CAPITOLO 14
Mi guardai allo specchio, seguii con il dito il contorno degli occhi e poi delle labbra.
Mi imbronciai e sbuffai; scossi la testa e recuperai la spazzola in modo da cercare di contenere i ricci.
Mi morsi il labbro per non ridere: ora sembravo un leone che aveva preso la scossa.
Chiusi gli occhi.
GWEN chiamai nella testa dolcemente MI FARESTI LE TRECCE? Chiesi e mi immaginai lei alzare gli occhi al cielo e sbuffare.
Poco dopo apparve in bagno e scoppiò a ridere.
“Che c’è?” Borbottai coprendomi il viso “cosa ti è successo esattamente ai capelli?” Chiese indicando la massa bianca che aveva vita propria.
“Io...” iniziai “eddai mi faresti le trecce?” Chiesi cercando di cambiare argomento “le solite? Attaccate alla testa, francese o tedesca?” Chiese e io la guardai storto “okay capito la solita” disse e ridacchiò “sai un po’ di elasticità mentale non ti farebbe male” disse e mi fece sedere su uno sgabello e lei si posizionò dietro.
Incominciò ad intrecciare capelli e io chiusi gli occhi.
“Come va con Sam?” Chiese cogliendomi di sorpresa, spalancai gli occhi e la fissai attraverso lo specchio “in che senso?” Chiesi “so che vi vedete spesso in questo periodo” disse andando avanti ad intrecciare i cappelli, “come lo sai?”
Aprii gli occhi di scatto.
Lei non sarebbe venuta, io non l’avrei chiamata...mi mancava, mi mancavano le solite routine, lei che mi prendeva in giro, noi che ridevamo insieme.
Sbuffai.
Mi avvicinai allo specchio e inizia ad intrecciare...mi aveva insegnato lei eppure...Indossai la solita canottiera nera e i pantaloni da combattimento, fissai Raziel che non si era ancora alzato, [vieni con me?] Chiesi inginocchiandomi a grattargli le orecchie pelose.
Grugnì qualcosa [eddai Raz!] Dissi e lui borbottò qualcosa di incomprensibile e io ci rinunciai.
“Ci vediamo dopo okay?” Dissi prendendo la giacca ed uscendo.
Uscii in giardino e per poco non mi scontrai con le mie guardie “signorina” dissero composti e io alzai gli occhi al cielo.
“Andiamo” aggiunsi e incominciai a camminare spedita tra gli alberi.
Non avevo più parlato con Simon dopo quello che era successo tra noi.
Sospirai, mi misi le cuffie e feci partire la musica.
Arrivati davanti alla palestra aprii la porta e rimasi bloccata: c’erano Chace e Vicky che si stavano allenando; per la precisione c’era Vicky che si stava facendo insegnare a tirare a pugni.
Entrambi si voltarono a fissarmi sbigottiti e io sorrisi timidamente.
“Non volevo...interrompervi” Dissi alzando un sopracciglio “no non si preoccupi, venga pure” disse Chace facendo un leggero inchino.
Io entrai e appoggiai la giacca, due delle guardie si erano posizionate all’entrata e Simon e Carter invece mi seguivano come falchi.
“Ti va di combattere?” Chiesi alla mia amica sorridendole radiosa “si” Rispose lei euforica quanto me “ma non usare i tuoi poteri...non vale” disse lei facendo finta di mettere il broncio.
“Certo” Dissi battendo le mani, Chace si spostò e così rimanemmo io e Vicky a fissarci.
“Vuoi delle armi?” Chiesi “o senza?” Lei sembrò rifletterci sù “armata” Rispose infine “scegli la tua” Dissi e lei si avvicinò alle rastrelliere e afferrò una Flamberga: un arma tedesca con la lama ondulata.
La guardò e poi venne verso di me.
Scossi la testa divertita e andai a prendere dei pugnali.
Eravamo entrambe prevedibili.
Vidi che Chace e Simon stavano parlando tra loro “non starete mica scommettendo?” Urlai e loro sorrisero.
Prima di iniziare misi l’iPod nel lettore e la musica si diffuse in tutta la stanza.
Mi posizionai di fronte a Vicky che mi voleva trafiggere con i suoi occhi verdi, le sorrisi.
“Regole” dissi io e la vidi sbuffare, ero sicura che stesse pensando che io amavo le regole ed era assolutamente vero.
“Non ti ucciderò” disse lei e io scoppiai a ridere “tu uccidermi?” “Oh eccome” disse lei maliziosa.
