Capitolo X: "Aggiusta Ciò Che Hai Distrutto"

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Fidnemid, 5 Giugno.

— Sei pronta a riceverne un altro?

   Abby non rispose. Che senso avrebbe avuto? Non le fu dato nemmeno il tempo necessario per compiere quell'atto tanto semplice poiché il ragazzo di fronte a lei la costrinse ad accovacciarsi per tentar di proteggersi il più possibile dalle sue percosse. Ci fu un secondo colpo, inatteso più del precedente. Questo arrivò troppo presto e - prendendola impreparata - la scaraventò contro il muro logoro del retro della scuola facendola poi cadere tra l'erba e il terriccio.

Il suo corpo sfiorò delle casse rischiando di esser ferito da delle schegge. Abegail sapeva che nessuno sarebbe arrivato ad aiutarla, neanche se fosse riuscita a urlare a squarciagola. L'orario scolastico era concluso da tempo per sperare che qualcuno fosse nei dintorni. Tutti erano scappati, assecondando l'ardente desiderio di fuggire da quella scuola: l'equivalente di una galera per matti. Quel giorno la fortuna aveva deciso di abbandonarla. Messo il primo piede fuori dal portone principale, fu violentemente afferrata e condotta dove non poteva avere via di fuga. Era lontana dalla folla che – stranamente - tanto avrebbe voluto aver intorno. Magari si sarebbe salvata.

— Allora? Non rispondi? — le chiese con strafottenza lo stesso ragazzo. — Eppure ricordo di averti sentita parlare con il biondino.

   Affermò mentre i suoi capelli color ruggine si muovevano seguendo le spinte delle gambe. Botte ben assestate che andavano a fermarsi contro il torace della giovane a terra.

— Logan, stai esagerando.

   Lo richiamò una seconda presenza alle spalle dell'assalitore. Tuttavia - nonostante quelle parole – questa non si degnò di muovere un solo muscolo in aiuto di Abegail. Anzi parve che le sue labbra formassero un voluminoso sorriso, crudele quanto la morte.
Come potevano esistere persone del genere?

Logan grugnì poco prima di abbassarsi e afferrare Abby per la solita felpa priva di colore. Poté così rialzarla, mettendola alla sua altezza.
I loro nasi erano talmente vicini da sfiorarsi, ma gli occhi di entrambi si trovavano distanti dal presente. Il fiato del ragazzo andava a posarsi sulle lenti degli occhiali di Abegail e la sua presenza – tanto vicina a lei – le scuoteva il corpo.

— Allora, come mai apri bocca solo con lui?

   Chiese Logan con la mascella serrata aumentando la stretta. Era da tanto - troppo tempo – che Abby non si trovava nel mirino di quei bulli, spesso diversi. Si era abituata a essere ignorata, ma mai avrebbe pensato che il motivo fosse Alex. La sua presenza la proteggeva da tutto ciò e – in quei giorni in cui lui sembrava essere sparito - gli anni erano tornar meno.

— Philip, tocca a te.

   Annunciò l'aggressore rivolgendosi verso il suo complice. Philip Harvey, capelli ondulati e di un castano chiaro, occhi marroni e fisico gracile, non aveva nessun precedente né un motivo per comportarsi da prepotente. Lui e Abegail a malapena si conoscevano di vista. Si erano visti pochissime volte quando lei andava alle visite da suo padre, ma non le era sembrato un mascalzone. Infatti lui tentennò incerto dopo che il suo sguardo era passato sul corpo della ragazza e - come per riprendersi da un ipnosi - spense il suo ghigno- Successivamente si allontanò di pochi passi da quella scena, reputandola troppo crudele. Aveva forse acceso la mente e capito cosa stesse accadendo?

— Cosa stai facendo?

   Domandò Logan voltandosi con sguardo accigliato.

— I-io non credo di poterlo fare.

   Si giustificò l'altro spalancano i suoi occhi marroni. Philip non pensava che il suo nuovo amico potesse aver usato tanta forza bruta, ma appena questo si spostò - donandogli la visione completa della giovane - dovette ricredersi. Abegail aveva i capelli scomposti e una chiazza tendente al viola sulla guancia faceva impallidire il resto della carnagione. Le mani intorno al polso del suo assalitore pregavano di esser lasciata in pace.

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