NO SIGNAL.
Il cellulare rischia di schiantarsi contro il pavimento, quando per la terza volta provo a trovare un angolo dove possa esserci anche solo una tacca per il segnale.
-Stupido aggeggio!-
Una risata mi riporta con i piedi per terra, ed incrocio gli occhi di Hiccup, che scuote la testa.
Il tepore della stufetta elettrica, si è diffuso per la stanza, accesa per asciugare i miei vestiti, sento le dita delle mani scaldarsi, il calore che mi entra nella pelle.
Hiccup avrebbe potuto fregarsene, invece mi ha davvero portato a casa sua.
Per quanto curiosa non sono affari miei, su cosa ci faccia con degli abiti da donna nell'armadio.
-Non ci sono ripetitori, qui in giro, in molti si sono lamentati ma nessuno ha fatto nulla-
Niente ripetitori... vuol dire niente Internet, niente chiamate, niente di niente?!
-Come vi tenete in contatto qui? Con i piccioni viaggiatori?-
Il tono mi esce più sarcastico di quello che volevo, però Hiccup non sembra prendersela, mi indica con un cenno del capo un mobiletto, quello che dal mio punto di vista è un reperto storico.Un telefono con la cornetta.
-È uno scherzo?- afferro la cornetta, iniziando ad agitarla come se fosse un arma -nemmeno mia nonna ha più un aggeggio simile!-
Hiccup scrolla le spalle come se non dipendesse da lui, per poi lasciarmi sola per fare la telefonata, mi porto il ricevitore della cornetta all'orecchio sinistro.
Fisso scettica i tasti della pulsantiera, sono tanto abituata al cellulare con il tasto di chiamata rapida, che faccio fatica a ricordare il numero da comporre.
Vediamo se me lo ricordo...
Inizio a digitare il numero, un pò titubante, il segnale sembra libero, sento il tutu in sottofondo, finchè uno strano ronzio mi costringe ad allontanare dall'orecchio la cornetta, ma sento benissimo la fastidiosa voce robotica dall'altro lato.
-Il telefono da lei chiamato è staccato o al momento è irraggiungibile si prega di riprovare più tardi-
Con un gesto stizzito, sbatto la cornetta sul ricevitore, digrignando i denti irritata, questa giornata non potrebbe finire peggio.
-Stronza, è una dannata stronza-
Per quanto la voglia di inveire contro Jenny sia tanta, non sono io a dire quella frase, la porta è semi aperta, la voce proviene da fuori.
Hiccup è appoggiato al muro, le braccia consertte, che parla con qualcuno.
-Papà, non è lei che è stronza, sei tu che sei tirchio- non mi sfugge il tono sarcastico di Hiccup, sembra non sfuggire nemmeno al padre.
Il padre è di spalle, ma noto quanto è massiccio, i capelli scuri tirati all'indietro, indossa uno smoking nero come se fosse rientrato in quel momento da una cena elegante.
-Sei un figlio ingrato, ecco cosa sei- scuote il capo indispettito, dando poi una pacca su una spalla ad Hiccup -ma ho fatto le cose con calma come hai suggerito tu, senza ricavarne assolutamente nulla, però da adesso in poi farò a modo mio-
Hiccup scuote a sua volta il capo, fa per tornare indietro, ma sembra notare che sto spiando dalla porta, bloccando il proprio passo.
Il padre inizia a fare alcuni passi verso la propria stanza, ma Hiccup lo ferma, gli occhi verdi puntati sul genitore.
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Two Souls, One Heart
FanfictionPer caso o per destino, a volte la vita ci riserva delle sorprese. Ed è quello che è capitato ad Astrid, che si ritrova da sola in un posto sperduto per colpa della sua migliore amica, ma questo potrebbe rivelarsi la cosa migliore che poteva capit...