“Le ferite vanno bene” Dissi e lei annuí “okay dai iniziamo?” Chiese lei, era impaziente di combattere.
“Va bene”.
“Come pensi di battermi con quelli?” Chiese lei scettica e divertita.
Guardai le mie guardie: stavano sorridendo.
Fissai la mia avversaria, lei mi attaccò con la spada dritta verso il mio petto, mi spostai in modo che affondasse la lama nel vuoto.
Lanciaì il pugnale verso l’impugnatura e la sua spada cadde a qualche metro di distanza.
Lei sbuffò e mi attaccò senza armi.
Mi colpì allo sterno e io schivai un altro pugno diretto al mio collo.
Le afferrai un braccio e facendogli uno sgambetto e la feci cadere.
Lei mi guardò malissimo così la lasciai e feci per darle la mano ma lei con una capriola all’indietro si rimise in piedi.
Mentre sgattaiolava via mi aveva fregato un pugnale; decise di colpirmi verso la carotide ma mi abbassai.
Nei combattimenti era un vero e proprio vantaggio essere bassi come me.
Lei mi tirò il pugnale che non colpi il bersaglio e cadde a terra appena accanto a me e io con una mossa rapida lo raccolsi con il piede.
Scossi la testa, si avvicinò e mi tirò un pugno destro: se era stato Chace ad insegnarle aveva fatto pena, si vedeva quando doveva usare una o l’altra mano si preparava con tutto il corpo; ottimo per l’allenamento, pessimo per un vero combattimento, l’avversario capiva esattamente da che parte avrebbe attaccato.
La schivai e mi spostai in modo da essere di fronte alle vetrate e fu in quel momento che notai Eos che stava salendo le scale per entrare nella palestra e proprio a causa di quella distrazione Vicky mi diede un pugno in faccia facendomi traballare.
Avevo tutto l’occhio che dolorava, molto probabilmente avrei avuto una macchia violacea entro un’ora.
Lei sembrò soddisfatta.
Okay ora basta giocare; le diedi un pugno esattamente all’altezza della trachea e lei con gli occhi spaventati indietreggiò; quello faceva davvero male.
Mi morsi il labbro “scusa” Dissi non volevo certo farle male.
“Tranquilla” disse riprendendosi e colpendomi con un calcio alla caviglia facendomi cadere.
Lei si mise di fronte a me e io la feci cadere.
Stavamo ridacchiando entrambe, era davvero divertente.
Lei si spostò e io prima che potesse fare qualcosa mi misi sopra di lei estraendo un pugnale e puntandolo contro al sua carotide.
“Saresti già morta un milione di volte” Dissi sempre premendo la lama contro il suo collo e intanto estrassi l’ultima lama e me la rigirai in mano.
“Mai scegliere l’arma per prima” Dissi “soprattutto se l’altro non prende un arma lunga come la tua” la ammonii “mai distrarsi” aggiunsi più a me stessa che a lei “mai lasciare il collo scoperto” “già questo l’ho notato” borbottò offesa “mai lasciare una via di fuga al tuo avversario”.
In tutto questo le guardie non avevano sentito nulla a causa della musica quindi per loro ci stavamo semplicemente fissando.
Lei cercò di disarcionarmi e io con sguardo offeso le premetti più forte l’arma sul collo “neanche questa era una mossa intelligente, perché se davvero volessi ucciderti ora saresti morta e defunta; dovresti disarmarmi” suggerii.
Lei cerco di afferrare l’arma che avevo nell’altra mano.
Finendo per tagliarsi, “devo dire che Chace come insegnante senza offesa ma fa pena” ridacchiai e lei alzò gli occhi al cielo.
“Ora se io fossi in un combattimento avrei usato i poteri” disse lei mentre i suoi occhi mutavano sul viola “oh no” Dissi “niente poteri” aggiunsi, lei con il dietro di un coltello che fino a poco fa era appoggiato innocuo sul pavimento mi diede una botta nel retro della testa.
Lei utilizzò quel momento per alzarsi e puntarmi contro un mio pugnale.
“Visto?” Disse anche se io non la vedevo bene poiché avevo la vista leggermente appannata, i miei occhi involontariamente diventarono rossi e di scatto afferrai il pugnale che lei mi stava puntando addosso.
Mentre lei indietreggiava lo scaraventai ovviamente mirando a un braccio.
Mi bloccai a mezz’aria con il coltello ancora in mano, avevo la spada di Vicky contro la gola.
Premeva e sentivo la lama fredda contro la mia pelle.
Espirai titubante.
Chace mi stava puntando la Flamberga contro.
