What Happened?~Chapter eighteen

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Appena i ragazzi entrarono nella Stanza delle Necessità furono travolti dall'odore dell'alcool e dalle luci colorate, per non parlare poi della musica ad alto volume che inondava la stanza. Perfino un sordo avrebbe potuto sentirla!
Lily non era mai stata un'amante delle feste, ma doveva ammettere che, quando era in compagnia del gruppetto più caotico della scuola, tutto le piaceva un po' di più.
Alyssa agguantò James per un braccio e lo fece voltare.
<Invitala a ballare Potter, subito!>Esclamò Alyssa. Sembrava un generale che dava ordini ai suoi sottoposti prima della guerra.
James non fu in grado di replicare e in un battibaleno Alyssa era già scomparsa.
Sirius nel frattempo era corso al tavolo delle bevande, tutte esclusivamente alcoliche, e le guardava con fare critico.
La Potter lo raggiunse poco dopo.
<Cosa prendi?>
<Il solito, Felpato>
Il ragazzo porse il bicchiere ad Alyssa e lei lo bevve tutto d'un sorso.
<Hai visto Remus?>Chiese Alyssa a Sirius.
<No. Balliamo?>
La ragazza sorrise e buttò il mantello su una sedia.
I due Malandrini corsero in pista e ballarono sulle note di Right Round, la hit del momento.
Non riuscivano a smettere di ridere.
Poco lontano Remus li osservava, o meglio, osservava Alyssa.
I suoi capelli corvini si erano sciolti e le ricadevano sulla schiena morbidamente e sembrava più felice che mai. Il ragazzo non riusciva a fare a meno di trovarla bellissima, tanto che, qualche minuto più tardi, non riuscì a trattenersi dall'andare da lei e chiederle un ballo. In quel momento era partito un lento, la canzone perfetta.
Alyssa allacciò le mani dietro al collo di Remus e il ragazzo le cinse i fianchi con le braccia. Non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso. L'atmosfera intorno a loro si era fatta elettrica, il mondo era scomparso.
<Domani c'è la luna piena, vero?>
Remus annuì.
<A che ora?>Chiese Alyssa.
<Circa alle tre del pomeriggio.>Mormorò Remus con fare stanco. Odiava la sua licantropia, ancor di più se la trasformazione avveniva in pieno giorno. Non solo avrebbe perso del tempo prezioso da passare con i suoi amici, ma non sarebbe neanche potuto uscire nella foresta con i Malandrini e correre libero.
Quando i suoi amici erano con lui, Remus si ritrovava al massimo qualche graffio, ma aveva paura di ferire James, Sirius e, prima che si allontanasse dal gruppo, anche Peter.
Alyssa, per quanto lui ne sapeva, non era un'animagus, e ciò lo rendeva più tranquillo. Non avrebbe sopportato di ferirla, magari anche gravemente.
Ma Alyssa Potter era una ragazza piena di sorprese, anche il uso amato avrebbe dovuto saperlo.
Come aveva fatto Remus a non notare quella piccola e graziosa volpe che si aggirava nella Foresta durante le sue trasformazioni?
Sta di fatto che la ragazza sorrise e strinse il ragazzo e sé in un abbraccio.
<Qualcosa non va?>Sussurro Remus all'orecchio di Alyssa.
La ragazza fu davvero tentata di vuotare il sacco, di confessare tutto ciò che stava accadendo e riversare su di lui tutte le sue brutte sensazioni e i terribili pensieri che spesso le infestavano la mente, ma tacque.
Alyssa non disse nulla, si limitò a stringere più forte il suo ragazzo e a sforzarsi di non piangere.
Si odiava per essere così debole.
Si odiava per non riuscire più a mentire.
Alyssa decise che non avrebbe mai più mentito a Remus, non ce l'avrebbe fatta. Piuttosto sarebbe stata in silenzio, oppressa da quella realtà che non riusciva a confessare.
Ma Remus si accorse che qualcosa non andava.
Però, prima che potesse chiederle spiegazioni, Marlene McKinnon corse dalla ragazza.
<Ehi Al!>
Alyssa si staccò da Remus con un sospiro, di sollievo o di nostalgia.
<Ehi Lene!>
<Mi accompagneresti nei dormitori? Ho dimenticato una cosa in camera e devo recuperarla subito.>Disse Marlene, con un tono di voce che lasciava intendere che voleva fare qualcosa di completamente diverso.
Ormai le due ragazze cominciavano a conoscersi bene.
Alyssa si scusò con Remus e seguì Marlene fuori dalla stanza, poi le due andarono a nascondersi in bagno.
<Cosa c'è?>Chiese Alyssa.
Marlene sospirò, lo sguardo fisso a terra.
<C'è stato un attacco stasera. Mangiamorte, due famiglie babbane sono morte. Ho paura che i miei genitori possano essere i prossimi a morire Al.>Confessò la bionda con gli occhi velati di lacrime.
Ad Alyssa mancò il fiato.
Due famiglie?
<Ascoltami Lene, andrà tutto bene. Il Ministeronon è affidabile, ma Silente lo è. Lui potrà fare qualcosa, vedrai.>
Alyssa tentò di rincuorare la sua amica, ma infondo neanche lei ci credeva troppo.
Doveva sbrigarsi a costruire le sue macchine, non voleva che Marlene perdesse tutto per colpa sua.
Le due ragazze alla fine tornarono insieme ai dormitori e rimasero a dormire nella stessa stanza.
Quella sera avevano bisogno l'una dell'altra e di nient'altro.

