capitolo 9

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L'indomani mi alzo più tardi del solito. Mi dirigo fuori dalla tenda e aiuto Octavia e Raven a ricostruire le mura.
«Clarke» dice all'improvviso Octavia posando il pezzo di legno che aveva in mano. Mi volto verso di lei attendendo che continui.
«Abby mi ha detto della tua intenzione di allearti con i terrestri, non funzionerà.» afferma.
«Non è una mia volontà, è un nostro bisogno. Non riusciamo a combattere contro due popoli, se i terrestri ci aiuteranno, riusciremo a vincere.» rispondo continuando a lavorare alle mura. Lei sospira, non sembra per niente contenta. Raven è rimasta in silenzio, gliene sono grata.
«Dobbiamo far parlare il terrestre, solo così riusciremo ad avere informazioni» esordisce all'improvviso quest'ultima.
«Che terrestre?» chiedo stranita. Octavia si irrigidisce all'istante, ma non dice una parola.
«Durante la guerra siamo riusciti a catturarne uno, ma non sembra voglia parlare» spiega. Rimango interdetta, ma questa cosa potrebbe davvero essere a nostro vantaggio.
«Non è torturandolo che otterrete ciò che volete» interviene Octavia aspra. La guardo stupita.
«Octavia..»
«No! Lui mi ha salvata, avrebbe potuto uccidermi ma non l'ha fatto! dovete lasciarmi parlare con lui» esclama prima di andarsene. Io e Raven ci scambiamo uno sguardo preoccupato, ma riprendiamo a lavorare.
«Spero che sia davvero l'unica cosa che ci rimane da fare per sopravvivere» continua lei riferendosi all'alleanza.
«Lo è» rispondo ferma. Continuiamo a lavorare fino a pranzo, poi andiamo a prendere posto vicino al falò. Durante il pasto parliamo del più e del meno, come previsto, molti di noi non sono d'accordo sull'allearsi con i terrestri, ma penso si siano convinti che è l'ultima spiaggia. Alla fine decidiamo di provarci, ma soltanto dopo aver ricostruito il nostro villaggio. Dopo pranzo ci mettiamo tutti all'opera, lavoriamo davvero duramente, in una sola mattinata l'accampamento ha ripreso forma. Il pomeriggio passa velocemente, è già calata la sera. Non ho voglia di cenare, così decido di andare a sedermi sullo stesso masso su cui ieri avevo incontrato Lexa. Non ci sono state tracce dei terrestri per tutto il giorno, probabilmente aspetteranno la nostra risposta. Ancora un giorno di lavoro e l'accampamento sarà pronto. Ammetto di non sentirmi a mio agio all'idea di dover ritornare alla base terrestre, ma lo devo fare per il mio popolo, solo per loro.
«Clarke» sento chiamarmi alle spalle. Mi volto e vedo Bellamy venire a fianco a me e sedersi.
«Come stai?» mi chiede guardandomi negli occhi. Gli sorrido lievemente.
«Sto bene, tu?» rispondo riportando lo sguardo sulla foresta.
«Anch'io» dice rialzandosi.
«Forse è meglio rientrare, è tardi» continua. Mi alzo anch'io e lo seguo all'interno delle mura. Ci salutiamo e mi dirigo subito nella stessa tenda in cui ero ieri. Vedo che anche Octavia ha preso posto nel letto a fianco al mio, le sorrido prima di andare a coricarmi.
«Lincoln» dice lei all'improvviso, sorridendo verso il soffitto.
«Cosa?» le chiedo girandomi verso di lei. Continua a mantenere lo sguardo verso l'alto.
«Lincoln, ha detto che si chiama Lincoln» risponde. La guardo un po' sorpresa.
«Ti ha parlato?»
«Sì»
«Sei l'unica con cui lo fa» commento sinceramente, facendola sorridere ancora di più. Sorrido anch'io inconsciamente. Decido di non continuare il discorso, cerco di prendere sonno.
«Domani sera andrai dai terrestri» continua Octavia, questa volta voltandosi verso di me.
«Lo so»
«Fa' attenzione» conclude. Le sorrido e annuisco, lei fa lo stesso per voi voltarsi dall'altra parte e chiudere gli occhi. Rimango per un po' di minuti a fissare il soffitto e ascoltare le voci di qualcuno fuori. Poi decido finalmente di chiudere gli occhi, poco dopo mi addormento.

To the moon and back Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora