16. Elephant Medley

20 1 0
                                    

(Azzurra)

Restate abbracciati a lungo, in silenzio, ad annusare le reciproche epidermidi.
Attualmente il profumo boisé di Castiel, combinato a note di fico e patchouli, è mischiato a quello aspro del sudore, che, al posto di coprire la fragranza, ne intensifica l'aroma speziato del cardamomo ed enfatizza la presenza del cedro, rendendolo paradossalmente ancora più virile e attraente alle tue narici. Questo odore ti fa sentire stranamente al sicuro al posto di ripugnarti. Evidentemente, nell'insieme di caratteristiche che delineano il ventiduenne - a partire dalla mole della sua stazza, passando per i capelli infuocati e per l'espressione fiera, fino ad arrivare alla voce bassa e sicura -, l'odore della sua pelle non fa altro che confermare il suo essere mascolino al 100%. Il suo essere uomo. Ed è per questo che mai come tra le sue braccia ti sei sentita protetta e rincuorata, come se esse fossero fatte su misura per sedare le tue paure e insicurezze.
La prima a sciogliere la posa sei proprio tu che, con riluttanza, di sforzi di allontanarti dal suo statuario addome per dirgli, guardandolo in faccia: «Dovremmo tornare di là, si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto».
Castiel mugugna una lamentela, però annuisce e slega definitivamente la presa, «Posso già immaginare a che ipotesi sono giunti».
Si sta già dirigendo in direzione della porta, ma lo fermi, «Castiel, aspetta».
«Cass», pronuncia prima di voltarsi, «Chiamami "Cass", mi sembra che mi stai sgridando se usi il mio nome completo», accenna un sorriso dolce, «Sei la mia ragazza adesso».
Le tue gote divampano di netto. Che bello sentirti dire che sei la sua ragazza. Ti schiarisci la gola, «I cerotti».
«Non penso di averli quelli che dici tu».
Corrughi la bocca, «Allora per stasera ti metto le garze, ma domani andiamo a comprarli».
«Andiamo?».
Incroci le braccia al petto, «Il mio intuito mi dice che se non vengo con te, non li comprerai».
Sbuffa una risatina sollazzata, «Vedo che inizi a conoscermi».
Alzi il naso all'insù in un gesto di saccenteria.
«Torniamo dagl'altri», conclude con il sorriso stampato in faccia.

