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Arrivo davanti ad una porta socchiusa, più che altro ci ho quasi sbattuto contro il naso, quando sento le urla.

O meglio Drago Bludvist che urla contro Hiccup, che sembra subire in silenzio.

Origliare è sbagliato lo so, ma non ho resistito.

-...e mi stai mettendo in ridicolo!- sbraita Drago, gli occhi dilati e rabbiosi.

-Hai finito? Che forse nel salone non ti hanno sentito- dice Hiccup, sarcastico, ma si nota che è teso.

Ha le spalle rigide, le nocche della mano sono bianche da quanto le stringe.

Drago passa al fianco di Hiccup, voltando il capo verso il figlio, ha uno sguardo che fa paura.

-Non tirare la corda, che io conosco tutti i tuoi punti deboli- sibila Drago, prima di fare lo sgambetto ad Hiccup, alla caviglia destra.

Sento un rumore sinistro, che non mi piace per niente, quando Hiccup per non cadere appoggia tutto il peso sulla gamba sinistra, tanto che questa cede facendolo finire per terra.

Hiccup alza appena la testa, lanciando uno sguardo carico di odio al padre, mentre si avvicina alla porta, mi appiattisco contro la porta sperando che non mi veda, mi oltrepassa senza vedermi.

Quando entro nella stanza per aiutare Hiccup, lo trovo seduto sul pavimento, con la gamba in una posizione innaturale.

Gli fisso la gamba, ed in quel momento mi rendo conto che un essere umano non può sopportare tutto quel dolore.

Non è umanamente possibile.

-Ma che cazzo hai al posto della gamba?!- sbotto incredula.

Hiccup, si limita a girare la gamba come fosse una vite, senza guardarmi
-Di tutto quello capitato fino ad ora... questa è la cosa che la sorprende di più? È proprio strana- borbotta tra sé scettico, salvo poi alzare lo sguardo ed allunga una mano verso di me, afferrando quella che sto porgendo.

Appoggia il piede sul pavimento, tastando un paio di volte, quasi a voler essere sicuro che non gli faccia scherzi.

Si da una leggera pacca sul ginocchio, fa un passo avanti, lo noto fare un sospiro di sollievo, prima di iniziare ad incamminarsi verso la porta.

-Cosa hai fatto alla gamba?-

Nel sentire la mia domanda si blocca per un attimo, la mano appoggiata sulla porta aperta, non si volta ma vedo le sue spalle irrigidirsi.

Se ne rimane talmente fermo e senza dire nulla che mi preoccupo, mi avvicino appoggiando una mano sulla sua schiena.

Sussulto quando vedo qualcosa, che so che non dovrei vedere.

Una ragazza bionda che si fa strada in una casa in fiamme, il fumo la fa tossire, ma non demorde, coprendosi la bocca con in colletto della maglietta che indossa.

-Hiccup!Dove sei?!- urla disperata, avanzando tra quelle lingue di fuoco, va a tentoni fino alle scale.

Ma un -sono qui- le fa voltare il capo verso la cucina, avanzando con le braccia davanti al volto, lo trova.

Un Hiccup di sedici anni, che ha lo sguardo vacuo fisso nel vuoto, la ragazza lo trova vicino ad un mobile rovesciato mentre striscia via.

Lo afferra per le spalle ed inizia a portarlo in salvo, quando nota che manca qualcosa.

Two Souls, One HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora