7. Il passato torna

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(Rosalya)

Rientri nel tuo appartamento, sbuffando amareggiata, mentre riponi le chiavi.
Idiota, apostrofi, ripensando alla conversazione appena avuta con Castiel, Idiota e testardo!
Non sarà certo smettere di parlare di Lynn che la farà uscire dai suoi ricordi e dal suo cuore. Quella ferita non smetterà mai di sanguinare e bruciare, finché non l'affronterà. Solo fronteggiandola potrà ricucirsi e cicatrizzare fino, quasi, a sparire.
Per quanto le cose tra Castiel e Azzurra siano iniziate col piede sbagliato, per quanto non metteresti mai Castiel al primo posto nella classifica dei "papabili fidanzati per le tue amiche", e, per quanto non impazzisci di gioia all'idea di frequentarlo più del consueto, non puoi negare a te stessa che quei due sarebbero perfetti assieme.
Azzurra ha bisogno di un ragazzo attento, sagace, passionale, qualità che, sai, il rosso possieda, sebbene le nasconda sotto una coltre di superbia, lunaticità e scontrosità; così come Castiel ha bisogno di una ragazza sicura di sé, premurosa e frizzante come lei, malgrado sia la sua stessa vivacità a renderla spesso eccentrica e un po' goffa. E, per quanto nessuno dei due lo voglia ammettere, sai di avere ragione.
Sospiri nuovamente pensando a Lynn, la tua migliore amica – la tua ex migliore amica –, l'unica che tu abbia mai considerato tale. Credevi che per lei fosse lo stesso e invece ti ha abbandonata, esattamente come ha fatto con tutti gli altri.
Esattamente come ha fatto con Castiel.
Credevi che lui fosse tutto per lei, proprio come lo era lei per lui, credevi fosse il suo grande amore, come lo è Leigh per te, eppure, alla prima occasione, al primo ostacolo è fuggita via senza voltarsi indietro, come un ladro con la refurtiva, incurante dei danni lasciati al proprio passaggio, dei cuori in frantumi e dei sentimenti violati.
Da allora non l'hai più sentita, giusto una volta, per e-mail, l'unica in cui ti ha degnata di una risposta, sempre se così la si può definire. Fu un messaggio breve, coinciso, ancora lo rammenti. Come dimenticare la lama che si conficcava sempre più in profondità, lentamente, nel tuo muscolo cardiaco ad ogni lettera che leggevi, ad ogni fonema che pronunciavi a voce alta?


❮ Entrata (6)
Da: Lynn@gmail.com
A: rosalya.clarke@gmail.com

Ciao Rosa!

Scusa se ti rispondo solo adesso!

NY è frenetica e mi devo ancora abituare al fuso orario e al nuovo campus, ma nel complesso sto bene.
Avevo proprio bisogno di cambiare aria...
Tu come stai? Hai già cominciato le lezioni?
Non ho ancora comprato la nuova SIM Card, perciò possiamo sentirci solo quando accedo al Wi-Fi di casa.
Comunque, non ti preoccupare, appena mi sarò sistemata, mi farò viva io.

