«Perché l'hai fatto?» continuo a chiedere, non ottenendo risposta. Non posso lasciare il mio popolo proprio ora, hanno bisogno di me.
«Da oggi sarai mia prigioniera» risponde, con un filo di incertezza nella voce. Avanzo ancora e lei si alza, mantenendo lo sguardo su di me.
«Hanno bisogno di me, non posso lasciarli» dico, cercando di non alzare di molto il tono.
«Perché mi hai fatto questo? Devo combattere questa guerra al loro fianco!» continuo. Lei mi scruta, riesco a leggere pentimento nei suoi occhi, è stato un gesto impulsivo, che non avrebbe dovuto fare. Continua a regnare il silenzio, riprendo a camminare nervosamente avanti e indietro.
«Accompagnami a casa» esordisco, andando di fronte a lei.
«Non posso farlo»
«Devi farlo» dico ferma. Il suo respiro si fa pesante, di nuovo.
«Clarke»
«No» la interrompo avanzando ancora a passo deciso, arrivo a qualche centimetro dal suo viso.
«Non è così che vincerete» sibilo. Mi guarda stupita, si fa leggermente indietro.
«Non l'ho fatto per questo»
«E allora per cosa!» esclamo agitando le mani in aria. Ancora silenzio, il che mi fa infuriare ulteriormente. Lei rimane lì, a due passi da me, facendo saettare lo sguardo dai miei occhi al resto della stanza, senza dire una parola. Improvvisamente le porte si spalancano ed entrano i due terrestri di prima.
«No! No!» comincio a urlare e dimenarmi, ma la mia resistenza ha vita breve dato che sono stata privata dalla mia arma. Mi imbavagliano e legano le mani, di nuovo. Vengo riportata davanti a Lexa, la quale mi scosta la stoffa dalla bocca.
«Sta per scatenarsi una guerra, Clarke. Ho bisogno di te» afferma.
La guardo in malo modo prima di sputarle in faccia. Vengo subito strattonata dai due terrestri che mi trascinano verso l'uscita.
«Fammi andare via! Hanno bisogno di me!» continuo a urlare mentre mi dimeno. Lei rimane lì, al centro della stanza, osservandomi mentre vengo portata brutalmente all'esterno. Saliamo in un altro edificio, piuttosto alto. Una volta salite le scale vengo letteralmente gettata in una stanza. È grande, con un ampio letto e un armadio. Un finestra proietta l'immagine del villaggio sottostante, e anche delle foreste che ci circondano. In un primo momento scaglio calci e pugni alla porta, ma sembra che se ne siano andati tutti, o semplicemente mi ignorano. Alla fine mi getto a peso morto sul letto, scoppiando nuovamente a piangere, questa volta a causa della rabbia e del nervosismo. Improvvisamente sento alzarsi un boato di voci dal villaggio, mi affaccio prontamente alla finestra. L'esercito dei terrestri sta marciando in direzione delle foreste, la guerra è ufficialmente iniziata. Prendo a pugni il muro fino a farmi sanguinare le nocche, la mia gente è la, senza di me. Vedo che le persone applaudono al passaggio dell'esercito, il quale è davvero numeroso. Continuo ad osservare fino a quando non vedo la cavalleria, che chiude lo schieramento. Al centro, su un cavallo bianco, vedo Lexa. Incrocio il suo sguardo quando alza la testa verso di me, immagino si aspettasse che mi affacciassi. Continua a rimanere girata fino a quando non sparisce fra gli alberi, inconsciamente anch'io ho mantenuto lo sguardo su di lei durante tutto il suo passaggio. Una parte di me vorrebbe che non fosse andata a combattere, ma l'altra parte mi dice di odiarla per avermi allontanata dal mio popolo. Mi scaravento nuovamente sulla porta, le mie mani hanno ormai tagli profondi, ma ancora non si apre. Comincio a dimenarmi e rompere tutto ciò che trovo. Improvvisamente la porta si apre e vengo colpita. Mi accascio a terra, mentre una donna mi pianta un ago nel braccio. Mi dimeno ancora, ma poco a poco le forze vengono a mancarmi. Riconosco la donna, era quella a cui avevo annunciato il mio volere di combattere, la donna di colore. Vengo portata di peso sul letto, comincio a vedere appannato e sentire le voci lontane. Graduatamente gli occhi mi si chiudono, è tutto completamente nero, non sento più nulla e cado in un sonno profondo.
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To the moon and back
FanficLexa kom trikru, comandante dei terresti. Clarke Griffin, comandante del popolo del cielo. La terra ormai era inabitata da secoli, la popolazione si era radunata a bordo di una nave spaziale, l'arca. Era ormai di tempo di ritornare alle origini, ne...