“Posa l’arma” disse e sia io che Victoria lo guardammo confuse.
Poi io spostai lo sguardo verso le mie guardie, erano sull’attenti ma Simon l’aveva previsto quindi qualunque cosa ora stessi per fare avrebbe funzionato.
“Vorresti veramente uccidere la tua regina?” Dissi con tono ironico e lui sbiancò: ecco il momento di esitazione, afferrai l’arma e la ribaltai portandomi dietro anche la guardia.
Chace ora giaceva a terra preoccupato “mai distrarsi” Dissi senza distogliere gli occhi da quelli della guardia “e le emozioni nei combattimenti sono ciò che ti porteranno a morire” Dissi sta volta verso Vicky che sembrava divertita.
Mi alzai e andai a rimettere a posto i pugnali.
Poi mi rivolsi a Chace “spero tu sappia proteggerla meglio di così” Dissi con voce dura, meno male che Vicky si sapeva difendere da sola.
Mi voltai e notai Eos appoggiato alla porta che era davvero divertito della situazione.
Chace nel frattempo si era alzato e Vicky stava fissando mio fratello con sguardo truce: ma che cosa succedeva tra quei due?
“Posso combattere contro di te?” Mi chiese mio fratello e io scossi la testa divertita “ma certo”.
Scommetto che volesse dimostrare qualcosa o a Vicky o alla sua guardia ma sinceramente non ne capivo il motivo.
Vicky si spostò andando accanto alle guardie e sedendosi su una panca mentre si medicava la ferita alla mano.
Lui spense la musica (scusa ma mi distrae) disse (lo so) risposi io.
Lui si tolse la giacca e rimase con una t-shirt aderente che metteva in risalto i suoi muscoli.
(Armi?) Chiesi ironica (ti piacerebbe) Rispose lui.
Okay con lui potevo andarci pesante (stessa cosa) disse lui.
I suoi occhi diventarono rossi e i miei lo imitarono subito.
Lui corse contro di me e alzò la mano destra ma mi colpì con il piede all’altezza del ginocchio facendomi cadere, io rotolai su un fianco e gli diedi un pugno contro la costola.
(Sorellina come sei delicata) disse lui prendendomi per un piede e ribaltandomi, io assecondai il movimento per poi atterrare in piedi.
Presi un fioretto e nello stesso istante lui fece la stessa cosa.
(Prevedibile) Dissi io e intanto mi girai e gli tirai un calcio all’altezza del petto, lui indietreggiò.
Lui affondò la lama contro di me e la parai con un colpo.
Lui colpiva e io difendevo, ad un certo punto mi venne un’idea, mi morsi la mano con cui tenevo l’arma e la mia spada cadde come la sua.
Apparve un segno a mezzaluna sia sul mio palmo che sul suo.
“Non si fa” disse lui rabbioso e divertito allo stesso tempo “giochi sporco” aggiunse “chi ha mai detto che gioco pulito?”.
Lui corse verso di me e mi fece cadere, ora avevo il suo corpo che mi premeva contro il pavimento, mi prese le braccia e le posizionò sopra la testa (sei morta sorellina) disse e io sorrisi (ti piacerebbe) prendendolo alla sprovvista lo spostai e mi trovai io sopra di lui.
Nella sua stessa posizione di poco prima.
Gli feci la lingua, (lo sai che non puoi vincere contro di me) disse lui ribaltandomi e mentre con una mano teneva entrambi i miei polsi con l’altra mi premeva la trachea.
Annaspai (okay okay hai vinto) Dissi e lui lasciò la prese e io feci rientrare aria nei polmoni.
Lui si alzò e mi offrí la mano, la afferrai “che stronzo che sei, potevi lasciarmi vincere” Dissi e lui alzò un sopracciglio “ah si?” “No preferisco così” Dissi infine.
Poi lui guardò Vicky e gli fece uno dei suoi migliori sorrisi, di quelli che ti fanno sciogliere.
“Guarda e impara guardia” disse Eos a Chace il quale sbiancò ulteriormente.
Vicky distolse gli occhi, guardai Simon “come siamo andati?” Chiesi e le mie guardie risero di gusto.
“Perché non usate i poteri?” Chiese Carter verso noi due, io fissai Eos “perché non c’è gusto” rispondemmo in coro.
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The queen
RomanceI suoi occhi azzurri avevano le pupille dilatate dall'eccitazione. Si diresse con calma verso il tavolo, io trattenni il fiato, consapevole solo in quel momento di quanto mi importasse e che avrebbe potuto benissimo non scegliermi. C'erano milioni d...