Capitolo XXI: Nuovo Alleato

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   La chiamata venne rifiutata e – per l'ennesima volta - partì la segreteria telefonica. Nathalie sbuffò tirandosi i lunghi capelli biondi e gettando poi il cellulare tra le pieghe del suo lenzuolo viola.

Era preoccupata per Abby. Lei pareva essere sparita e - se solo non fosse stato per sua nonna – Nat avrebbe provveduto per avvisare le autorità.
Fortunatamente Iside le aveva riferito quanto successo in mattinata. Aveva visto la ragazza in biblioteca e per giunta in compagnia di due ragazzi. Quello era un problema in più. Alexander Lefevre, uno dei giovani - descritto dalla donna come un "giovincello ben educato e premuroso" - la tormentava perennemente.

Sembrava che solo lei riusciva a dare importanza ai piccoli dettagli: Alex era comparso a Fidnemid dal nulla, privo di alcun parente o precedente in città.
Era un qualcosa di assolutamente impensabile.

Lui si era intrufolato forzatamente nella vita della sua migliore amica e poco aveva di cui vantarsi. Essere cordiale e gentile non cambiava il pensiero di Nathalie. Lo vedeva come una persona falsa. Aggrottò le sopracciglia e optò per cambiare il soggetto delle sue preoccupazioni.

Il secondo accompagnatore invece - stando sempre alle descrizioni di Iside - non rientrava nelle sue conoscenze.
Ciò accrebbe il disagio

Nathalie non parlava con Abby dal giorno in cui Logan Ross l'aveva attaccata; dal preciso momento in cui qualcosa di strano si era trascinato via la sua amica. Lei non aveva mai creduto alle leggende di cui viveva la città. Pensava a queste come a dei racconti fantasiosi e utili per placare la curiosità dei più piccoli. Sentiva quanto la loro mentalità fosse soggiogata da quelle storie. Non aveva dato loro la giusta attenzione, non andando oltre a vederle come dei semplici fatti storici che si erano trasformati tramandandoli.

La paura aveva sovrastato la ragione creando i mostri della foresta. Lo aveva imparato stando con sua nonna e rovistando tra gli archivi della vecchia biblioteca. La storia era formata dai fatti, le superstizioni dalle paure che avevano infangato quei fatti concreti.

Nemmeno quando Abegail fu aggredita e i suoi genitori uccisi, in lei quella certezza era vacillata. Sempre al fianco di Abby, la sosteneva in ogni modo a lei possibile. Aveva persino imparato ad agire come il dottor Harvey. La lasciava sfogare e poi le spiegava che era giusto; che quelle immagini le servivano per superare e spiegare il suo trauma, ma che non erano reali. Avrebbe fatto molto altro se solo non avesse avuto paura di sbagliare. In fondo Abeagil era la sorella che si era scelta nella vita; un legame indissolubile le accompagnava, come il filo rosso del destino. Purtroppo però ogni cosa ha pur sempre una fine.

Ebbene dal preciso istante in cui Abby era stata risucchiata da qualcosa che Nathalie non poteva spiegarsi; qualcosa che non era riuscita a vedere, ma soltanto a sentire. Da quel momento lei aveva cominciato a disfare le sue credenze. L'irritazione e la paura per quella situazione condussero i suoi nervi al limite tanto che si acciuffò i numerosi capelli, digrignando i denti. Dopodiché raggiunse con un balzo il letto dove i suoi ragionamenti la condussero alla prima soluzione.

— Forse sta cercando di superare questo giorno con tranquillità.

   Alluse al compleanno di Abby, stendendosi meglio.
Era ormai risaputo che il 7 Giugno - così come la settimana seguente - erano giornate da strappare dal calendario.

Improvvisamente un altro volto si fece spazio fra i tortuosi pensieri della Laurent: era quello di Logan. Il suo ciuffo ribelle, gli occhi castani, magnetici e le labbra puntellate da un piercing divennero i padroni della mente di Nathalie. In seguito si aggiunsero dei ricordi.

— Logan, sei ferito?

   Il ragazzo ringhiò frustrato, scansando la mano che Nathalie gli aveva porto. Pareva un animale al quale avevano sottratto la preda più ambita proprio da sotto il naso. Philip era scappato ormai da tempo, ma lui sembrava lo stesso infuriato. Con chi? Nat non lo seppe.

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