Capitolo 11

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CAPITOLO 11

Salutai Daisy, la quale molto probabilmente sarebbe andata a rassicurare il professore e mi incamminai verso l'aula di astronomia.
Ero ancora confusa sul fatto che Dais potesse stare con Jeremy Thompson: il nostro professore di erbologia!
Sì insomma era molto giovane, non era un vero e proprio insegnate, aveva a malapena qualche anno in più di noi però... non avevo mai visto Daisy così.... presa da un ragazzo.
Salii le scale e una strana sensazione mi invase.
Era una specie di batticuore che mi veniva sempre all’idea dell’ora di astronomia.
Adoravo tutto di quella materia, l’osservazione delle stelle, lo studio e le denominazioni; la fisica che c’era dietro.
Il sorriso mi morì così come era nato, il mio sogno di lavorare con i Magi era svanito quando Adeline aveva deciso di abdicare.
Scossi la testa sperando di scacciare così il senso di malinconia della mia vecchia vita.
Arrivai alla porta dell'aula e bussai, "avanti " sentii ed entrai; la professoressa Beth era dietro un alta pila di fogli, portava dei buffissimi occhialini tondi e i capelli sembravano avessero una vita propria: erano sparati dappertutto, di un bianco innaturale.
"Oh signorina Blanche! Che piacere vederla, come posso esserle utile?" Chiese con voce allegra senza distogliere gli occhi da quello che stava facendo, come avesse capito che ero proprio io lo sapeva solo lei  "si, ecco.... vorrei consegnarle le relazioni" dissi tirandole fuori dal mio zaino e passandogliele.
“Oh si certo grazie mille" disse facendomi segno di posarle sopra alcuni libri antichi.
Mi voltai e mi affrettai verso la porta.
Non volevo rimare in quella stanza dove si poteva sentire il profumo di carta antica, di pergamene tutte riguardanti le mie amate stelle.
"Signorina" disse prima che potessi uscire "si?" sussultai "il suo zaino" "ah si certo mi scusi" lo presi e corsi fuori.
Avevo preso una decisione: appena sarei arrivata a palazzo,bavrei contattato la congrega dei Magi e li avrei ospitati a casa per qualche tempo.
Non riuscivo a resistere.
Sorrisi ad un murales che rappresentava  il sistema solare, “eccome se sei bello”, dissi rivolgendomi a Saturno: era uno dei miei pianeti preferiti insieme a Giove, il grande e possente gigante gassoso.
Fin da piccola mi ero innamorata di lui perché mi ricordava un po’ me.
Il piccolo pianeta che per poco non si era accesso e quasi mi dispiaceva per lui: io che ero la seconda, che non ero nata per fare la regina.
Da piccola l’avevo presa molto male ora...a ripensarci...scossi la testa. Basta Alimede è ora di finirla con i piagnisteri, non ti va mai bene nulla!
Scesi le ultime scale verso il cortile e notai Eos seduto su una panchina, mi avvicinai ma rimasi colpita da chi trovai sulle sue gambe.
Sam stava pomiciando con mio fratello!
Scossi la testa, non era la prima volta che li beccavo solo...speravo che...quello che avevano detto Jasper e Gwen fosse solo... non lo so.
Speravo solo che non si facesse male. Volevo solo che lui fosse felice e anche se io odiavo Sam...se lei lo rendeva felice a me stava bene. Solo non volevo dirgli “te l’avevo detto”.
Sam mi vide e si staccò dal ragazzo.
Eos si voltò nella sua stessa direzione.
Merda.
Volevo sparire.
I due ragazzi si stavano avvicinando e in quel momento avrei tanto voluto avere accanto o Simon o Raziel per smorzare un po’ l’atmosfera.
“Ciao” disse la ragazza “ciao” ricambiai “come va?” Chiesi mordendomi un labbro “bene...stavamo giusto parlando..” iniziò lei “si parlavate proprio” la interruppi io e lei al posto di guardarmi male rise con me “già hai ragione! Diciamo prima stavamo parlando che magari... ecco potremmo trascorrere del tempo insieme” Chiese lei spostando lo sguardo verso Eos.
“Io e te?Stai scherzando?” Chiesi io ironica “te l’avevo detto” sbuffò la ragazza voltandosi e andandosene.
Ah ora la colpa era la mia?
Scoppiai a ridere.
Ma perché dovevo sempre trovarmi nel posto sbagliato al momento sbagliato? Avevo un tempismo! Prima con Daisy, poi con mio fratello.
"Alimede" mi rimproverò Eosphoros "cosa c'è?” Chiesi divertita fissandolo negli occhi viola intenso.
“Scusa non volevo... essere così dura” dissi sistemandomi i ricci che per colpa della corsa di poco prima erano tutti impazziti.
“Non avevi detto... che magari avresti fatto una pausa con lei?” Chiesi poi ricordandomi la nostra conversazione “non devo giustificare nulla a te” Rispose acido “okay” Dissi alzando le mani.
Sbuffai, non era veramente giornata.
“Okay, ci vedremo qualche volta se ti fa così piacere” Dissi e lo vidi illuminarsi. Mi girai e me ne andai.

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