■7■ L'ultima notte di pazzia?

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Finalmente a casa! Verifica di inglese, recuperata stamattina. Appuntamento dalla temuta parrucchiera per la spuntatina semestrale, mantenuto e senza troppa sofferenza visto che una volta tanto si è attenuta alla mia richiesta di accorciare solo il necessario. Svago: meglio di così non poteva andare.

L'uscita di questa sera infatti è stata soddisfacente e spensierata. Sono contenta di essere riuscita a far svagare un po' Dorota, era da tempo che non la vedevo così serena. Ci siamo divertite tanto al bowling e abbiamo davvero riso come due sceme attirando l'attenzione di tutti gli altri. Forse inizia a mettere da parte tutta la storia con Mister Tenebroso e questo lo desidero con tutta me stessa. Tanto poi la vendetta su un piatto d'argento ci penso io a servirla.

Jeremy era con noi e sembrava essere spensierato e tranquillo per una volta, anche se è rimasto tutto il tempo solo a guardarci dal tavolino poco più in là della pista da gioco. Forse ha bevuto un po' di birra in più del solito e per questo rideva in continuazione e ogni tanto ci incitava applaudendo. Quando ci siamo salutati avevano entrambi gli occhi che brillavano di contentezza, e questo di riflesso, dà soddisfazione e pace anche a me. Per una serata non ho voluto pensare più a nulla se non a loro due, tanto che non ho preso nemmeno una volta in mano il telefono.

Doccia, pigiama e a letto. Sì, ci crede l'intero universo... Devo controllare se c'è qualche notifica prima! Difatti ce ne sono almeno una trentina e spero vivamente che almeno una sia un messaggio di ESsE.

Purtroppo no. Certo che si stanca presto il tizio... Oppure magari non è il tipo di persona che sta lì a cercare gli altri. Forse vuole che siano gli altri a cercare lui. Gli scrivo io allora, anche se è mezzanotte passata.

«Carissimo ESsE, come stai?».

Troppo confidenziale? Non ne ho idea, probabilmente sì, ma di solito ai ragazzi piacciono le sfacciate, credo. Staremo a vedere, intanto attendo che risponda, ma è ancora offline... maledetto, svegliati...!

Solo ora mi accorgo che ci sono alcuni messaggi di Virginio. Mi ha scritto circa dieci minuti fa, su VS. Finalmente ha capito che è meglio evitare Whatsapp.

«Che fine hai fatto?!».

Non c'è modo migliore per iniziare la conversazione. Prima sparisce e poi chiede a me dove sono finita, che faccia tosta.

«Nessuna fine. Sono a casa» rispondo e immagino che a breve starò a imprecare perché Virginio mi ha rovinato la serata. Prendo una ciocca di capelli tra le dita e inizio a torturarla com'è mia abitudine quando mi innervosisco.

Se ne esce sempre con discorsi in cui ostenta il suo sincero desiderio di avermi vicino, in cui tenta disperatamente di convincermi che ci tiene a me e poi... poi si perde, si perde in una bolla di sapone che quando esplode sparisce nel nulla. Non c'è coerenza tra quello che dice e quello che fa e col tempo ho imparato a non fidarmi solo delle parole. Non sono i fatti che contano? Io fatti non ne vedo e non è un ragazzino che possa permettersi di non avere un certo equilibrio, ha quasi dieci anni più di me, diamine!

Non risponde nemmeno lui e ormai sono talmente nervosa che se mi scrivesse Mister Tenebroso, temo non sarei per niente gentile con lui, come mi sono proposta.

«Sto benissimo. Tu, MissMagenta?» eccolo qui. Perfetto tempismo.

«Bene, grazie, sto andando a letto» taglio corto. Non ho più voglia di parlare nemmeno con lui.

«Già stanca?».

Che faccia tosta. Che ne sa di come ho passato la mia giornata? Se io fossi una fattorina e oggi avessi sollevato mobili, frigoriferi e divani?

«Stanca, sì, sufficientemente per non rispondere neppure a questa tua domanda!»

«Uh, qualcuno è nervosetto stanotte...» e da come scrive immagino il suo sorrisetto strafottente.

«Allora forse un cervello ce l'hai. No, perché iniziavo a dubitarne».

«Touché. Dai resta che te la faccio passare io l'arrabbiatura...».

«Oh, bene, una frase interpretabile... L'eccitazione che mi trasmetti è pari a quella che mi assale quando bevo caffè decaffeinato: cioè zero».

«Oh, non ti facevo così. Mi stai piacevolmente sorprendendo».

Tu mi stai stufando invece.

Sto pensando che forse è meglio smetterla con questo tipo che davvero mi pare solo superficiale. Certo non mi sarei potuta aspettare altro, ma speravo ci mettesse un po' più di tempo a confermare il mio presentimento.

«Buonanotte» tento di concludere, ma poi aspetto per vedere cosa risponde.

«Spero lo sia per te» scrive lui e questa frase mi incuriosisce.

«In che senso?».

«Niente, spero che passi una buona nottata».

«Sì, ma perché...? Questa frase lascia intendere che per te non lo sarà o sbaglio?».

«Non sbagli».

Resto per un attimo a riflettere. Come mai per lui dovrebbe non essere una piacevole notte di riposo come lo sarebbe per tutti gli altri?

«Racconta» scrivo semplicemente.

«No, sarebbe troppo lungo e noioso, non mi va di scrivere un romanzo».

«Capisco, scrivere molto in chat farebbe seccare anche me» sospiro, mi balza un'idea in testa, e avrei preferito non mi fosse mai venuta in mente. A quanto pare lui mi precede.

«Se te lo raccontassi a voce?».

«Non so...» tentenno io. «Se mia madre mi sentisse parlare a quest'ora, si arrabbierebbe».

«Non intendevo sentirti al telefono, ma di persona».

Resto leggermente spiazzata.

«Ma se mia madre non vuole che stia al telefono, pensi che mi permetterebbe di uscire di casa?».

«E tu non l'hai mai fatta una pazzia?».

In effetti quello che sto facendo con te è una pazzia bella grossa. Tutta questa storia della vendetta, di me che mi fingo un'esca... Per arrivare a cosa...?

Appoggio la schiena alla testata del letto e vedo che il telefono sta per abbandonarmi. Scrivo quello che spero sia l'ultimo messaggio, almeno per quanto riguarda la giornata di oggi.

«Dai, ne parliamo domani, ti lascio, buonanotte».

«Domani potrei non esserci più».

«Che vuol dire?».

«Quel che ho detto, ma ok, buonanotte, è stato un piacere conoscerti, anche se per poco... MissMagenta».

«No, aspetta!».

«Che c'è?».

«Dimmi dove e ci incontriamo».

«Bene».

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