Alyssa aveva passato il giorno seguente evitando tutti i suoi amici, scambiando con loro soltanto qualche parola a pranzo. Non riusciva a non guardare suo fratello senza provare paura e disperazione, e questo proprio non lo sopportava. Lui meritava molto di più di questo.
Finalmente arrivarono le ventidue e Alyssa, stando bene attenta a non essere seguita e prendendo il Mantello dell'Invisibilità, si recò al settimo piano della scuola.
Non vide nessuno aggirarsi per i corridoi, neanche Gazza.
Lo trovò molto strano, ma non poteva perdere tempo a rifletterci. Si tolse il Mantello e lo trattenne con la mano sinistra. Con la destra illuminava il suo percorso con la bacchetta.
Il tempo scorreva imperterrito, Alyssa non sarebbe riuscita a fermarlo neanche con tutte le macchine e gli incantesimi del mondo.
Dopo qualche minuto comparve davanti a lei un portone in legno intarsiato, uno che non aveva mai visto prima. Alyssa non ebbe alcuna esitazione.
La ragazza spalancò le porte e all'interno della stanza potè vedere Silente.
Il luogo era spoglio, sembrava una stanza da allenamento per duelli tra maghi.
Il vecchio preside la guardava senza il suo solito sorrisetto ed era attorniato da una schiera di maghi.
<Benvenuta Alyssa Potter. Voglio presentarti l'Ordine della Fenice>
La ragazza guardò il viso di ognuno dei maghi, scoprendo che molti avevano solo qualche anno più di lei.
L'Ordine era formato anche da personaggi illustri, come Alastor Moody, Minerva McGranitt, Silente e suo fratello.
Erano presenti anche Marlene McKinnon e Dorcas Meadowes, due Grifondoro del suo anno, e Fabian e Gideon Prewett, due ragazzi che avevano finito gli studi ad Hogwarts da qualche anno. Era presente perfino Hagrid.
<Devo avvisarti Alyssa, se ti unirai all'Ordine sarai una nemica giurata di tu-sai-chi, e->
Alyssa interruppe Silente con un gesto stizzito della mano, buttando a terra il Mantello.
<Non ho paura di Voldemort professore, preferirei morire che avere paura di lui. Ora mi spieghi cosa vuole che faccia.>Disse Alyssa con lo sguardo freddo e determinato, rendendosi conto che effettivamente non aveva paura del Signore Oscuro. Aveva paura di ciò che avrebbe potuto fare a James.
Moody fischiò in segno di approvazione e la McGranitt spalancò la bocca.
<Signorina Potter, non lo chiami così!>La riprese la professoressa.
Qualcosa si ruppe dentro Alyssa e la rabbia e la disperazione si irradiarono in tutto il suo corpo.
<Mi ascolti professoressa; Voldemort, quell'essere schifoso e vile, probabilmente farà del male a mio fratello, i miei sogni premonitori ne sono una prova. Ciò lo rende mio nemico. Io chiamo per nome i miei nemici, poco importa delle conseguenze.>
La professoressa parve sbalordita dalla rivelazione di Alyssa e del tono freddo e tagliente della ragazza, come tutti i presenti, e rivolse uno sguardo interrogativo a Silente, che annuì cupamente.
<Ho bisogno che tu costruisca dei macchinari per l'Ordine e che ti alleni con uno di noi ogni settimana, devi essere pronta alla battaglia.>Affermò Silente con un tono che Alyssa non aveva mai sentito prima.
Lei annuì con decisione e Silente, dopo aver salutato tutti e aver dato la buonanotte, si congedò.
Lo stesso fecero Hagrid, Moody e la McGranitt.
La professoressa era rimasta stupita da quella dimostrazione di coraggio, ma non potè esserne fiera. La ragazza probabilmente si era scritta da sola la sua condanna, e il peggio era che non sembrava pentirsene. Anzi, sembrava più determinata che mai. Aveva dimostrato una freddezza e una sicurezza tali che la donna non aveva potuto fare a meno di rimpiangere i tempi in cui Alyssa non pensava ad altro che a rendere le sue lezioni un inferno, insieme al fratello e ai suoi amici, oviamente. Però sapeva che il destino è una belva crudele e assetata di sangue, lei era stata, molto tempo prima, una spettatrice del suo gioco malato e crudele. Non potè fare altro che andarsene e rispettare la decisione di Alyssa, proprio come tutti gli altri.
Nella stanza rimasero solo Alyssa, i fratelli Prewett, la McKinnon e Dorcas.
Dorcas salutò tutti e se ne andò, regalando ai presenti un dolce sorriso. Era sempre stata una ragazza sensibile e dolce, Alyssa se lo ricordava bene. Al primo anno le due erano molto amiche, erano quasi inseparabili. Però le due si erano allontanate durante gli ultimi anni, nonostante avessero continuato a volersi bene.
<Quindi è vero?>Chiese Gideon Prewett avvicinandosi ad Alyssa quando la ragazza fu uscita.
<Sì. Io lo ucciderò, fosse l'ultima cosa che faccio. Non toccherà neanche con un dito la mia famiglia.>Affermò Alyssa con tono rotto e stanco, decisamente inadeguato per una diciassettenne.
<Ti aiuteremo, conta su di noi per gli allenamenti. Qui, fra una settimana, alla stessa ora.>Disse allora Fabian con un sorriso d'incoraggiamento.
Prima di uscire, i due fratelli Prewett la abbracciarono brevemente mostrandole comprensione. Eppure quel gesto lasciò nei tre un retrogusto amaro, come tutti sapessero che la guerra magica non l'avrebbero mai vinta.
<Mi dispiace>Mormorò Marlene con
un fil di voce quando rimasero sole.
<Già, anche a me.>Disse Alyssa con una risata amara.
Marlene si avvicinò a lei e le prese una mano.
<Farò tutto quello che è in mio potere per aiutarti, te lo prometto.>
Alyssa si sentì estremamente commossa, e prima che se ne rendesse conto, una lacrima le rigò il viso.
<La verità è che ho paura. Per mio fratello, i miei amici e quello che credo sia il mio ragazzo. Poi dovrò anche affrontare un processo per quella storia della Maledizione Cruciatus, potrei essere spedita ad Azkaban. Ho paura Marlene, davvero tanta.>
Marlene guardò la sua nuova amica con un'espressione triste, segretamente provando pena per lei.
Aveva sempre desiderato essere amica di Alyssa, l'aveva addirittura invidiata. Insomma, era la sorella di James Potter, era la battitrice di Grifondoro ed era la migliore in Trasfigurazione, cosa si poteva volere di più dalla vita?
Ma ora Marlene si ricredette subito. Non riusciva neanche a pensare al dolore che stava provando Alyssa in quei giorni. La ragazza pensò subito a quanto fosse forte Alyssa, ammirandola per il suo temperamento.
Poi fece un sorrisetto.
<Come sarebbe a dire il tuo quasi ragazzo?>Chiese con tono malandrino.
Alyssa ridacchiò e fece un gesto con la mano.
Le due ragazze uscirono dalla stanza a braccetto, felici di essersi conosciute meglio e tristi per le circostanze.
Nessuno avrebbe potuto sapere cosa sarebbe accaduto qualche tempo dopo, segnando per sempre l'esistenza delle due ragazze.
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Things Are Complicated
FanfictionLa storia di Alyssa, la sorella gemella di James, e dei Malandrini.