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<< e così questo è il tuo regno ... >> esclamo girovagando per la sua camera.
Annuisce mentre mi osserva.
È sotto l'arco della porta poggiato con una spalla e le braccia conserte.
<< con te qui è tutto perfetto >>
Mi volto per lanciargli un sorriso.
<< perché non mi raggiungi? >> gli domando.
Scatta e raggiunge una distanza di circa 20 centimetri.
<< ti stavo studiando >> ammette.
<< mi piace essere studiata da te >> confesso.
<< dimmi la verità, hai paura? >> chiede.
<< con te non vedo l'ora >>
<< meravigliosa, innocente e... >>
<< e? >>
<< ti voglio mia. Ti voglio la mia ragazza. Dimmi sì. Dimmi che sei mia >>
<< e tu sei mio? >>
<< completamente >> conferma.
Gli lancio uno sguardo malizioso poi con un gesto deciso gli strappo la camicia di dosso facendo volare tutti i bottoni.
<< dopo te li ricucio > lo rassicuro e poi lo bacio.
Non ho paura.
Non provo vergogna.
Giusto un accenno di dolore che abbandona presto il mio corpo.
Ed il suo corpo a contatto col mio è ad alto potere di assuefazione. Ne desideriamo subito ancora ed ancora.
È spalle al materasso mentre bello come un dio lascia uscire dalla sua bocca versi rochi di piacere. Le sue mani posizionate sui miei fianchi. Accompagna i miei movimenti.
Ed io resto a cavalcioni su di lui con la testa all'indietro ad ansimare.
Una delle sue mani si sposta, lascia i miei fianchi a favore del mio seno.
Accarezzo il suo braccio ed accompagno il suo movimento. Copro la sua mano intenta a massaggiare il mio seno.
<< ma tu non eri quello che non era disposto a stare sotto forse nemmeno quando fotti? >>
Avvolge un braccio attorno alla mia schiena e capovolge il fronte. Sorride.
<< con te è diverso. È speciale, con TE. Mi fai impazzire Marlena >>

                                       •••••••

Entriamo a scuola la mattina dopo mano nella mano, alla seconda ora.
<< giorno prof >> salutiamo in coro la professoressa di lettere.
Indosso i jeans di ieri sera e le stesse scarpe, a completare il tutto una sua camicia. Mi sento una regina.
Lanciamo un bacio a Vic e poi prendiamo posto.
Il mio cambiamento non passa inosservato.
Alcuni ragazzi della classe commentano.
<< cazzo ha fatto Marlena?!. Oggi più figa del solito. Quest'anno me la devo fare a tutti i costi >>
Il commento arriva forte e chiaro alle orecchie di Damiano.
Tira indietro la sedia poi si volta.
<< provaci e ti stacco la testa >> ribatte.
<< ma tu che cazzo vuoi? >> ribatte l'altro ragazzo.
<< non fiatare o ti rovino. Non parlare mai più così di Marlena. Mai più. Capito? >> ringhia.
<< sennò che mi fai? >>
Damiano scatta.
Lo trascina sul pavimento e comincia a prenderlo a calci. La professoressa grida per provare a fermalo.
Balzo in piedi. Afferro Damiano alle spalle, lo trascino via.
<< Damiano David in presidenza! >> grida la professoressa.
<< ci penso io >> le rispondo mentre lo trascino fuori dalla classe. Lo porto sulle scale.
Lo faccio sedere e poi prendo posto accanto a lui, così da stringerlo forte.
<< perché? >> chiedo.
<< ha parlato di te. Non esiste >>
<< sono tua. Non lo penso proprio. >>
<< voleva scoparti >>
<< se lo può solo sognare. Io voglio farlo solo con te. Sempre. Non smetterei mai >>
<< sul serio? >> domanda sorridendo.
<< sul serio Dam, sul serio >>
Ci scambiamo un bacio.
<< adesso andiamo in presidenza. Lascia fare a me. Non parlare. Te la risolvo in mezzo minuto >>
Annuisce. Ci alziamo e lo prendo per mano.
Busso alla porta dell'ufficio del preside.
<< buongiorno, Marlena. Prego accomodati >>
<< buongiorno a lei, grazie. Presumo sia stato informato del fatto che doveva ricevere Damiano >>
Il preside annuisce.
<< intanto glielo presento. Lui è un nuovo allievo del nostro liceo. Si chiama Damiano David. È il migliore amico di mia sorella. È giusto che lei prenda provvedimenti ma nei miei confronti. Ho creato io quella spiacevole situazione. Damiano ha picchiato Palombelli a causa mia. Deve punire solamente me signor preside >> dichiaro con un sorrisino innocente.
<< oh, ora capisco, ma non deve ripetersi mai più. Mi fido di te Marlena. Riceverai una sola ammonizione ma la prossima volta sarò costretto a sospenderti >> dichiara il preside.
<< ok. Chiedo scusa >>
<< scusati anche con Damiano >> impone il preside.
<< troverò il modo per farmi perdonare da lui. Scusi ancora per il disturbo e per tutto. Buona giornata >> congedo entrambi rapidamente poi lasciamo l'ufficio del preside.
<< ma come hai fatto? >> domanda incredulo.
<< era un compagno di liceo di mamma. Ha una cotta stratosferica per lei d'allora. Non riesce a dimenticarla. Solo che mamma non c'è mai stata. Stava già con papà. Papà era diplomato e suonava con la sua band. Era tipo te. Comunque il preside spera sempre nella fine del loro matrimonio per starci assieme. Io e Vic ci divertiamo ad illuderlo >>
Mi stringe forte.
<< poveraccio >>
<< ma così ce la caviamo sempre >> sghignazzo.
<< furbette siete >> ci giudica sorridendo.
<< ci vieni con me in un posto? >> domando.
<< dove? >> domanda a sua volta.
Sfilo dalla tasca un mazzo di chiavi.
<< sono della palestra. Per questa seconda ora e per la terza è vuota. Sei pronto a soccorrermi?. Voglio mandare un messaggio a Vic per farle dire alla prof che sto malissimo >>
<< e che cos'hai? >> domanda lui con un sorrisino ed uno sguardo malizioso.
<< ho una voglia pazzesca di tornare ad essere una sola cosa con te... rischio di impazzire >>
<< scrivo a Vic >> risponde tirando fuori dalla tasca il telefono mentre sorride a 36 denti.

Iniziò così la magia.
Iniziò così la favola.
Iniziò così il mio primo amore.
La freccia rossa fa la sua fermata di rito a Bologna e poi riparte in direzione Milano.
Mi sento a pezzi, Damiano mi manca così tanto.

*Spazio Autrice: buonasera. Spero che questa giornata di festa sia andata bene. Grazie e buona serata. Se vi va commentate la storia così da farmi sapere cosa ne pensate. Vi auguro un buon weekend.*

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