28. A casa

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Mi sveglio e guardo l'ora, sono le nove del mattino. Gli altri staranno ancora dormendo quindi decido di scendere a fare la colazione.
Inizio a preparare uova strapazzate, pane tostato, succo d'arancia e metto un po' di frutta, che nessuno mangerà, per bellezza.
Appena vedo che sono le dieci vedo scendere i ragazzi.
Li controllo uno ad uno ma non vedo Jackson.
Alex si avvicina a me e dice <Verrà direttamente all'aeroporto, stamattina presto è venuto a prendere la valigia>
<Mi dispiace> dico mortificata, se ora stiamo tutti così è solo per colpa mia.
Che stupida, stupida, stupida sono stata!
<Fa niente Alex. Stai tranquilla> dice lui abbracciandomi, dopodiché si va a sedere vicino a Charlie e io con la mia solita nonchalance mi siedo vicino a Kate e Jason.
<Vi piace?> chiedo
<Si. E se è il tuo modo di farti perdonare per il casino che avete fatto tu e Jake io ti perdono> dice Eddy mangiando in fretta e furia, accenno un sorriso e inizio a magiare.
Quando finisco di prepararmi, metto le ultime cose in valigia e sono pronta per partire. Porto la valigia giù e nel mentre, dato che c'è uno specchio attaccato al muro lungo le scale, mi ci specchio e controllo di non sembrare una barbona. Mi sono messa un leggings nero, scarpe dell'Adidas, maglietta bianca e felpa nera sempre dell'Adidas.
I capelli sono raccolti in una coda e in faccia ho messo solo un po' di mascara.Per oggi si può fare.
Eddy, Jason e Alex caricano tutto sul taxi che abbiamo chiamato e poi tutti insieme saliamo, diciamo all'autista dove portarci e in mezz'ora siamo all'aeroporto.
Iniziamo ad entrare e vedo Jackson andare vicino ad Eddy.
Lo guardo per un po' e poi distolgo lo sguardo quando se ne accorge.
Ci fanno imbarcare e mi siedo vicino a Jason e Jackson come all'andata, peccato solo che questa volta sarà molto imbarazzante, e credo che non arriverò a Daly City con il sorriso stampato in bocca, ma con una faccia da "si ho ucciso qualcuno ma mi ha fatto incazzare, non importa sto bene, ma non posso dire lo stesso del cadavere che ho nello zainetto", si nello zainetto, se lo si fa a pezzettini c'entra.
***
<Il volo per Daly City atterrerà tra cinque minuti> viene annunciato questo fantastico messaggio e io, Jackson e Jason diciamo <Finalmente!>
Diciamo che il viaggio non è andato bene, ansi non si avvicinava nemmeno a "bene".
All'inizio c'era un silenzio tombale, poi per sbaglio lui urta il mio gomito e va tutto bene, mi chiede scusa e io non gli dico niente poi per sbaglio io urto il suo gomito e lui si incazza e iniziamo a litigare perché pensava che lo avessi fatto apposto, io gli dicevo di no e niente continuavamo a litigare, mentre Jason poverino si tappava le orecchie. Dopo abbiamo litigato perché lui mi ha schizzato con il sugo della pasta e io ho iniziato a schizzare lui, poi Jason rosso in faccia a fatto spostare Jackson e gli ha detto di spostarsi perché non ne poteva più di noi due, poi Jackson si è arrabbiato con Jason perché ha preso le mie parti, poi Jason si è arrabbiato e poi calmato e gli ha detto che non era così poi io ho iniziato a sbroccare e .... bè è andata male.
Scendiamo dall'aereo e andiamo a prendere le valige, tiro giù la mia e poi con la mia macchina accompagno i ragazzi alla stazione perché prendano il treno, mentre le ragazze tornano a casa in moto, lasciandomi le loro valige.
<Ciao ragazzi> li saluto sorridendo, mentre Jackson va via, i ragazzi mi rivolgono un sorriso e mi salutano <Ciao Lexa> in quel momento sento la mancanza di quel nome da parte di Jackson, poi capisco. I ragazzi mi hanno chiamata così solo per attirare l'attenzione di Jackson, che si ferma paralizzandosi e poi continua a camminare indifferente. Mi rattristo e mi ricompongo a tempo di luce, metto in moto l'auto e ritorno a casa.
Lascio le valige alle mie amiche e quando sto per andarmene Charlie mi chiama e mi dice <Domani Alex viene qui per stare un po' insieme. Forse viene Jackson...> lascia la frase in sospeso
<E quindi? Può fare quello che vuole non mi importa più niente di lui> dopo averlo detto me ne torno a casa e ceno con la mia famiglia.
<Ci sei mancata Alex> dicono i miei
<Anche voi tanto>
<Com'è andata?> chiede poi mio padre
<Bene> dico
<Che hai fatto al braccio?> chiede mia madre allarmata
<Niente sono caduta stai tranquilla> le dico
Na merda! Peggio di così non poteva andare.
<Hai fatto le foto? Dopo c'è le fai vedere?> chiede mamma per non pensare al mio braccio
<Certo. Ora sono un po' stanca, vado a letto per voi va bene no?> chiedo
<Certo> dice mia mamma stringendo la mano di mio padre e poi mio padre dice <Alex sicura sia tutto apposto?>
<Si tutto apposto. Notte mamma. Notte papà> dico e salgo le scale velocemente, mi metto il pigiama e prendo il telefono in mano per controllare se mi è arrivato un messaggio da qualcuno.
Da Jackson...
No, non me ne frega niente di lui.
<Non me ne frega niente> dico
<Ne sei sicura?> chiede una voce e salto giù dal letto mentre questa voce ride.
<Chi sei?> chiedo e si accende una luce.
<Vuoi, sul serio, difenderti con una coperta?> chiede Charlie
<Sei matta? Potevi uccidermi!> dico tenendomi una mano sul cuore.
<Oh non fare la melodrammatica. Guarda pigiama nuovo!> dice indicando il suo nuovo pigiama, spegne la luce e entra nel mio letto. Entro insieme a lei e ci copriamo.
<Da dove sei entrata?> chiedo
<Sempre dalla finestra.> dice
<Devo stare attenta, se litighiamo potresti uccidermi nella notte> dico
<Oh si. Senti dimmi la verità, ti sei innamorata vero?> chiede
<Sto dormendo.> dico e faccio finta di russare
<Andiamo...> dice lagnandosi
<Charlie ho sonno, poi se ne riparlerà, tanto domani non verrà me lo sento> dico
<Io non ci spererei tanto> dice
<Lo conosco, siamo simili alla fine. Io non verrei> dico
<Ma noi ti obbligheremmo, quindi alla fine verresti. E poi non sottovalutare Jason, Alex ed Eddy> dice
<Non sono come voi due. Loro hanno paura di Jackson> dico
<No... loro fanno credere a Jackson di avere paura, come noi con te. In realtà noi cerchiamo di prendervi il più delicatamente possibile, perché siete delle mine vaganti> dice Charlie
<Dovrei cambiare vero?> chiedo girandomi verso di lei e guardandola negli occhi.
<No, a noi piaci così. Ma se diventassi ancora un po' più forte non sarebbe male. Ma non confondere la forza con la freddezza> dice
<Già le confondo spesso> dico
<Già> dice lei
<Ora dormiamo, ne parliamo domani> dico
<Va bene Alex> dice
<Notte Charlie> dico
<Notte sorellina> dice e in poco tempo ci addormentiamo.

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