⁂⁂⁂


I ragazzi, a parte Lysandre, sono tornati alle rispettive case già da un pezzo, sarà almeno un'ora che state provando la prima parte della scena 3 sotto lo sguardo indagatore di Castiel.
Oddio, più che indagatore, sotto lo sguardo furibondo di Castiel. Dire che non gli sta piacendo ciò che vede è un eufemismo.
«Ti devi rilassare, Azzurra, la vuoi la parte oppure no?», ti rimprovera l'albino con un tono che non ammette repliche, da vero regista qual è, sebbene tu sia tentata di rispondergli: È una parola concentrarsi con il tuo amico che ci guarda come se volesse ucciderci...
«Da capo».
Prendi un respiro profondo, ti dipingi in viso lo sguardo più lascivo che possiedi e, approssimandoti alla sua incombente figura, lo guardi sott'occhio e reciti, allargando le braccia a mostrare la stanza, «Non è il posto ideale per una lettura di poesie?».
«S-sì», balbetta il canuto, impersonando Christian.
Ti allontani, dandogli le spalle, ti dirigi al tavolo e, afferrando la bottiglietta d'acqua vuota, prosegui: «Che ne dite di bere qualcosa per rinfrescarci? Un bicchiere di champagne magari...».
«Preferirei passare subito al sodo».
Sbatti la bottiglia sul tavolo per l'evidente equivoco, come da copione, «Ah», ti ricomponi e accorri alle sedie allineate che al momento sono il "letto" della scena, ti accomodi provocante, «Allora perché non venite qui e non passiamo subito al sodo».
«Ehm, veramente io preferirei farlo in piedi».
«Oh», esali, intenta ad alzarti, ma il giovane si affretta a fermarti.
«No, no, voi restate pure seduta», si accartoccia le mani, lo guardi dubbiosa, «Quello che faccio è un po' particolare, ma se voi foste di mentalità aperta...».
Annuisci, fingendo di non essere per nulla turbata dalla licenziosità dell'uomo dinanzi a te.
«Le colline...», recita in versi e tu mugugni come se la cosa ti eccitasse, atteggiamento che confonde ed imbarazza il personaggio, non comprendendo il motivo di tale gesto, incespica nel parlare fino ad ammutolirsi.
Zittisci i tuoi versi, «Va tutto bene?».
«Fatico solo a trovare l'ispirazione».
«Ma certo», sorridi con cupidigia, «Non vi preoccupate. Ci pensa mammina», cantileni, avanzando a passo sicuro verso l'attore, gli circondi il collo con un braccio e con l'altro porti la sua mano grande a sollevarti la coscia, «Siete abbastanza ispiratoadesso?», non fa in tempo a rispondere, che lo tiri per la giacca, lo giri su se stesso, lo spingi sulle sedie e ti sistemi a cavalcioni su di lui, «Facciamo l'amore».
«L'amore?!», domanda stralunato.
«Volete non è vero?».
Il ragazzo si divincola dalla posa, sollevandoti dal suo bacino e riponendoti sulla sedia accanto tutta scomposta, si mette in piedi e sbraita la poesia al pubblico, poi, col fiato corto, si rivolge a te, «Va bene così? È questo che volete?».
Lo fissi senza capire, intuendo che faccia sempre parte delle sue fantasie, «Sì, è questo che voglio: parole graffianti», metti enfasi sull'ultima parola, gettandoti a terra e gattonando come una gatta in calore, gridando gemiti e mugolii, come se davvero la situazione fosse la più eccitante in cui ti fossi mai ritrovata.
Tuttavia, è solo un grosso, gigantesco, madornale malinteso.
Continui imperterrita, finché Christian non intona il primo verso della sua canzone.
Lysandre decide di non proseguire oltre con il pezzo, non richiesto dal provino di coppia, «È andata molto meglio stavolta», si complimenta tendendoti la mano, aiutandoti a rialzarti, «Passiamo al duetto?».
Annuisci, appropinquandoti verso Castiel che ti sta allungando una bottiglietta d'acqua, sempre arcigno in viso, gli rivolgi un sorriso stanco, gli accarezzi il volto sbarbato, prima di prendere la bevanda e ingurgitare un bel sorso.
«Se la guardi così, non la aiuti», Lysandre si sta rivolgendo al chitarrista.
«Così come?», fa lo gnorri.
Il drammaturgo affila lo sguardo, «Lo sai perfettamente».
«È normale che mi dia fastidio», sibila.
«Certo che lo è, ma mettiti in testa che queste cose fanno parte del suo lavoro, così come le groupie fanno parte del tuo».
«Non è la stessa cosa».
«No, infatti, le groupie sono peggio».
Castiel lo guarda inebetito.
Allora il cantante chiarisce: «Baciare, inscenare una relazione, eccetera, fanno parte del lavoro di un attore. L'attore per definizione è colui che usa il proprio corpo per dare vita al personaggio, che senza non esisterebbe, e quindi anche alle sue emozioni e passioni; mentre il compito di un musicista è di suonare. Eppure, per una questione di marketing, per fare successo, deve anche sottostare a degli obblighi sociali, come l'approccio coi fan che sappiamo essere spesso molto invadenti. Azzurra dovrà mandare giù molti rospi stando con te, dovrà sopportare le ragazzine urlanti che ti lancieranno i reggiseni sul palcoscenico e che s'inventeranno qualsiasi cosa pur di venire a letto con te. Dunque...», gli lancia un'occhiata truce, «... non ti azzardare a farle scenate di gelosia perché sta inseguendo il suo sogno. Anzi, prendi questo musical come una prova. In Moulin Rouge si concentrano tutte quelle cose che potrebbero turbare il tuo animo da fidanzatino protettivo».
Castiel si alza in piedi rabbioso, «Lo so benissimo come funziona la recitazione, li guardo anche io i film e le serie tv, sai? Non ho nessuna intenzione di metterle i bastoni tra le ruote. Fintanto che mi permetterà di stare al suo fianco, io la sosterrò sempre, anche quando non mi piace».
«Cass», ti aggrappi alla sua schiena rincuorata e sfreghi il naso sulla sua spina dorsale, «Anch'io sarò sempre dalla tua parte».
Raccoglie le tue manine nella sua, portandosele all'altezza del cuore, che batte celere per lo sforzo, e subito il suo timbro si addolcisce, «Lo so, ragazzina».
«Riprendiamo?», pone il regista.
Annuisci, liberando il rosso dalle tue grinfie, accenni un sorrisino a quest'ultimo, prima di tornare sul "palco".
Ti siedi e intoni l'ultimo verso della tua canzone da solista, dando il via alla scena successiva.
Lysandre, ritornato Christian, prende dentro nella gamba di una delle sedie, apposta per far rumore.
Balzi in piedi impaurita.
«Mi dispiace, non volevo spaventarvi! Ho visto la luce accesa e mi sono arrampicato».
«Cosa?», poni incredula.
«Volevo ringraziarvi, senza di voi non avrei mai ottenuto il lavoro».
«Oh, quello», il tuo volto si rilassa, «Toulouse aveva ragione, voi siete un giovane pieno di talento. Sarà sicuramente un grande spettacolo».
Pausa d'imbarazzo, poi l'attore riprende a parlare, «Dicevate sul serio poco fa?».
Lo guardi confusa.
«Quando credevate che fossi il duca, diceste di amarmi... perciò mi stavo chiedendo se-».
«Se stessi recitando?».
«Sì», risponde dopo un attimo di titubanza.
«È ovvio».
«Oh... pensavo fosse vero», s'intristisce.
Ridi amara, «Christian, sono una cortigiana. Vengo pagata per far credere agli uomini quello che vogliono credere. Io non posso innamorarmi di nessuno».
«Ma una vita senza amore è terribile!».
Ti irriti, «No, finire per la strada, quello è terribile».
«Ma l'amore è una cosa meravigliosa, una vita senza amore sarebbe sprecata. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è amore».
Esali sonoramente, negandogli lo sguardo, «Per favore, non ricominciare».

木漏れ日 - Luce che filtra tra le fronde (Dolce Flirt)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora