La mattina seguente tutto il gruppo ritornò ad Hogwarts.
Persino James aveva perso la sua vitalità, non faceva più battutine fastidiose su chiunque gli capitasse a tiro.
Per gli altri la situazione era più o meno la stessa.
Ma per quanto la ragazza fosse triste e malgrado la sua costante voglia di piangere, Alyssa aveva un dovere ben preciso: faceva parte di un'organizzazione segreta e Voldemort non avrebbe aspettato il suo lutto per attaccare di nuovo.
La ragazza era stata convocata da Silente nel suo ufficio quella stessa mattina.
Il vecchio preside le aveva detto che avrebbe reclutato nell'Ordine anche i suoi amici e la ragazza aveva sbottato.
<Assolutamente no, o tutto quello che ho fatto fino ad adesso sarà stato vano! Non riuscirò mai a cambiare il destino se lei non mi aiuta!>
Silente le rivolse il suo solito sorrisetto pragmatico.
<Scelta di parole interessante Potter. Perché ha detto "destino"? Fino a poco tempo fa, il vocabolo da lei utilizzato era "futuro".>
Alyssa camminava avanti e indietro per lo studio del preside senza darsi tregua, in preda alla frustrazione.
<Non ho tempo per i suoi giochetti, Silente.
Devo cambiare ciò che avverrà. Devo poter continuare a lavorare senza dovermi preoccupare di preservare i miei amici!>.
Silente guardò la ragazza con una strana espressione dipinta in volto.
L'affetto della ragazza per il fratello gli ricordava quello che aveva provato anche lui per sua sorella. Ma insieme al ricordo di Ariana, arrivò anche quello della sua perdita, del dolore.
Il mago si passò una mano sul volto.
<Signorina Potter, io intendo aiutarla. Questo richiederà un necessario sacrificio, sia chiaro, e non le assicuro che andrà tutto come previsto, ma posso ingaggiarla a tempo pieno come spia per l'Ordine con effetto immediato.>
Alyssa si ritrovò ad annuire, non si concesse neanche il tempo di esaminare a fondo la proposta. Questo avrebbe significato niente più lezioni ad Hogwarts, il rischio di perdere la vita sarebbe diventato il suo migliore amico, non avrebbe più parlato con i suoi amici probabilmente, ma la ragazza avrebbe fatto di tutto pur di proteggere il fratello e la sua migliore amica.
<Bene. Allora è tutto credo. Sarò prudente, mi attiverò subito. Verrò a fare rapporto presto.>
Alyssa salutò il preside e corse alla lezione di Trasfigurazione. Da quello che le diceva il suo orologio da taschino magico, tenuto da una catenella legata ad un passante della gonna, era in ritardo di dieci minuti.
Alyssa sperava di non venir ripresa dalla McGranitt, in fondo era uno dei suoi ultimi giorni lì ad Hogwarts.
Appena arrivò nell'aula, tutti gli sguardi si puntarono sulla Potter.
James la guardò a bocca aperta: la sorella non era mai arrivata in ritardo a lezione.
E oltretutto aveva lo sguardo vacuo, completamente perso. Lasciò vagare lo sguardo su tutta la classe prima di posarlo sulla professoressa e scusarsi.
Minerva guardò la Potter con sguardo grave: anche lei aveva notato che qualcosa non andava. Decise di non riprenderla e di chiedere spiegazioni direttamente a Silente appena finita la lezione, anche se, sapendo che l'incontro fra i due era avvenuto in un momento così delicato, indovinare l'argomento della loro discussione non sarebbe stato difficile per nessuno.
Alyssa andò a sedersi al suo posto, accanto a Marlene, che non le chiese nulla.
Marlene sapeva che la Potter gliene avrebbe parlato a fine lezione, e poi, visti gli sguardi insistenti dei Malandrini nella loro direzione, decise che sarebbe stato meglio se avesse fatto finta che non ci fosse nulla di strano nel ritardo della sua amica. Le ore di lezione passarono in fretta e ben presto arrivò l'ora di pranzo.
Alyssa aveva evitato gli sguardi del fratello fino a quel momento, sperava con tutto il suo cuore che il ragazzo smettesse di rivolgerglieli, ma ovviamente il giovane Potter non volle demordere.
Alyssa prese da parte Marlene a pranzo, sedendosi al tavolo dei Serpeverde vicino a Regulus.
<Ehi Al, come va oggi? Ho sentito che hai fatto tardi a lezione.>
L'amicizia fra lei e Regulus era sempre stata un tabù. Insomma, il fratellino di Sirius era uno dei prossimi Mangiamorte, i suoi genitori erano seguaci del Signore Oscuro.
Ma si fidavano l'uno dell'altra. E in quel momento, la loro amicizia non sarebbe potuta essere più propizia.
<Ehi Reg, ti ricordi di quell'appuntamento che hai fra tre giorni? Voglio prenderne uno anche io.>
Regulus rimase a bocca aperta. Si era confidato con l'amica qualche mese prima riguardo alla cerimonia del Marchio. Alyssa era l'unica a conoscere la data dell'avvenimento.
<Al, non credo di capire.>Disse confuso il ragazzo.
<Hai capito benissimo Black.>Ribadì con tono sicuro la ragazza.
<Oh. Bene. Ma ne voglio discutere.>
Il ragazzo si avvicinò alla Potter.
<Stasera, dopo il coprifuoco, alla serra numero 4.>
La ragazza annuì.Quella sera
Alyssa e Regulus si incontrarono nel punto prestabilito.
<Ti hanno seguito?>Chiese Alyssa con una punta d'ansia.
Regulus scosse la testa.
<Devo farmi il Marchio Reg. Devi aiutarmi.>
<Ma sei impazzita?!>Regulus la guardò a bocca aperta.
<Non te lo chiederei se non fosse importante Reg.>
Alyssa sembrava quasi disperare dell'aiuto del Black.
<So che non condividi gli ideali del gruppo Al, lo hai ribadito->
<Neanche tu li condividi, eppure eccoci qua!>
<La situazione è diversa con me, lo sai bene.>
Regulus la guardò con sconfitta.
<Perché?>
Alyssa fece un respiro profondo. Poteva fidarsi. Doveva fidarsi.
<Perché sono una spia di Silente. Se riesco a infiltrarmi e a passare informazioni all'Ordine potrei salvare centinaia di vite. Comprese le nostre.>
Il ragazzo aveva abbassato lo sguardo. Sapeva anche lui dell'Ordine della Fenice e del suo scopo, e che probabilmente se lo avessero preso dopo essersi fatto il marchio lo avrebbero sbattuto ad Azkaban.
Ma sapeva anche che Alyssa aveva un altro scopo oltre a quello che gli aveva annunciato, aveva imparato a conoscerla e sapeva che, per quanto fosse intrepida, non avrebbe mai fatto nulla del genere, non così giovane, senza che fosse accaduto qualcosa di grave. Decise di aiutarla.
<Va bene. Fra tre giorni ci rivediamo qui, a mezzanotte. Passerà qualcuno a prenderci. Interpreta bene la parte, o il Marchio sarà l'ultimo dei nostri problemi.>
Alyssa annuì, i due si salutarono con sguardo grave e presero direzioni differenti.
Sapevano entrambi che tra le vite che avrebbero salvato non ci sarebbero state anche le loro.Tre giorni dopo
Alyssa era trepidante. Aveva nascosto a tutti, anche a Marlene, il piano che avevano studiato lei e Silente negli ultimi giorni. Una purosangue che aveva smarrito la retta via. Un'amica che Regulus aveva aiutato a rinsavire.
Le veniva da vomitare, faceva avanti e indietro davanti alla serra.
Regulus era appoggiato alla struttura, aveva gli occhi fissi sulla Potter. Voleva rassicurarla, ma non voleva che la sua voce tradisse la paura.
Finalmente arrivò un galoppino del Signore Oscuro per prelevarli, materializzandosi davanti a loro.
I due giovani rimasero sorpresi, tutti sapevano che nessuno poteva smaterializzarsi dentro i confini di Hogwarts.
Alyssa fissò su di lui il suo sguardo e lo esaminò dalla testa ai piedi.
Indossava una tunica nera, era quasi impossibile delineare il profilo del suo corpo.
Aveva il volto completamente coperto da una maschera bianca.
Non parlò, si limitò a fare cenno ai due ragazzi di avvicinarsi.
Regulus e Alyssa si guardarono, cercando di farsi coraggio, e si avvicinarono. Il Mangiamorte li agguantò e si smaterializzarono.
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Things Are Complicated
FanfictionLa storia di Alyssa, la sorella gemella di James, e dei Malandrini.