Siamo entrambi in silenzio.
Il mio respiro affannoso non accenna a calmarsi.
Sono ancora con gli occhi chiusi, in attesa che qualcuno mi dica che questo è un fottuto scherzo di cattivo gusto.
Derek non ha detto una parola, ma so che sta cercando di restare calmo da come la sua mano trema stretta alla mia.
Il dottore non osa dire niente, fino a quando, non so con quale coraggio, apro gli occhi, cercando di accettare la realtà.
Quando cerco di parlare, la mia voce esce a stento, come se non avessi il coraggio di porre quella domanda. -Se lui è positivo, c'è una possibilità che lo sia anch'io vero?-
-Si, dovremmo procedere subito con gli esami.-
-Lei pensa...che potrei tornare domani? Adesso non sono in grado di...- metto una mano nei capelli, e mi accorgo che sto tremando anch'io.
-Certo Signor Stilinski, non si preoccupi. Domani alle dieci?-
Annuisco, poi guardo Derek, che non ha ancora avuto il coraggio di guardarmi negli occhi.
Ci alziamo, tenendoci ancora per mano, ed usciamo dallo studio ancora scossi e senza neanche avere la forza di salutare il medico.
Arriviamo all'auto, e il silenzio pervade. Mi opprime, e sento come se una morsa stesse stringendo il mio cuore per farlo scoppiare.
Poggio la testa al volante, in attesa che Derek mi dica che andrà tutto bene, cazzo.
-Dovrei dirtelo, prima di scoprire se ti ho rovinato la vita o meno. Perché so che se il tuo test sarà positivo, mi odierai.-
-Dirmi cosa?-
-Che ti amo.- sollevo la testa di scatto, guardandolo in viso. Ma lui non guarda me, guarda fuori con sguardo perso.
-Cosa hai detto?-
-Ti amo.- si gira verso di me, il volto più serio che mai.
Scavalco il mio sedile per sedermi a cavalcioni su di lui.-Non potrei mai odiarti lo sai? Perché ti amo da impazzire e so che non mi rovinerai la vita. La mia vita sarebbe rovinata se non ci fossi tu ad affrontarla insieme a me.-
Derek poggia la fronte sulla mia, e l'unica cosa che posso fare è stringerlo forte a me.La mattina dopo, stesso ospedale
Non so con quale coraggio ho sollevato la testa dal cuscino stamattina.
Derek cerca di starmi affianco, ma credo che stia peggio di me, soprattutto per il senso di colpa ingiustificato.
Il dottore fa gli stessi esami con me, e devo dire che stare nella stessa posizione di Derek ieri mi fa stare ancora peggio di quanto pensassi.
Dopo alcune ore, il dottore ci fa accomodare di nuovo nel suo studio, per quella che mi sembra l'ennesima volta.
Il medico ci guarda, e va dritto al punto, come fanno tutti i dottori che conosco. Altro colpo al cuore.
Dentro di me, lo sapevo che anch'io ero malato. Lo sapevo.
-Dovete stare calmi- cerca di farci ragionare il dottore. Come se non mi avesse appena detto che ho l'AIDS. -L'HIV è una malattia che si può curare nella maggior parte dei casi, oppure che si può rallentare, permettendovi di convivere con la malattia anche per il resto della vita. Sarà il vostro corpo a decidere come reagire.-
Comincia a spiegare diversi procedimenti che potremmo utilizzare, ma io non sto lì ad ascoltare termini tecnici che non capirò mai, ma bensì, cerco di capire perché deve essere capitato questo proprio a noi.Un mese dopo
DEREK'S POV
Credo che questo sia stato uno dei mesi più difficili della mia vita.
Non quando ero un barbone, non quando ero nel giro della prostituzione, non quando mi drogavo, ma quando ho visto Stiles stare male a causa delle cure.
Ho cominciato le cure due settimane prima di Stiles. Dato che lui non ha accettato di essere seguito da nessuno all'infuori di me, il medico ha preferito che io affrontassi gli effetti collaterali delle medicine prima di Stiles, in modo tale che lui si sarebbe preso cura di me, e io di lui.
La prima settimana per me è stata orribile: i muscoli mi facevano male, togliendomi la voglia di scendere dal letto, la pelle era piena di macchie rosse dovute all'orticaria, per non parlare del vomito, che mi sorprendeva in piena notte, spaventando anche Stiles che accorreva da me ogni volta anche solo per accarezzarmi la schiena.
Dopo un paio di settimane, i sintomi si sono indeboliti a un leggero tremolio delle mani e a una forte debolezza che ancora adesso sto cercando di non far notare a Stiles solo per il suo bene.
Vederlo soffrire come ho sofferto io mi strazia il cuore.
Ogni volta che lo sento scosso dai conati vorrei dirgli che va tutto bene, che ne usciremo insieme, ma l'unica cosa che riesco a fare è mascherare i singhiozzi che vengono fuori dalla mia gola.
A due settimane dall'inizio delle cure anche per Stiles, il dottore ci ha chiesto una visita di controllo per vedere se le medicine funzionano.
E quindi eccoci qui come al solito in questo ospedale che sto cominciando ad odiare.
Io e Stiles facciamo le solite analisi, e questa volta, che ci siamo dentro entrambi allo stesso modo, rimaniamo in silenzio uno affianco all'altra, entrambi troppo sfiniti per parlare.
Dopo aver pranzato, il dottore ci accoglie con un mezzo sorriso.
Buone notizie?
-Buongiorno signori. Mi fa piacere vedervi in buono stato.- legge la cartella clinica, prima di borbottare qualcosa fra se e se.
-Abbiamo una buona e una cattiva notizia. Quale volete sapere per prima?-
-La buona.- diciamo insieme io e Stiles. Un sorriso stanco appare sul suo volto, e in risposta non posso fare a meno di sorridere anche io.
-Il Signor Hale risponde bene alle cure, stiamo cercando per il momento di rallentare il decorso della malattia, in modo tale da permetterle di conviverci. Nel caso in cui funzioni, magari riusciremo anche ad abbatterla.-
-E la cattiva?- il sollievo per questa buona notizia viene subito spazzato via dall'ansia della cattiva.
Il medico sospira. Quest'uomo sospira un sacco. -Il Signor Stilinski invece, risulta "intollerante alle cure".-
-Cosa significa?- chiede in un sussurro terrorizzato Stiles.
-Che il suo corpo non risponde ai farmaci. Lei non può essere curato.-Spazio MOIII
È una versione zombie di me che vi parla dal letto, con raffreddore e febbre. Questa volta non ho fatto tanto ritardo, amatemi :)
Bene, il capitolo. Ormai ogni aggiornamento contiene una batosta, e magari mi starete odiando, e fate bene! Cosa credete succederà ora? Che finale vi aspettereste da questa storia?
Come sempre votate e commentate.
Baci,
-pll2016
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Sei tu la mia ricchezza nella miseria [STEREK]
FanfictionSia Stiles che Derek sono emigrati dagli Stati Uniti in cerca di fortuna. Con l'unica differenza che Stiles arriva a Parigi perché ha ereditato una grande azienda dal padre morto, mentre Derek con gli ultimi risparmi che aveva, ha preso un biglietto...