La mattina dopo Alyssa si alzò frastornata, i suoi capelli erano un caos vorticante, i suoi occhi cerchiati da orribili occhiaie.
Si stropicciò gli occhi con le mani, poi si guardò intorno spaesata, per ricordarsi dove fosse e cosa fosse successo la sera prima.
La ragazza vide che il letto di Marlene era vuoto, per cui le lasciò un bigliettino in cui le diceva che era andata in camera sua a cambiarsi e poi fece come aveva scritto.
Quando finì di fare tutto e scese in Sala Grande a fare colazione, non trovò neanche un Malandrino seduto al tavolo.
Era molto, molto strano.
Alyssa però avvistò una familiare crocchia di capelli rossi e si diresse nella sua direzione.
<Ehi Lily, sai dov'è mio fratello?>Chiese Alyssa reprimendo uno sbadiglio.
Lily alzò le spalle, evitando di rispondere con la bocca piena.
Alyssa allora sospirò e si sedette vicino a lei per fare colazione.
Prima che però le due potessero chiacchierare, la McGranitt chiamò Alyssa.
La ragazza era parecchio incuriosita, non aveva fatto nulla di male questa volta.
Ma non fece storie, si recò dalla professoressa in silenzio.
Minerva la portò fino all'ufficio del preside con il viso bianco come un cencio, una strana espressione sul volto ogni volta che volgeva lo sguardo in sua direzione.
Quando le due entrarono nella stanza, Alyssa ci trovò suo fratello.
Lo raggiunse, vedendolo di spalle.
Aveva intenzione di fargli una bella lavata di capo per averle dato buca a colazione, ma quando vide James in faccia, la ragazza cominciò davvero a preoccuparsi.
Il Potter era pallidissimo, gli occhi iniettati di sangue, il solito sorrisetto che aveva sul volto e che faceva spuntare due adorabili fossette era sparito.
Al suo posto soltanto lacrime.
Silente, davanti ai due ragazzi, stava in silenzio.
<Jay, che succede>Chiese Alyssa scacciando via con le dita alcune lacrime dal volto del fratello.
<Mamma...Papà...Al io...>Il ragazzo singhiozzava talmente tanto da non riuscire a parlare.
E James Potter non piangeva mai.
<Ascoltami Jamie, ne usciremo insieme. Cosa è successo?>
Il ragazzo prese un respiro, trovando finalmente la forza di guardare negli occhi la sorella.
<Mamma e papà sono morti stanotte, durante uno degli attacchi dei Mangiamorte.>

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