Un bacio,
Lynn


Inutile dire che non mantenne la parola data.
Dopo quella mail, sparì definitivamente.
Non rispose più a nessun messaggio, a nessuna chiamata su Skype, né ai commenti sotto le foto che postava su Istagram – sempre con un sorrisone a illuminarle l'incarnato pallido, mentre esplorava i negozi, i ristoranti, i locali in della Grande Mela, mentre frequentava i parchi e i luoghi d'arte in compagnia di gente nuova, di amici nuovi.
Non mentì sull'energia che animava la metropoli, perché Lynn, come New York, era in continuo movimento, sempre in un posto diverso con gente diversa. Solo alcuni erano una presenza costante, qualche ragazza con cui aveva sostituito te, Kim e Priya, e un paio di ragazzi con cui aveva soppiantato Alexy, uno in particolare compariva spesso, via via che aggiornava il profilo era sempre più presente. Un giovane uomo curato nei minimi dettagli, a partire dai capelli castani tenuti in ordine da un leggero strato di gel, alla rasatura impeccabile sul viso regolare, fino agli abiti alla moda. Nulla era lasciato al caso, nemmeno quando ostentava che lo fosse, ma ad intrigarti di più di quel ragazzo furono gli occhi, non tanto per lo sguardo intenso e penetrante che traspariva persino dall'immagine, quanto per il colore.
Grigi.
Come quelli di Castiel.
A quel punto comprendesti il motivo del suo silenzio.
Lynn aveva voltato pagina ed aveva rilegato tutti voi a un capitolo chiuso della sua vita. Un capitolo che non voleva riaprire, perché, nonostante tutto, ancora non era propriamente concluso, non aveva messo la parola Fine in fondo all'ultima pagina, e ciò la devastava, perché ancora, nonostante lo snervante impegno, cercava il suo rinnegato amore negl'altri. E quale tratto più distintivo di Castiel se non i suoi occhi di nuvole?
Smettesti di seguire il suo profilo, di contattarla, di parlare di lei anche solo per criticarla; lo facesti per te stessa, ma soprattutto per il chitarrista, per non vedere più quello sguardo perso albergare le sue iridi uggiose, per aiutarlo a dimenticare, ad andare oltre, per diradare le nubi che opprimono quei suoi inconsolabili pleniluni.
Sapevi che a Castiel servisse del tempo, che avrebbe reagito male alla rottura, che avrebbe combinato qualche sciocchezza, ma mai e poi mai avresti creduto che il suo connaturato cinismo si sarebbe trasformato in un'impossibilità di provare sentimenti e in arrendevolezza. Castiel si è arreso a suo padre dall'oggi al domani, ha smesso di combattere per quello in cui credeva, e ciò non è da lui, non dal vero lui.
Per questo, quando hai appreso che il marpione del bar era proprio il ventiduenne, dentro di te, malgrado la facciata, hai esultato di gioia. Si è finalmente aperto uno spiraglio in quel ragazzo così algido e scostante, ed è solo merito di Azzurra se ricominci a scorgere il vero Castiel sotto la corazza. Una pecorella smarrita nella foresta, che segue la poca luce che filtra tra le fronde degli alberi, per uscirne.
Sbuffi ancora e la voce stavolta ti esce in un grugnito, guardando Leigh, accovacciato a terra, coi guanti di plastica gialli che gli arrivano ai gomiti, spugna alla mano e un secchio d'acqua e sapone accanto, intento a sfregare via il vomito dal tappetogainsboro.
«Non viene via. È rovinato», condivide dopo un po' il tuo fidanzato, strofinando di buona lena il detergente sul pezzo di tessuto.
«Provo a portarlo in tintoria», decidi.
Sali le scale, raggiungi la cabina-armadio, prendi una scaletta e recuperi la custodia in domopak del tappeto. Torni in sala, pieghi per bene l'articolo di arredamento, lo riponi nell'apposito contenitore, e prendi le chiavi di casa dalla mensolina portachiavi affissa al muro d'ingresso.
Sali sulle punte dei piedi e saluti Leigh con un bacio fiacco, «Torno subito», bisbigli, accarezzandogli le labbra, donandogli uno sguardo ricco di significato.
«Ti aspetto», la voce è sensuale, gli occhi d'onice tentatori. Sai già che ti aspetta una piccante sorpresina quando rincaserai.
Ti chiudi l'uscio alle spalle, l'ascensore si annuncia con uno scampanellio, ti ci infili dentro e premi il pulsante 0 sul pannello di controllo. Oltrepassi la portineria, salutando distrattamente il portiere, e imbocchi il marciapiede gremito di passanti, in direzione Belgrave, la tua lavanderia di fiducia dietro l'angolo.

木漏れ日 - Luce che filtra tra le fronde (Dolce Flirt)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora