Capitolo XXXVIII: L'ultima Avanguardia

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Inferno.

   Un boato ridestò Lilith dai suoi pensieri. Successivamente strinse le mani in due pugni facendo schizzare le vene; si mosse poi un poco per accomodare meglio la sua figura e strizzò gli occhi sbuffando. Si era dovuta momentaneamente accontentare di un miserabile seggio in roccia. Dopodiché grida e grugniti entrarono come un vento impetuoso nella cavità che usava per gli alloggi regali: una lunga galleria scavata nella terra in prossimità della prigione di Lucifer.

Lì il caldo regnava grazie anche alle torce maleodoranti e la puzza dei demoni che entravano e uscivano per portare rifornimenti di armi ai loro compagni. Il suono di scontri fra metalli e passi pesanti tuonò nel terreno mentre lame e lamenti dolorosi danzavano nell'aria irrespirabile. Era un'atmosfera che vedeva la guerra come fonte insaziabile di cibo.

Mia regina.

   Una gracile creatura balzò correndo in direzione della donna. L'abito lungo da monaco e innumerevoli mappe per le mani accentuarono la sua scarsa importanza. Era alto, poco statuario, quasi completamente ossuto; la pelle olivastra presentava numerose scaglie e scottature. Lilith si concentrò sul volto del nuovo arrivato: portava lunghi capelli corvini raccolti in una coda, aveva una leggera barba. Gli occhi dal taglio allungato con le iridi chiare erano gli unici aspetti a differenziarlo dai mostri raccapriccianti del sottosuolo.

Che meticcio inutile. Pensò immaginando il demone dalle sembianze disgustose e l'umana che lo avevano creato senza dargli in eredità alcuna utilità.

Taon, spero per te che siano buone le notizie che mi porti.

   Lilith giocò con un fuoco nello sguardo, paragonabile al magna vivo. Conosceva la paura del messaggero; il timore che lo aveva spinto a sottomettersi a lei. Il volto del demone divenne livido, le mani gli tremarono e la bocca sottile si aprì numerose volte, producendo versi distaccati. La sovrana tornò seria dopo una smorfia allegra: sapeva benissimo che al di fuori di quel buco i suoi voleri stavano tuttora scatenando risse interne.

Altri tre mostri corsero all'interno del cunicolo, raggiunsero il fondo ed estrassero alla cieca dozzine di armamenti trafugati dai sotterranei del palazzo, non più sede governativa. Taon arricciò il naso appuntito in un'espressione sofferente nella quale si crearono varie rughe.

Parla.

   Sentenziò Lilith accavallando elegantemente le gambe e drizzando la schiena mentre i soldati si precipitavano nella calca, per non farne più ritorno. A loro era bastata la promessa di una ricompensa, una bugia bella e buona per sacrificarsi come carne da macello. Bramavano il caos e il sangue più della loro stessa vita.

Sono un gruppo di circa trenta demoni, i Peccati originali ne sono a capo e vogliono liberate il r... — si irrigidì capendo l'errore e perdendo alcune delle sue carte dalle mani. Successivamente si morse il labbro serrando le palpebre. — Lucifer, vogliono liberare Lucifer!

   Un secondo scoppio precedette un ruggito animalesco. Il traforo tremò perdendo pezzi dal soffitto poi, una luce si propagò dall'entrata generando fumo e polvere. Tuttavia a Lilith sembrava importare.

Ira, Avarizia, Invidia, Superbia, Gola, Accidia...

   Ondeggiò la testa a ogni nome rammentando l'aspetto dei primi peccati; i principi di ogni casata infernale, tutte creature nate direttamente dalle dita di Lucifer e il male che ogni umano ha nel profondo.

Mia Signora, stanno sterminando tutti coloro che hanno provato a respingerli. Stiamo perdendo combattenti!

   Taon provò a farla ragionare vedendo lo sguardo perso dell'altra. Nessuno si aspettava un'azione del genere, tanto meno che a guidarla fossero i capostipiti del traviamento. Successivamente il messaggero si chinò e raccolse le sue scartoffie, cadutegli per lo spavento.

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