CAPITOLO 12
Raggiunsi la caffetteria per prendere l'ennesimo caffè e una brioches per Vicky, sapevo che avrebbe apprezzato.
Mi andai a sedere sulla nostra solita panchina sotto il salice imbiancato e mi scaldai le mani contro la tazza bollente.
Tirai fuori l'iPod con le cuffie che mi misi e notai l'ora: le 11.36; mancava ancora un po' prima che la lezione di Vicky finisse e quindi mi misi con le gambe incrociate a rileggere gli appunti e a pensare a un tema per il compito di letteratura.
Alzai gli occhi e mi spaventai, il professore di Erbologia mi stava fissando con le mani nelle tasche dei Jeans, il cappotto stretto contro il freddo che soffiava.
Era molto giovane e molto carino.
Mi tolsi lentamente le cuffiette e le misi dentro lo zaino.
Lui mi guardò con aria interrogativa e io annuii così si venne a sedere accanto a me.
Oh merda, che voleva? Passai in rassegna alla conversazione avuta con Daisy, cosa potevo dire e cosa no.
Mi schiarii la gola in ansia come se mi stesse per interrogare.
Lo fissai negli occhi blu scuro, "ciao" disse e io aprii la bocca e la richiusi "buongiorno" borbottai confusa "non voglio portarti via molto tempo" continuò controllando l'orologio e io mi agitai "Daisy sta bene?" Chiese dopo un periodo di silenzio, aveva un tono dolce e stanco; quasi abbattuto "ehm... credo di sì... insomma lei è a casa" riposi ma mi bloccai al suo sguardo smarrito: lui non lo sapeva, quindi lei non gli aveva detto che tornava a casa per il weekend.
Rimanemmo così,ognuno attratto dai suoi pensieri in un silenzio interrotto solo dal vento "non so cosa ti abbia detto..." iniziò ma io lo interruppi "mi scusi, ma francamente non sono affari miei. Non dirò nulla ovviamente ma sta a voi... insomma" cosa volevo dire che per me andava bene così? Certo se Daisy era felice io per proprietà transitiva ero felice, mi bastava che non la ferisse.
"Grazie mille Alimede" disse e si grattò il mento "non la ferisca”dissi con un filo di voce che riuscì a stento a sentire "non lo farei mai... almeno non di proposito" disse in imbarazzo "non usare i poteri con me" disse lui e io lo guardai sbalordita "lo so che li hai usati su di me a lezione un po' di tempo di fa... non ho mai avuto occasione di parlartene... so ovviamente che hai dei poteri notevoli e che a quanto pare i muri non servono con te ma..." "si mi scusi" dissi stavolta ero io in imbarazzo.
"Aspetto con ansia la tua relazione" disse alzandosi: era tornato in versione professore, annuii debolmente.
"È stato un piacere" non potrei dire lo stesso; mi guardò come se si aspettasse qualcosa da me poi scosse la testa e se ne andò.
Che incontro bizzarro, era davvero preso da Daisy dovevo dire... quella sera l'avrei chiamata.***
Guardai per la milionesima volta l’orologio, mancavano cinque minuti e Jasper sarebbe arrivato.
Sistemai i libri che avevo recuperato e mi guardai allo specchio.
Avevo dei pantaloncini corti e una felpa che praticamente copriva i pantaloni.
Mi venne in mente Victoria che mi avrebbe sicuramente ucciso se mi avesse visto così ma d’altra parte non avevo voglia di apparire carina, volevo solo essere comoda e finire i compiti.
Qualcuno bussò alla porta ed entrò Simon annunciando che era arrivato Jasper.
Guardai male la mia guardia la quale mi strizzò l’occhio.
Mi mancò un battito.
Dopo essere entrato richiuse la porta dietro di se, “ciao” disse semplicemente, in evidente imbarazzo, “ciao” Dissi alzandomi e andandolo a salutare.
Gli misi le braccia intorno al collo e lui mi cinse la vita.
“Dobbiamo lavorare” sussurrai contro il suo collo, “già sarà difficile” rise."Seriamente?" Chiese Daisy per la terza volta dopo che gli avevo raccontato il mio incontro con il "suo Jeremy".
Ero in video chiamata con lei e intanto ritiravo i libri e quaderni che avevo usato con Jasper: avevamo finito la relazione e iniziato il tema.
"Si come te lo devo dire" dissi "oh che carino" sussultò lei, "non sbavare" dissi in automatico e ridacchiai, intanto presi l'astuccio e lo depositai sulla scrivania "e tu?" Chiese lei io, mi bloccai e mi morsi il labbro "ehm..." borbottai "Aly?" Chiese "vieni qui!" Disse con il suo solito tono autoritario, mi spostai e mi posizionai di fronte al telefono in modo da vederla: indossava una vestaglia color panna e io invece avevo un pigiama con gli orsetti che si illuminavano al buio.
