«Clarke!» esclama Bellamy facendosi largo fra i rovi. La terra, quanto mi era mancata. Aria pulita, gli alberi, il cielo, il mare. Stare lassù era deprimente, non era quello il mio posto, il nostro posto. Fare parte delle prime 100 persone ad aver messo piede qui dopo secoli è emozionante. Dall'arca controllano i nostri spostamenti, devono essere sicuri che ci siano le condizioni giuste per poter vivere, siamo delle cavie, se così si può dire. Continuo a camminare, cerco di non allontanarmi molto dal nostro accampamento, ma la curiosità è tanta.
«Clarke!» sento urlare di nuovo. Mi volto di scatto, a volte dovrei veramente smetterla di pensare, mi perdo sempre.
«Murphy e gli altri sono andati in esplorazione, dovremmo tornare»
«Va' tu se vuoi, io vorrei proseguire da questa parte» rispondo distrattamente.
«Sei sicura che sia una buona idea?» sorrido. Bellamy è alto e muscoloso, potrebbe essere un ottimo leader, anzi, vorrei che lo fosse, sento il carico delle responsabilità tutta sulla mie spalle, non credo di esserne pronta.
Annuisco e proseguo nel mio cammino. Non sento più i suoi passi dietro di me, sta sicuramente tornando all'accampamento. Mi faccio strada fra i rovi e i vari cespugli, cercando di non perdermi. Avevo bisogno di un po' di calma, questi giorni sono stati l'esatto opposto. È ormai una settimana che siamo qui, abbiamo fatto un buon lavoro con la nostra postazione e le condizioni sembrano essere stabili. Vengo sopraffatta da un rumore, un fruscio.
«Bellamy?» azzardo insicura. Non sento nulla, soltanto il cinguettio di un uccello. Decido di incamminarmi verso la via del ritorno, forse non è stata una buona idea. Non appena muovo un piede sento di nuovo quel rumore, questa volta più forte, e più vicino. Estraggo la pistola dai pantaloni.
«Bellamy?» chiedo, questa volta più forte. Mi incammino velocemente, il rumore cessa. Sono sollevata, probabilmente era soltanto un piccolo animaletto. Ripongo la pistola in tasca, ma quando alzo la testa vedo in lontananza una nebbia, ha un colorito strano, sembra giallastra. Cosa può essere? penso fra me e me. Gli animali corrono tutti dalla parte opposta alla nebbia, impauriti. Rimango ferma, mi accorgo che quello che sembra essere un muro giallo, a differenza mia, si muove, velocemente.
«Bellamy!» urlo, nessuna risposta. Comincio a correre, non mi importa più di quanto mi possa allontanare, devo scappare da quella cosa. Corro sfrenatamente, e gli animali con me.
«Cazzo!» esclamo, quando la mia corsa viene frenata dal mio piede incastrato in un ammasso di rovi. Nel cercare di liberarlo mi taglio, le spine si sono infilate nella mia caviglia.
«No no!» esclamo ancora, muovendo velocemente il piede cercando di alzarmi, ma non faccio altro che peggiorare la situazione. La nebbia è a ormai pochi metri da me, devo correre subito, ora. Sento qualcosa avvicinarsi a me, non faccio in tempo a girare il viso che vengo strattonata malamente per un braccio, cado rovinosamente e mi ritrovo in fondo a quello che sembra essere un bunker sotterraneo. Respiro affannosamente cercando di capire ciò che è appena successo.
«Chi sei?» chiedo incerta. La persona davanti a me si volta, ha una spada in mano. Non ottengo alcuna risposta, la ragazza mi copre la bocca e mi lega le mani. Mi dimeno, nessuno dell'accampamento lo farebbe mai.
«Da dove vieni?» chiede puntandomi la spada alla gola. Alzo lo sguardo, ha gli occhi cerchiati da trucco nero, fino alle guance. Con una mano mi sposta il bavaglio dalla bocca.
«Dall'arca» rispondo, cercando di mantenere il controllo della situazione.
«Popolo del cielo» dice, per poi slegarmi le mani. Sono letteralmente terrorizzata. Si volta, prontamente estraggo la mia pistola.
«Non fare un passo» dico, puntandogliela contro. Porta una candela vicino al suo viso, illuminando entrambe.
«Se avessi voluto ucciderti l'avrei già fatto» risponde, mantenendo il suo sguardo su di me. Abbasso leggermente l'arma.
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To the moon and back
Hayran KurguLexa kom trikru, comandante dei terresti. Clarke Griffin, comandante del popolo del cielo. La terra ormai era inabitata da secoli, la popolazione si era radunata a bordo di una nave spaziale, l'arca. Era ormai di tempo di ritornare alle origini, ne...