Capitolo XXV: Allevamento Di Anime

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   Abegail si avvicinò a Nathalie. Osservata con molta curiosità dai ragazzi che non compresero il suo cambio di umore, diventò improvvisamente impassibile. Giunse poi davanti all'amica, si inginocchiò lasciandola seduta sul divano e le sfiorò le tempie. Era un'azione innocua, ma in quell'istante provocò qualcosa di insensato.
Una scossa infatti, attraversò entrambe le fanciulle. Parve che le loro coscienze si fondessero, ma solo per un breve attimo.

Il corpo di Natalie vacillò dopo la confusione iniziale e gli occhi le si offuscarono sottraendo alla realtà la nitidezza e i colori brillanti. La piccola parte di cielo che vedeva di scorcio, perse la sua lucentezza e persino gli odori sfumarono via. Dopodiché - a distanza di secondi - tutto venne risucchiato in un vortice incolore, oscuro e comparvero persino i suoni.
In quell'esatto momento Abby spezzò il legame sbattendo le palpebre confusa.

— Cosa le hai fatto!

   Si sentì gridare. Alle sue spalle Gideon placò il respiro affannato, costringendola ad alzare lo sguardo per vedere cosa aveva combinato. Nathalie sembrava essere diventata di pietra. Era immobile e gli occhi puntavano in alto un punto inesistente. Successivamente - come se la tensione fosse scivolata via - cadde all'indietro. Inutile fu per Abegail provare ad afferrarla. Nat stramazzò in avanti, fra le braccia di Gideon che parve essersi teletrasportato da un lato all'altro della stanza tanto fu veloce.

— Cosa lei hai fatto!

   Ripeté lui con timbro alterato e occhi lucidi.

— I-io non lo so

   Cosa aveva combinato Abegail? Soltanto il segreto del suo passato avrebbe potuto spiegarlo. Lei sbiancò finendo per sedersi sul pavimento nel mentre che fissava scioccata laltra ragazza.

— Coraggio, stendila sul divano.

   Incitò Alexander frettoloso, piazzandosi tra Abby e il demone mutaforma e sistemando i cuscini del divano in maniera che non dessero fastidio a Nathalie. Successivamente Gideon posò delicatamente la ragazza sopra alla pelle del sofà. Sembrava che stesse semplicemente dormendo, aveva il respiro pesante, ma nulla che dovesse preoccupare.

— Mi vuoi dire cosa diavolo le hai fatto!

   Abby di nuovo non rispose. Si concentrò sul tremolio delle sue mani, interrogandosi pure lei su cosa avesse potuto fare.
La domanda riecheggiò come un eco infinito nella sua mente, mentre il tempo smise di scorrere. Era terribilmente lento.

— Come mai sei venuto da me? — fu Hereweald a interrompere momentaneamente l'ansia, spostandosi al lato destro di Abegail. Una volta da lei cercò di tranquillizzarla. — Non preoccuparti, vedrai che si risveglierà. — sussurrò rinchiudendo le mani di questa tra le sue. — Parla!

   Tuonò per poi rinsaldare un poco la presa intorno alla ragazza, stando comunque ben attento a non esagerare. Tra Hereweald e Gideon ebbe luogo uno scontro visivo. Fu essenziale e desideroso di vittoria da ambe due le parti. Questo portò silenzio e tensione all'interno della sala. Alla fine il muta forma dovette cedere. Non aveva la forza per porsi nei confronti del suo sovrano e dovette confessare prima di quanto aveva immaginato.

— Lilith sta per iniziare una sommossa. — Gideon osservò bene le reazioni, ma negli occhi di Hereweald vide solo freddezza. Possibile che non gli credesse? — Molti demoni, minori e dai poteri modesti, sono dalla sua parte e il soggetto da distruggere è... — decise quindi di proseguire con maggior enfasi e determinatezza nella voce. — ...il re. Vogliono spodestare Lucifer

   Quel nome fu pronunciato con un timbro rauco e tombale: la lingua demoniaca. Fu sufficiente quel singolo attimo per portare alla luce anni di pianificazioni segrete. Lui si era finalmente tolto un peso dal cuore, ma comprese che non sarebbe bastato per farsi accettare dal gruppo: doveva guadagnarsi la loro fiducia come loro alleato. Tuttavia i dubbi e le incomprensioni erano sempre troppe.

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