■3■ Mister Tenebroso e la falsa modella

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Questa mattina mi sento un sole. Ma non perché io stia splendendo o svolgendo il suo compito di dare luce e calore, ma perché tutto mi gira intorno. Io sono al centro della galassia e ogni cosa - scrivania, armadio, letto, comodino, persino poster, muri e pavimento -, mi vorticano intorno. Un caffè non può farmi che bene se solo avessi un Ambrogio a cui ordinare di portarmelo. Mia madre è scesa al lavoro, mio padre idem, mio fratello all'Università e io sono sola che cerco di alzarmi da questa sedia su cui ho passato la notte. L'ultima mezz'ora, tempo in cui mi sono addormentata sul pc, non è servita a darmi il ristoro che pretendevo. Rischio seriamente di far tardi a scuola e oggi, in quel dannato liceo che odio, c'è la verifica di inglese, l'immancabile verifica che si presenta sempre quando non ho nessuna intenzione di andarci. Se decidessi di restare a casa, dovrei come minimo avvisare mia madre e, oltre a ciò, cosa ancora più importante, dovrei avere un motivo - o una scusa - plausibile o quantomeno credibile.

Potrei gettarmi dalle scale e spezzarmi una caviglia, ma il dolore proprio non lo sopporto e diciamoci la verità, è un gesto estremo anche per me, questo. Forse allo stesso livello di quello che ho fatto questa notte...

Penso a questo e i miei occhi saettano sullo schermo. Non so perché voglio ricontrollare la chat ed entro dunque in Virtual Social. Diamine, è lunghissima. Leggo qualche frase qua e là poi il telefono mi notifica un messaggio.

«Ti aspetto dietro casa tua? Ti porto al bar, oggi faccio in tempo»

È Virginio... Ogni tanto si ricorda di me a quanto pare. Di che mi lamento? Sono solo due settimane che non si fa sentire. Tempismo perfetto comunque, doveva riapparire magicamente proprio ora? E adesso cosa gli rispondo qui dall'alto della spirale cosmica in cui sto volteggiando?

«Non vado a scuola»

Ti prego non chiedermi perché...

«Perché?»

Uffa.

«Non sto bene» sono costretta a mentire, anche se davvero ho la testa che rimbalza come una pallina impazzita.

«Cos'hai?»

Certo, ora vengo a dirti che ho passato tutta la notte a chattare con ESsE perché ho promesso a me stessa di vendicare l'orgoglio ferito della mia amica...

«Ho forti giramenti di testa»

«E i tuoi che dicono? Non hanno pensato di portarti al pronto soccorso?»

Eccolo che inizia con le sue solite paranoie... Lo metto subito a posto. Cosa usiamo noi donne solitamente come capro espiatorio per tutti i nostri stati d'animo e sintomi fisici fastidiosi e dolorosi?

«Ho il ciclo»

«Hai ciclo? Ma non ti arrivavano intorno al sette?»

Mannaggia a te che hai sempre buona memoria!

«Sì, ma i sintomi iniziano già una decina di giorni prima... sono nella sindrome premestruale, non mi sono proprio arrivate...»

Bevitela per favore.

«Ok, ma stai a letto. Ti chiamo più tardi, nella pausa pranzo. Mi avvio al lavoro, così trovo meno traffico. Ciao bella»

Bevuta!

«Ciao e grazie Virgi, a dopo»

Non mi chiamerà, lo so. Lo dice tutte le volte, ma poi non lo fa.

Sarà meglio avvisare Jeremy. Racconto anche a lui la storia della sindrome premestruale - almeno in alcuni casi è utile -, e gli dico di riferirlo alla prof, così magari mi fa recuperare la verifica un altro giorno. Ora resta lo scoglio più aguzzo e difficile da scavalcare: mia madre. Sto già sudando, sebbene siamo all'inizio di dicembre.

Non risponde e i miei occhi tornano sul pc ancora fermo sulla chat tra MissMagenta e lui, ESsE. Mister Tenebroso è subito partito all'attacco, facendomi i complimenti - sarà felice Céline Mamre, la modella poco famosa a cui ho rubato viso e fisico - e chiedendomi persino il numero di telefono. Gli ho detto di darmi un po' di tempo, quanto basti per fidarmi di lui. La mia curiosità poi è scivolata su un pensiero che da diverso tempo mi tormenta: il suo viso. In tutti questi mesi in cui lui e Dorota si sono sentiti, non ha mai messo una sua foto, ma solo immagini di animali strani, mostruosi, teschi, immagini inquietanti... E la mia cara amica non ha mai avuto il coraggio di chiedergliela. Da lì il soprannome che gli ho affibbiato, Mister Tenebroso, dato che a conti fatti non sappiamo un bel niente di lui. L'unica cosa che le ha detto, è che abita appena fuori Milano, motivo per cui sarebbe facile incontrare la bella Dorota, ma questi ormai sono solo progetti campati in aria e non si realizzeranno più. Comunque gli chiederò più avanti di farsi vedere, meglio aspettare per evitare che si insospettisca.

Naturalmente lui non mi conosce, anche se Dorota gli ha parlato molte volte della sottoscritta. Io però non ho mai voluto che gli dicesse qual era il mio profilo perché la verità è questa: non mi sono mai fidata di lui. Nonostante questo non mi sarei di certo potuta presentare con il mio vero profilo, LudovicaVica -nickname di cui ancora mi vergogno -.

Mentre ancora rispulcio la chat, mi prende un colpo. ESsE è online... e mi sta scrivendo! Chiudo immediatamente, ma poi non resisto alla nuvoletta viola che insistente mi appare sopra all'angolo destro. I messaggi diventano due e poi tre. Voglio trattenermi, ma mentre lo penso, il mio dito è già lì che preme il tasto per attivare la chat.

Leggo e rimango impietrita.

«A quanto pare mi hai preso per uno sprovveduto»

«Cara MissMagenta»

«O dovrei chiamarti Céline Mamre?»

Sono fregata!

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