Capitolo 7

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ANTONIO POV'S

Quel piccolo discorso mi fece tremare le gambe. Aveva solo 13 anni ma già dimostrava di essere un leader in assoluto! Era determinato, e non poco. Però aveva ragione in ogni caso, diventammo svogliati dopo che sapemmo la squadra con cui dovevamo giocare. Venivano da 5 campionati vinti consecutivi, e potevano batterci sempre come le scorse volte. Sono da 2 anni qui, e Francesco forse non sa che sono davvero forti. In 4 incontri in 2 stagioni, tra andata e ritorno solo 2 gol facemmo. Loro più di 10 sicuramente, era una goleada ogni partita contro di noi. E se proprio devo ammetterlo, sto iniziando a invidiare proprio Francesco, che un altro po' finisco per odiarlo poiché sentii il mister parlare di un modulo ad un'unica punta, e sicuramente sarei andato fuori. Il giorno dopo c'era la partita e non pensavo che l'avrei giocata.
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FRANCESCO POV'S

Antonio era un po' turbato, non sapevo cosa gli passasse per la testa. E mi guardava sempre con aria strana. So che è qui da qualche anno, sicuramente conosce le squadre meglio di me. Ma comunque pensai solo che il giorno dopo io volevo vincere a tutti i costi quella partita che la squadra non vince da 2-3 stagioni, e se l'avremmo vinta, sicuramente avremmo avuto più ambizioni per il campionato. E le mie ambizioni sono tante, se devo dirne alcune, sono: incontrare il mio idolo, vincere un campionato professionale (spero la Serie A) e la Champions League, e se Dio vuole, anche il Mondiale. Quante volte la notte sogno di alzare un trofeo di quelli, e quante volte ho sognato il mio idolo che mi guidava nelle partite...
[...]
Mancano poche ore e poi si va a dormire, la squadra voleva andare al ristorante per mangiare, ed ero d'accordo, fino ad un certo punto... Stavamo entrando nel pullman, ma io ho sempre seguito il mio idolo, i suoi esempi, cioè: fare piccoli o grandi sacrifici per raggiungere il proprio obiettivo. E il mio, oltre ai miei sogni, era vincere la partita di domani. Quindi chiesi al mister se potevo rimanere al centro sportivo per allenarmi ancora, e accettò. Quindi subito mi diressi lì e cominciai col pallone a palleggiare un po'. Presi i pesi, qualche altro attrezzo e iniziai, senza perdere tempo. È stata la scelta giusta secondo me!
[...]
MISTER POV'S

Un ragazzo come Francesco, credetemi, non l'ho mai visto. 13-14 anni, ne dimostra 30. Per l'intelligenza sicuramente e per l'attenzione su ciò che dice e fa. Arrivò qui come un nerd: libro in mano, mp3, sempre attento... Gli dissi "ragazzino, siamo in una scuola calcio, no alle superiori" e aggiunsi una risata. Mi rispose "lo so che siamo ad una scuola calcio, e ve lo dimostrerò, mister". Pensai "ecco l'ennesimo sfigatello". Ma dopo mezz'ora che si prepararono tutti per l'allenamento, prese il pallone e iniziò a giocare come non avevo mai visto prima... Dribbling assurdi, tiri sempre precisi, un gioco di gambe asfissiante... Di tutto e di più, e in quel momento volevo rimangiarmi ciò che gli avevo detto prima. E in partita lo dimostrò. Il giorno dopo avevamo la partita contro una delle squadre più forti. Ogni tanto lui andava vicino ai compagni, come se volesse insegnargli qualcosa. Pensate che durante gli allenamenti, non guardava in faccia a nessuno. Lo faceva duramente senza pensieri. Finiva e andava ad aiutare i compagni. Era una persona eccezionale per la sua età. Mi chiedeva sempre se poteva fare un'altra seduta extra e secondo me se rifiutavo, si arrabbiava. Era un vero leader e trascinatore e voleva dare il meglio in quella partita importantissima, che si sarebbe svolta il giorno seguente.

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