Sentivo lo sguardo ardente di Simon alle mie spalle ma non ci feci caso e continuai a camminare come se niente fosse verso gli spalti.
Mi fermai e poi, adocchiate le mie amiche, salii i gradini a due a due fino a raggiungerle.
“Ragazze” Dissi sedendomi accanto a loro.
La mia guardia era rimasta in basso a fissare in tutte le direzioni tranne che nella mia.
Lunedì pomeriggio eravamo solite ad andare a fare il tifo per gli allenamenti di cavallo.
A breve ci sarebbe stata la gara e noi andavamo a supportare Daisy la quale, lei non voleva ammetterlo, ma era la migliore.
Tutte le principesse e principi erano obbligati a fare dressage ma il salto degli ostacoli era tutt’altra storia.
“Forza Dais” Urlai e la ragazza dal campo mi rivolse un ampio sorriso.
“C’è un ragazzo che mi ha chiesto... diciamo un appuntamento” disse Gwen e subito io e Vicky guardammo nella sua direzione “chi è?” Chiesi subito “Austin, quello...” “si quello della classe di astronomia, lo conosciamo” disse subito Vicky “ah si?” Chiesi fissandola, lei scosse la testa rassegnata e fissò Gwen “e tu? Cosa hai detto?” Chiese come se fosse questione di vita o di morte “cosa vuoi che abbia detto? Di si ovvio” scosse lei la testa, sta volta “anche se ora mi sto pentendo” “perché?” Chiesi io tornando a guardare verso Daisy che stava saltando la prima barriera e dovevo ammettere che era un vero e proprio spettacolo per gli occhi: era così leggiadra e lei e il suo cavallo sembravano una cosa sola.
“mah...” iniziò “è carino, abbastanza intelligente, va benissimo” disse Vicky e prima che Gwen potesse ribattere fu interrotta dall’arrivo di Jacob che si sedette accanto a me “Vicky adoro i tuoi stivaletti” disse con il suo tono leggermente femminile “lo so vero? Sono i nuovi della collezione invernale di Louis Vuitton” disse orgogliosissima la ragazza “non ci credo! Come li hai avuti?” Chiese lui stupito “sai avere come migliore amica la regina” disse Vicky guardandomi e io alzai le mani “vuoi anche tu delle Louis Vuitton Jake?” Chiesi scuotendo la testa divertita “certo che no...ma magari una borsa di Chanel...avete saputo della festa di Sam?” Chiese lui sistemandosi il cappotto rosso “no cosa?” Domandai, non sapevo facesse gli anni ad inizio dicembre.
Stavamo diventando amiche eppure non sapevo neanche la sua data di nascita, certo che facevo proprio pena.
Mentre Jacob stava per rispondere fummo nuovamente interrotti “ragazze” disse Sam, accompagnata dalla sua corte “volevo invitarvi alla mia festa di compleanno che si terrà nel mio dormitorio questo sabato sera” disse rivolgendoci un ampio sorriso e intanto ci porse delle lavorate buste nere.
Alzai le sopracciglia, la casualità del loro arrivo faceva impressione.
“Siete tutte invitate” disse e mi strizzò l’occhio “care ragazze dovrete portare anche un accompagnatore “ disse con sguardo divertito.
La guardai male e lei mi sorrise “ti va di passare da me più tardi?” Chiese sistemandosi una ciocca ribelle “ma certo” Risposi e Jake mi fissò allibito.
Chloe mi lanciò una lunga occhiata e poi se ne andarono tutte come erano arrivate.
Aprimmo le buste e notammo gli inviti, sbuffai ma subito mi venne un’idea per rendere il tutto più divertente.
