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Stretta nel cappotto mi avviai verso l'appartamento di Alec. Bussai alla porta ma non venne nessuno ad aprirmi. Allora suonai il campanello. Ancora nessuno. Così mandai un messaggio ad Alec, ma il suo accesso risultava al giorno precedente alle otto e trenta della mattina, proprio quando mi aveva scritto.

Provai lo stesso a mandargli un messaggio, dicendogli che ero sotto casa sua. Cinque minuti dopo non mi aveva ancora risposto, né qualcuno era venuto ad aprirmi nonostante i miliardi di volte che avevo bussato.

Decisi di chiamarlo. Cercai il suo numero in rubrica e premetti "chiama". Suonò a vuoto per un paio di minuti. Riattaccai e provai a suonare nuovamente al campanello. Nessuno. Allora riprovai a chiamarlo, stavolta mi rispose la segreteria telefonica e gli lasciai un messaggio. Stavo iniziando a preoccuparmi, però optai per un cappuccino al bar, piuttosto che la preoccupazione. A meno di cinquecento metri c'era un bar.

Dopo un quarto d'ora abbondante riprovai a chiamare, ma la chiamata fu annullata ancor prima che passassero tre secondi. "Avrà pure ventidue anni, ma mi sta facendo preoccupare..." pensai rigirandomi nervosamente una ciocca di capelli tra le mani.

Mi avviai verso la casa-famiglia controllando di continuo il cellulare nella speranza che lui avesse risposto, o almeno visto il messaggio. Ma niente. Chiesi perfino ad un tizio se avesse visto Alec ma dopo avermi lanciato un'occhiataccia scosse la testa e se ne andò.

Sconsolata proseguii per la mia strada. Niente più Alec, niente più lezioni di chitarra. Niente più lezioni di chitarra, niente più felicità. Niente più felicità... Bé, benvenuta depressione.

Oltre alla mia tristezza ormai permanente si aggiunse il sogno-ricordo che avevo fatto quella notte.

"C'è molta nebbia, non si vede niente. Papà non va piano, anzi. Mamma gli dice di rallentare, dopo un po' lui l'ascolta. Io ho cinque anni. Mamma urla, papà gira violentemente il volante. C'è un cane in mezzo alla strada... La macchina sbatte contro un muro e si capovolge, io sbatto la testa. Quando rinvengo c'è un silenzio di tomba. Mi tiro a fatica accanto alla mamma e la chiamo. Ma lei non risponde. La chiamo più forte e la scuoto per una spalla ma lei non c'è. Lei è morta. E anche papà è morto. Io piango. Mi rannicchio tra le braccia fredde della mamma. La lacrime mi scendono dagli occhi. Poi si sente una sirena e ci sono delle luci. Ci stanno salvando... Solo io sono sopravvissuta all'incidente."

Aprii gli occhi e scossi la testa. Il mio corpo fu percorso da tremiti, per via dei singhiozzi. Sbattendo i denti per il freddo tornai a casa.

Mi preparai l'ennesima cioccolata calda e accesi la TV. Vidi per la centesima volta "A spasso con Bob". Quel film mi fece piangere ancora di più. Lanciai un'occhiata alla libreria e osservai il libro. "A spasso con Bob"... me lo aveva regalato la mamma, prima dell'incidente. Andai a prenderlo camminando lentamente scossa dal pianto e abbracciai sia il libro che il peluche a forma di gatto arancione che conservavo assieme ad esso.

Riposi il libro sullo scaffale e tornai sotto le coperte stritolando Bob (il peluche). Il mio sguardo era perso nel vuoto fuori dalla finestra, tra la nebbia fitta che aveva peso possesso di ogni cosa a New York. Controllai un'ultima volta il telefono. Di Alec nessuna traccia.

I giorni passavano grigi e freddi, lenti come la neve candida che cadeva dal cielo ogni notte, ricoprendo le strade col suo manto bianco. Stretta sempre nel mio Parka controllavo costantemente il cellulare, in cerca di una traccia di Alec. Ma il suo accesso risaliva sempre al sette novembre. Ormai era il quindici.

La neve aveva preso possesso della città, seguita a ruota dalla nebbia. Tutto aveva un colorito bianco-grigiastro. Perfino i miei occhi, di solito azzurri e splendenti, avevano assunto delle sfumature spente e tristi, come ero io. Spenta e triste, se non addirittura depressa.

Andavo a scuola avvolta in una sciarpa e stretta nel Parka. Ogni giorno identico a quello precedente, noioso, depresso, come me.

Remember who you areDove le storie prendono vita. Scoprilo ora