Raziel come al solito dormiva, beato lui che poteva riposare.
"Con Gwen non va.... con Eos ho più o meno sistemato, sai ho pensato a quello che mi avevi detto tu e ho deciso di conoscerla meglio" dissi sorridendo della sua espressione felice "seriamente?" Chiese ancora "di un'altra volta seriamente e... ti metto giù" dissi incrociando le braccia al petto "okay, quindi cercherai di diventare più o meno amica di Sam?" Disse radiosa "ehm... diciamo che ci proverò?" Dissi, non avevo raccontato a nessuno che trascorrevo del tempo con Sam: non sapevo se lo facevo perché avevo paura oppure perché sapevo anch’io che quella cosa non avrebbe portato da nessuna parte.
"con Jasper? Risolto?" Chiese sistemandosi una ciocca di capelli lunghi che le imbrogliava "si diciamo di sì, ha chiesto scusa" alzai le spalle "sei strana Aly lo sai?" Disse ridendo "eh già".
“Quindi ora state insieme?” Chiese curiosa “bah se così si può dire” Dissi facendo spallucce.
“Comunque cosa pensi di Gwen?” Chiesi fissando le vetrate.
“Penso che... si ovviamente ha sbagliato a non dirvelo ma... magari aveva le sue ragioni” disse guardandomi dolcemente “io...” avevo ucciso un uomo? Le avrei detto così? Nessuno lo sapeva ed era meglio che rimanesse tale.
Guardai l'ora e mi ricordai del biglietto della prof "cazzo" urlai e svegliai Raziel il quale mi guardò storto; corsi nella cabina armadio per mettermi su qualcosa; optai per un pantalone della tuta con una felpa larga.
Salutai brevemente Daisy e corsi giu per le scale verso l'aula di astronomia.
Il mio orso mi stava seguendo allegramente: solo lui poteva essere felice anche appena svegliato.
Camminai a passo svelto verso la scuola che era interamente illuminata e risaltava nella notte scura.
C’erano moltissimi ragazzi che chiacchieravano sulle panchine o altri che giocavano a carte davanti alle loro bolle.
Era un tipico lunedì sera; [tutto bene?] mi Chiese l’animale [certo] riposi, orami ero abituata a rispondere positivamente: le persone che lo chiedevano non si aspettavano veramente una risposta come no o sto male quindi tanto vale dire quello che tutti vogliono sentirsi dire.
[io voglio sapere veramente come stai e lo sai], mi fermai e lo guardai con un ampio sorriso.
“Non lo so” Dissi ad alta voce [cosa?] Chiese dandomi un colpetto sulla spalla [non so se sto bene] Dissi riflettendo.
C’era qualcosa che mi turbava, qualcosa riguardante Jasper e avevo un brutto presentimento per Vicky o Eos.
Scossi la testa, ormai ero arrivata.
Salii in cima alla rampa di scale che portava alla classe sul tetto, avevo il fiatone e mi ci vollero alcuni momenti per riprendermi. Bussai ed entrai.
La professoressa Beth stava leggendo un giornale seduta su una sedia e ogni tanto fissava il cielo smarrita.
[che problemi ha?]chiesi alla mia umbra, lui farfugliò qualcosa.
Mi avvicinai con cautela e lei parlò senza voltarsi "pensavo che non sarebbe venuta, signorina, eppure..." "eccomi qua" conclusi al posto suo "già eccola qua" disse raddrizzandosi mi fece cenno di sedermi accanto a lei e così feci.
"Voleva vedermi?" Chiesi tormentandomi una mano, "si" disse semplicemente; non diceva nulla? L'argomento?
Rimase in silenzio come se avessi chiesto il un colloquio, magari si aspettava veramente che iniziassi io; era proprio strana.
"Volevo metterla in guardia, signorina lei ora è la regina, faccia attenzione" aggrottai la fronte stava blaterando cose senza senso, ora la mia umbra sembrava attentissima "mi scusi a cosa dovrei fare attenzione?" Chiesi confusa "ho visto una rosa, una rosa rossa..." non capivo, lei aveva visioni? Un po' come l'insegnante di Harry Potter? C'era una sorta di maledizione delle insegnati di astronomia?