“Ragazze ho un’idea” Dissi trattenendo a stento l’euforia “oh no quando ha un’idea andiamo male” disse Gwen scuotendo il capo “andiamo venerdì a fare shopping per la festa” Dissi senza badare alle parole della ragaza “in che senso?” Chiese Gwen circospetta “dei vestiti per la festa ma facciamo che ce li scegliamo a vicenda” Dissi ancora più contenta “vuol dire tipo che io l’ho scelgo a te, tu a Daisy, Daisy a Gwen e Gwen a me?” Chiese Vicky con gli occhi che brillavano “si esatto magari si possono chiedere consigli però la diretta proprietaria non dovrà sapere nulla!” Aggiunsi “lo facciamo” disse subito Victoria “sono sicura che Daisy sarà contenta” “Gwen?” Chiesi rivolgendomi all’amica, lei sbuffò “tanto se dico di no lo facciamo lo stesso quindi” “brava “ battei le mani contenta.
In tutto questo Jacob ci stava fissando con aria stralunata “voi siete super intelligenti...” sbottò alla fine “vorrei tanto partecipare anch’io, peccato” “se vuoi venire...” Chiesi, infondo Jake era un nostro amico, era del corso di animali con me ed era davvero simpatico e dolce.
“Posso veramente?” Chiese lui con gli occhi che brillavano per la felicità.
Guardai le mie amiche ed entrambe sembrarono contente “perfetto, e dovrai assolutamente aiutarmi” Dissi.
“Ma certo regina”Disse divertito “di sicuro ha più gusto di te” sentenziò Vicky sistemandosi il cappotto, la guardai male “che c’è?” Chiese “nulla, nulla”.
“Non sapevo foste amiche tu e...miss sono onnipotente” disse Jake mordendosi un unghia perfettamente sistemata.
“Si ecco diciamo che è una cosa nuova anche per me...” Dissi mordicchiandomi un labbro “bene sarà il caso che vada...Matthew mi starà aspettando” disse e si alzò con più grazie di me
“ci vediamo venerdì pomeriggio” disse e scese i gradoni salutando Daisy e poi proseguendo verso la scuola.
“Secondo voi sta con..?” Iniziai e Vicky mi guardò in malo modo “che c’è?” Chiesi alzando un sopracciglio “non sarai mica omofoba?” Chiesi indignata “no idiota” disse “Matthew sai almeno chi è?” Chiese alzando gli occhi al cielo scocciata “Ehm...” Rispose per me Gwen “siete due sceme.... è suo fratello...quello che fa prima...?” Disse cercando di farci venire in mente qualcosa ma non sapevo minimamente chi fosse “ah va beh lasciamo perdere” disse scostando i capelli che il vento continuava a lasciarle davanti al viso.
“Tu inviterai Jasper giusto?” Chiese Gwen cambiando argomento e io rimasi interdetta...non ci avevo proprio pensato, in quel momento quasi con un movimento involontario guardai verso la mia guardia che mi stava fissando con aria assorta.
Mi morsi il labbro e trattenni il fiato.
Appena mi girai intercettai lo sguardo scettico di Vicky che esprimeva un messaggio molto chiaro: dobbiamo parlare.
“Sta sera mangiamo a casa così ti diamo una mano per il tuo appuntamento, ragazze scusate ma devo proprio scappare” Dissi alzandomi e scendendo di fretta i gradoni.
Non riuscivo a reggere quello sguardo indagatore di Vicky e la odiavo quando faceva così perché sapevo che mi avrebbe sbattuto in faccia la verità e quella avrebbe fatto tanto male.
Simon subito mi affiancò “Tutto bene?” Mi chiese, non lo so, stavo bene? Avevo fatto un casino con Jasper e uno ancora più grande con Simon.
“Si certo” risposi poi, avrei voluto aggiungere altro ma improvvisamente il telefono di Simon iniziò a squillare e lui automaticamente rispose.
“Pronto...si, ma certo è con me...ma certo signore...sicuramente...giorno e notte signore...buona giornata signore” riagganciò e io lo guardai con un sopracciglio alzato “chi era?” Chiesi “farsi gli affari suoi Alimede mai?” Disse lui ironico “era Ryan” aggiunse “Ryan il capo della sicurezza?” Chiesi stupita “che succede? I miei genitori stanno bene? Mia sorella?” “Alimede stanno tutti bene, ci sono state delle ribellioni nel sistema alfa b145; tuo padre teme per la tua incolumità quindi d’ora in poi dovrò sorvegliarti giorno e notte” disse con un sorriso storto, alzai gli occhi al cielo “come se ti dispiacesse” Dissi ironica dandogli un leggero pugno sulla spalla “mai detto il contrario”.
