Fidnemid, 17 Giugno.
Abegail fu nuovamente costretta a immergersi tra le urla e il brusio del centro città. Vide alcune bancarelle in costruzione e altre già pronte con i venditori che - sorridendo - elogiavano fin troppo i loro prodotti. Lei sbuffò avvicinandosi alla Piazza dell'unione. Quel fermento le aveva ricordato la festa destate che si sarebbe celebrata pochi giorni dopo. La calca correva strepitando disomogenea e lanciandole ogni tanto degli sguardi severi.
Il solstizio stava bussando prepotente alle porte di Fidnemid e i cittadini si stavano preparando alla ricorrenza, divenuta agli occhi della ragazza come una tradizione obbligatoria. Pensava che avesse perso la sua bellezza, anche se lei non era riuscita a vederla. Era solamente una festa in cui le strade si riempivano maggiormente, senza un significato. Erano tutti degli ipocriti. Professavano e credevano agli spiriti maligni, ma perdevano di vista quelli benigni, coloro che portavano il cambio di stagione.
Dei bambini corsero davanti a lei, inseguendo i fratelli o gli amici e facendole arrestare il cammino. Allora si guardò intorno, sopra di lei i rami dei pochi alberi presenti in città si muovevano danzando con il vento. Era una giornata afosa e persino il vento non bastava per compensare. Successivamente Abegail sedette sul bordo della fontana della piazza aspettando Hereweald.
Poteva vedere la confusione a pochi metri da lei circondarla e la struttura della scuola venire inghiottita dalla polvere. Dalla sua posizione scorgeva un poco il cortile della scuola e il suo manto erboso terribilmente arido. Dei brividi risalirono lungo le sue braccia ricordandole di Logan. Dopodiché si guardò i palmi delle mani soffermandosi sui piccoli segni che le erano rimasti. Delle gocce scapparono alla precisione dei getti della fontana e – seguendo il vento - la rinfrescarono bagnandole le spalle. In quel modo l'attesa fu meno estenuante.
Le campane della chiesa suonarono improvvisamente, oltrepassando il fastidioso rumore del circondario e facendola rabbrividire. Avrebbe dovuto dire agli altri che in città c'erano altri demoni?
Scosse la testa deglutendo e cercando di pensarci il meno possibile.
Erano le nove: l'orario previsto da Hereweald per il loro incontro. Ancora doveva capire perché lui si era comportato in quella maniera, stranamente. Abby non sapeva che aspettarsi, rimase appoggiato al bordo della fontana ascoltando l'ultimo rintocco abbandonare l'aria.Attese impaziente, ma un quarto d'ora dopo era sempre sola e nella stessa posizione. Si vergognò per esser stata tanto sciocca; per aver sperato in qualcosa di piacevolmente anomalo nella sua vita. Rimase ferma accontentandosi del sollievo che ogni tanto, le donavano le gocce d'acqua fresca. Aveva presto perso ogni interesse nel comprendere le motivazioni del demone.
Stette semplicemente ad attenderlo spostando la testa da destra a sinistra, ma lui non arrivò. Abegail incrociò poi le braccia al petto sentendo un solo rintocco evidenziare il ritardo del demone: era passata mezz'ora e di Hereweald nemmeno l'ombra. La ragazza capì che non sarebbe più arrivato; si asciugò il sudore sulla fronte con un braccio e sfogò la sua frustrazione calciando lontano un sassolino della ghiaia.
Dopodiché si pulì le lenti degli occhiali utilizzando l'orlo della maglia. Avrebbe dovuto aspettarsi una situazione analoga. Chi mai l'avrebbe voluta tra i piedi? Era molto più probabile che - in quel preciso momento - Hereweald stesse mettendo a soqquadro la sua camera da letto per ritrovare il libro che aveva dimenticato da Alexander.
Pensò a quando era rimasto fra le pieghe del divano; oscuro e tenebroso l'aveva richiamata con le decorazioni vive. Non le importò che fosse illeggibile né che inizialmente l'avesse spaventata infondendole strane sensazioni. Aveva ceduto alla tentazione e lo aveva inserito nella sua piccola libreria.
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Cronache Dell'Anima | The Original Sin
Paranormal[CONCLUSA - da revisionare] Volume Primo. Nell'oscurità si celano molti segreti. Il passato è colmo delle peggiori delle dinamiche. Sangue, morte, fame, tradimenti... Non c'è fine a ciò che non ci hanno raccontato sui nostri avi. La falsità gov...