"I suoi poteri?..." chiesi spostandomi in modo da vederla "Alimede cara, ognuno ha dei poteri...non ho l'umbra ma una volta si," si fermò un momento e io pensai di aver oltrepassato un limite invisibile, sentii Raziel tendersi e posarmi il muso in grembo "mi scusi non intendevo" lei liquidò le mie scuse con un gesto vago della mano "sono passati anni ormai su...chiamale pure visioni, sono azioni o avvenimenti imprecisati... ti so dare solo alcuni dettagli" proseguí sconsolata, "come ti dicevo c'era una rosa rossa, e c'era lei, si alimede ceri tu con in mano questa bellissima rosa all'inizio mi sorridevi poi..." sembrava assorta nei ricordi "avevi il volto contratto dal dolore e dove prima tenevi saldante il fiore ora sgorgava del sangue tanto, tantissimo sangue... " la guardai sembrava una bambina piccola che raccontava un brutto sogno, tirò su col naso "c'era un aquila... non ci capisco nulla" disse infine rimuginando "mi spiace io non so proprio come aiutarla" dissi [Raz?] chiesi [non saprei...molto criptica la cosa ] [gia un po' più esplicita no?] dissi ironica.
Lei scosse la testa e rialzò la testa verso il cielo; la imitai e notai l'immensità delle stelle e la loro bellezza.
“Alimede essere regina non vuol dire solo sedersi sul trono con una splendida corona sulla testa” disse poi cogliendomi totalmente alla sprovvista “lo so” Risposi offesa, perché tutti me lo ribadivano? Avevo scritto scema in fronte?
“Non sentirti presa in giro cara, ma quello che dovrai affrontare non sarà una passeggiata...non lo sarebbe per nessuno” iniziò e spostò la mano sulla spalla destra e rimase a mezz’aria come esterrefatta di non trovare il nulla.
“mi spiace di averla disturbata... " disse e io mi alzai mi stava congedando "professoressa è stata molto ...illuminate, beh starò attenta, grazie mille, non dovrebbe preoccuparsi per me" dissi e Raziel si mise subito al mio fianco lei lo guardò dolcemente come se vedessi la sua umbra in lui "buona serata" disse poi voltandosi e io mi voltai e uscii chiudendo la porta alle mie spalle.
Tornai verso la casa passeggiando al freddo della sera con Raz che mi trotterellava attorno; era tardi e le mie guardie del corpo non c'erano, non mi avevano scortata: meglio così.
Mi sentivo come un uccellino in gabbia, poteva svolazzare ma in uno spazio minuscolo, un uccellino abituato al cielo infinito.
Non avevo ancora meditato bene sui recenti avvenimenti e mi sentivo scombussolata.
Quel giovedì ci sarebbe stato il compleanno di Daisy poi mancava poco più di un mese e saremmo tornate a casa.
Prima di partire c'erano gli esami.
Era meglio se avessi iniziato a studiare.
Sbuffai e si formò una nuvoletta,"cosa voleva dire la visione della professoressa?" Chiesi alla mia umbra [non ne ho idea,magari è una visione in simboli] "cioè?" Chiesi [non lo so... La Rosa ti dice qualcosa?] chiese "no assolutamente nulla, beh ecco è il mio fiore preferito ma cosa c'entra?" [non saprei...lo scopriremo soltanto vivendo] disse lui e a me sfuggì un risolino isterico "bene" dissi e mi sistemai un boccolo dietro l'orecchio.
Finalmente arrivammo a casa e mi fiondai in camera, più precisante sotto le coperte.
Ero stanca, esausta e confusa; era stata una giornata faticosa e ora l'unica cosa che volevo fare era una gran dormita.
Rivolsi un rapido saluto a Raziel e mi tirai su le coperte fin sotto il mento.
La mia mente continuava a vagare tra rose rosse e stupidi compiti.
Alla fine mi addormentai verso l'una ma fu un sonno tormentato dato che continuavo a svegliarmi a causa di brutti incubi.
La mattina dopo a guardarmi allo specchio sembravo uno zombie, avevo gli occhi contornati da uno spesso strato di viola scuro che faceva risaltare i mie occhi.
Cercai di truccarmi per sistemare la situazione ma l'effetto fu quello di un panda pallido, mi legai i capelli in uno chignon e mi affrettai a fare lo zaino per la giornata: oggi era martedì e sarebbe tornata Daisy!
Dovevo parlare con Vicky per il compleanno dovevamo organizzare qualcosa di speciale.
STAI LEGGENDO
The queen
RomanceI suoi occhi azzurri avevano le pupille dilatate dall'eccitazione. Si diresse con calma verso il tavolo, io trattenni il fiato, consapevole solo in quel momento di quanto mi importasse e che avrebbe potuto benissimo non scegliermi. C'erano milioni d...