Pochi giorni dopo mi ritrovo seduta nuovamente su quel masso, a pensare a tutto ciò che è accaduto. Sono stati giorni movimentati, c'è stato il funerale di Octavia e tanta tristezza. Il mio pensiero a fine giornata era sempre lo stesso: una persona stava rischiando la vita per me, di nuovo. I terrestri vogliono attaccare la base del popolo della montagna, non pienamente consapevoli della loro potenza e delle loro armi. Nessuno sa dove sia realmente Lexa, ma quello che è certo è che tutti vogliamo andare a liberarla. Persino Indra, dalla quale mi aspettavo di ricevere molte informazioni, non ne sapeva più di me. Io e Raven abbiamo lavorato duramente, siamo riuscite a disegnare una mappatura precisa della base nemica, aiutandoci anche con le informazioni che i terrestri avevano al riguardo. Abbiamo pianificato tutto nei minimi dettagli: entreremo nella struttura dal retro, attraverso i tunnel sotterranei della miniera, ci armeremo di armi da fuoco che abbiamo potenziato, nulla può andare storto. Tutti sono pronti a vendicare la nostra amica, e lo sono anch'io. I terrestri hanno ben altre intenzioni: liberare il loro comandante e distruggere quel nemico che da sempre li aveva perseguitati. Aspetto qui seduta, fino a quando vedo Bellamy uscire dalle mura e venire verso di me.
«Siamo pronti» annuncia fermo. Da lì a poco scorgo Indra fra gli alberi e capisco subito che è il momento di andare.
«Andiamo» concludo alzandomi. Il resto del nostro popolo ci raggiunge e ci accodiamo ai terrestri. Camminiamo per un lasso di tempo che mi sembra infinito, quando finalmente arriviamo. Mettiamo subito il piano in azione: una parte di noi si schiera davanti al portone principale con Bellamy e Murphy, mentre io e Indra guidiamo gli altri nel retro. Dopo svariati tentativi riusciamo ad entrare all'interno della struttura, dentro al tunnel abbiamo incontrato qualche guardia, ma siamo riusciti ad ucciderli senza farci notare. Subito lancio il segnale a Bellamy, poco dopo si sente un grande schianto e il portone principale si apre. Riusciamo a cogliere i nemici di sorpresa, anche se fu una vera strage. Gli uomini della montagna aprono subito il fuoco, molti dei nostri muoiono. Indra si ferì gravemente ad una gamba, mentre io me la cavai con qualche taglio e livido. Poco dopo percorriamo le scale che portano al piano superiore. Siamo in netto vantaggio, abbiamo liberato tutto il piano terra, ora manca quello superiore. Salgo velocemente le scale facendomi strada fra la massa di persone.
《Di qua!》 grido indicando un grande portone bianco. I terrestri inaspettatamente mi seguono, uccidendo tutte le guardie che cercano di ostacolarci. Arriviamo alla porta e la spalanco. Vedo diverse persone legate, altre stese su lettini bianchi, altre ancora imprigionate in gabbie.
《Che cosa significa?》 esclamo indignata.
《Stanno usando il nostro sangue》dice Indra raggiungendomi. Passo attraverso quella stanza orrenda, la maggior parte delle persone è ridotta davvero male. Mi guardo intorno, confusa, fino a quando una voce non mi riporta alla realtà.
《Clarke》 riconosco subito la voce. Mi volto di scatto. Lexa è distesa su un lettino, la sua carnagione è più pallida del solito, indossa un camice bianco e i suoi capelli sono a dir poco sconvolti. Mi affianco subito a lei e poggio una mano sul suo viso.
《Cosa ti hanno fatto?》
《Non dovevi venire qui》risponde con un filo di voce.
《Sapevi che sarei venuta》 dico mentre stacco i fili che la collegano ad una macchina.
《Non mi hai dato ascolto, non te l'avrei lasciato fare》
《Non è una buona motivazione per rischiare la vita!》
《Tu avresti perso la tua》 conclude alzando il viso verso di me. Mi fermo per guardarla negli occhi. Chino leggermente il capo su di lei, facendola sorridere. Prima che possa accorgersene poggio le mie labbra sulle sue, sembra che non aspettasse altro.
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To the moon and back
FanfictionLexa kom trikru, comandante dei terresti. Clarke Griffin, comandante del popolo del cielo. La terra ormai era inabitata da secoli, la popolazione si era radunata a bordo di una nave spaziale, l'arca. Era ormai di tempo di ritornare alle origini, ne...