Proseguimmo verso il dormitorio e mi sentii invadere da una sensazione di panico.
Daisy aveva ragione, la storia con Jasper era solo... un passatempo e mi dispiaceva molto ammetterlo, lui si meritava di meglio.
Se l’avessi, per così dire, lasciato avrei perso anche un mio grande amico.
“Mi sembri più pensierosa del solito” disse Simon facendomi sobbalzare “perché di solito sono pensierosa?” Chiesi abbozzando un sorriso “si Alimede sei sempre nel tuo mondo” scosse la testa “ a cosa pensi?” Mi Chiese, oh merda; mi schiarii la gola “ho fatto un casino...” iniziai, dove volevo andare a finire? Cosa avrei potuto dire? Scusa io non amo né te né Jasper quindi boh non so proprio che fare, mi dai una mano per caso?
“Tra me e Jasper?” Finí lui per me. Rimasi interdetta con la bocca che disegnava una O perfetta “si Alimede si vede lontano un miglio” aggiunse, ah bene mi aveva tolto l’imbarazzo di dirlo ad alta voce.
“Mi dispiace” Dissi, era un periodo che con lui chiedevo solo scusa.
“Di cosa?” Domandò lui fermandosi in mezzo al sentiero, eravamo circondato dagli alberi, nel silenzio più assoluto, spezzato solo dal rumore dei nostri passi e respiri e ovviamente dal mio cuore a mille.
Mi voltai nella sua direzione “tu non lo ami?” Chiese alzando un sopracciglio e regalandomi un bellissimo sorriso da far scogliere chiunque “io...” iniziai ma sinceramente non sapevo cosa aggiungere, era la verità la pura e semplice verità.
“Non credi nell’amore?” Chiese arrotolandosi un mio boccolo intorno al dito “no! Io credo assolutamente nell’amore... l’amore come quello dei libri” risposi sognante “ma Jasper non è quella sensazione?” Chiese lui circospetto, scossi la testa “no infatti...e so benissimo che si meriterebbe di più, non una ragazzina egoista che non ha il coraggio di lasciarlo, anche se non so bene se siamo mai stati insieme... non ho neanche il coraggio di lasciarlo perché ho paura di perdere il mio amico” conclusi e la voce mi morì “non sei egoista Alimede... hai solo paura di perderlo...” disse lui con una voce roca e davvero dolce.
Mi morsi il labbro per soffocare l'istinto di baciarlo o fare altre cazzate; “io non mi aspetto nulla” disse accarezzandomi la guancia, lo guardai confusa “so che non hai tempo per una relazione seria né potremmo mai stare insieme e a me va bene qualunque cosa tu decida di fare... se non vuoi più parlarmi va benissimo, se no...” non concluse e io avrei tanto voluto sapere il se no, ma in quel momento avevo cose più importanti; lui aveva capito il mio problema e a lui andava benissimo così.
Mi alzai in punta di piedi e avvolgendogli le braccia intorno al collo lo tirai verso di me, verso la mia bocca.
Lui rispose immediatamente al mio bacio, stringendomi la vita e facendomi aderire perfettamente al suo corpo.
Era una sensazione divina, come se tutto il resto non contasse nulla, era come un momento al di fuori della realtà, un momento tutto per noi.
Una raffica di vento mi fece trasalire, mi staccai contro voglia dal suo corpo caldo. “Sarà meglio rientrare prima che ti venga il raffreddore” disse con un grande sospiro.
Lui mi circondò le spalle, tenendomi stretta al suo corpo e ci rimettemmo in cammino verso il dormitorio.
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The queen
RomanceI suoi occhi azzurri avevano le pupille dilatate dall'eccitazione. Si diresse con calma verso il tavolo, io trattenni il fiato, consapevole solo in quel momento di quanto mi importasse e che avrebbe potuto benissimo non scegliermi. C'erano milioni d...