Chi l'avrebbe detto? Ero sopravvissuta ad un altro giorno della mia inutile vita ye! E non ero nemmeno tanto sconvolta dall'aggressione. Vita noiosa, giornata noiosa, lezione di biologia ancor più noiosa. Entrai nella classe di biologia dopo aver ricevuto un'occhiataccia dalla McMeries. Un'occhiataccia che serbò per ognuno degli studenti del corso della terza media. Clary non c'era quella mattina. Strano... Ma non mi feci troppi problemi. Magari aveva la febbre.
Mi sedetti ad un banco in mezzo alla fila di sinistra, quello attaccato al mio era vuoto. E lo restò per tutta l'ora della McMeries. Aprii il libro e iniziai a sfogliare le pagine finché non raggiunsi l'unità tre. Presi la matita dall'astuccio e guardai la prof con l'aria più annoiata che riuscii a sfoderare, rimpiazzandola subito dopo con un sorriso da cocca della professoressa. Tutto calcolato. La McMeries si avvicinò alla lavagna con la sua classica andatura zoppicante e prese a scribacchiare cose con il gesso, producendo di tanto in tanto quel fastidioso rumore fischiante che ti distruggeva i timpani.
Copia gli appunti, segui la lezione. Copia altri appunti, ritorna a seguire la lezione. E di nuovo, copia gli appunti e segui la lezione. Mi sembrava tanto "dài la cera, togli la cera" di Karate Kid.
Così sul mio libro c'erano più scarabocchi di appunti e formule che paragrafi stampati. Proprio mentre la McMeries stava per dire qualcosa suonò la campanella e tutti si misero a gridare, correre, saltare, tirare aeroplanini di carta... Robe del genere. Insomma, un macello. Facevano sempre così, i miei compagni intendo.Ficcando il libro nello zaino uscii dalla classe e mi diressi verso l'aula di storia. Sentivo l'assenza di Clary. Avevo già previsto che sarei stata da sola e in silenzio tutta la giornata. Ma non sarei di certo mora, paragonando cinque ore a quasi dieci anni di scuola. Entrai nell'aula della Skurey sbattendo lo zaino sul primo banco che mi capitò a tiro con più violenza di quanto avrei voluto. Poi mi preparai per la lezione. Osservando l'orda di scemi che si accalcò pian piano in classe scoprii che c'erano tre assenti, oltre a Clary e al ragazzo aggredito il giorno prima. Non feci caso a chi mancasse; meno sconclusionati c'erano in classe, meglio era.
Terza ora, quarta ora... Arrivò anche la quinta ora. Finalmente. Sembrava che quella giornata non si decidesse a finire. Ma a quanto pareva ero stata baciata dalla fortuna, almeno una volta nella vita. Quell'ultima ora se ne andò come se fosse stata spazzata via dal vento. Camminando con passo svelto uscii da scuola e mi diressi verso la casa-famiglia. Almeno lì avrei avuto un po' di pace. Relativamente.Stendendomi sul letto accesi il cellulare e iniziai a leggere tutti i ventisette messaggi di James. Erano cose tipo: come sta, come va, io bene, la scuola... Domande noiose a cui io non avevo la minima voglia di rispondere. Ma chi si sarebbe aspettato un tale casino? La porta della mia camera si spalancò ed entrò Rosie. Mi si fiondò addosso e mi strappò il cellulare dalle mani.
- beccata - sibilò. Poi corse via.
Circa un minuto dopo rientrò seguita dalla direttrice. Lei non parlò. Si limitò solo a farmi vedere lo schermo mentre premeva: Elimina Contatto. E fu così che sprofondai in un baratro. Il mio primo amico... Andato... Indurendo sempre di più la mia espressione scattai in piedi e uscii di gran carriera dalla porta della mia stanza. Non mi curai nemmeno di mettere il giubbotto. A costo di morire congelata nella neve. Però, appena misi un piede oltre la soglia della porta d'ingresso mi pentii di non aver preso il cappotto. Ma "bisogna finire ciò che si inizia". Passo dopo passo uscii in strada, battendo freneticamente i denti e cercando di riscaldarmi almeno un pochino cingendomi il busto tra le braccia. Stavo letteralmente congelando.
Non sapevo nemmeno in che via mi trovavo quando... Un urlo. Freddo come l'aria attorno a me. Non c'era anima viva in quel quartiere, che anche se era ricoperto di neve mi sembrava di non aver mai visto. Un'altro urlo. Agghiacciante. Ancora peggiore del primo. Veniva da dietro una siepe ricoperta di neve. Fregandomene del freddo corsi verso il punto da cui mi era parso che provenisse l'urlo. Incespicai nella neve rischiando perfino di cadere di faccia in quella morbida e bianca massa congelata. Urtando con le spalle la siepe e facendomi cadere un po' di neve sulla testa svoltai un angolo e vidi... Sangue.
Sangue sulla neve. Una scia scarlatta che si prolungava fino ad una ventina di metri più in là. C'era qualcuno di ferito. Sulla neve vi erano i segni di un evidente trascinamento. Seguii la striscia rosso scuro sempre più terrorizzata, con il panico che cresceva sempre man mano che mi avvicinavo alla fine della traccia ancora fresca. Poi lo vidi. Rimasi quasi pietrificata. Anzi, per poco non balzai all'indietro per l'orrore.
Un cadavere. Steso nella neve. Una donna. Era giovane con dei capelli lunghi e castani. Aveva la gola squarciata. Soffocai a stento un urlo e premendomi le mani sulla bocca rifeci a ritroso la strada che avevo percorso per arrivare lì. Piangendo e scossa sia dal freddo che dal terrore tornai verso casa.
Mi scaraventai in camera mia e afferrai il telefono. La direttrice l'aveva lasciato lì dopo aver cancellato il contatto. Chiamai Clary. Non una volta. Ben sei tentativi fallirono. E anche il settimo. Avevo trovato un cadavere nella neve. Dovevo dirlo a qualcuno... Anche se ero sicura che quel segreto sarebbe stato più al sicuro con me. Un cadavere nella neve. UNA PERSONA MORTA. L'avevo vista. Sarei stata sotto shock per parecchio tempo. Col cavolo che mi avrebbero fatta andare dallo psicologo. Bombardai la mia amica di messaggi, nella speranza di riuscire a ottenere una risposta o un po' di conforto. Ma non mi rispose.
Solo un piccolo segreto da dimenticare il prima possibile. Solo una brutta giornata da cancellare dalla mente. Solo un episodio terrificante da rimuovere dalla mia esistenza. Solo un cadavere.
*Angolo Scrittrice*
Hey muchacos! Quanto tempo eh! Capitolo lugubre? *-*
Buonanotte e... Niente (?) :)
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Remember who you are
Werewolf[in pausa] Sette adolescenti, una tredicenne scomparsa e licantropizzata, un fratello ritrovato, un Alpha da uccidere, un mistero da risolvere, un collegamento da capire e cinque cadaveri. «mi chiamo Emily Lawrence e ho tredici anni. Vivevo nella c...