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Sto dormendo profondamente.
Ieri sera sono andata a dormire molto tardi, colpa del lavoro.
Il mio cellulare inizia a squillare insistentemente, mi desto ed allungo una mano sul comodino per afferrarlo.
Senza aprire gli occhi rispondo svogliatamente.
<< chiunque tu sia ti odio >> biascico.
-<< Marle, sono io. Svegliati >> esclama imperativa mia sorella.
<< no >> protesto.
-<< ti devi svegliare. Hanno ricoverato Ethan d'urgenza >>
Spalanco gli occhi e scatto. Mi metto seduta.
<< che ha? >> domando allarmata.
-<< attacco d'appendicite. Stiamo seguendo l'ambulanza >> mi informa.
<< ossignore >> esclamo alzandomi.
-<< Marle io so che... però dovresti venire >>
<< mi vesto e corro in aeroporto. Tienimi aggiornata >> la imploro.
-<< certo ma stai tranquilla. Fammi sapere a che ora atterri che ti mando papà >>
<< ok... stai andando in ospedale con papà? >>
-<< no. Con Dam e Thomas >>
Deglutisco.
-<< ci vuoi parlare? >> so perfettamente a chi si riferisce.
<< non adesso >>
-<< a dopo >>
<< a dopo Vic >>
Portiamo a termine la chiamata poi mi cambio rapidamente.
Indosso una t-shirt, calzini ed una tuta. Infilo le scarpe da ginnastica e butto qualche cambio in uno zaino. Mi lavo viso e denti, mi spazzolo i capelli e recupero iPhone ed air pods per sistemarli in tasca.
Avvolgo una sciarpa attorno al collo e col telefono fisso chiamo un taxi mentre afferro la mia tracolla.
È ancora buio e il taxi attraversa velocemente le strade di Milano lasciandomi davanti all'entrata dell'aeroporto poco dopo. Dopo aver pagato ringrazio e scendo.
Tiro il cappuccio sulla testa ed entro.
Sono le 3.17 di notte ed io sono in attesa di un aereo che mi porterà nella capitale.
Prima volta che torno da quando sono partita.
Prima volta che mi troverò ad "affrontare" Damiano da quando l'ho lasciato.
Non parlo con lui da tempo immemore e non ho proferito parola quando ho ascoltato per la prima volta "Torna a casa".
Prendo posto in aereo e via whatsapp informo mio sorella sull'orario d'arrivo.
Dopo pochi secondi mi risponde.

"Buon viaggio piccola. Tranquilla. Accertamenti fatti. Lo stanno portando in sala operatoria".

Ispiro profondamente e spengo il telefono.
Col cappuccio sulla testa aspetto il decollo. Lui è sano e forte ma ho paura. Non avrei mai voluto che soffrisse.
Atterro all'aeroporto di Fiumicino un'ora e dieci minuti dopo.
Il mio orologio segna le 4.40 del mattino. È ancora buio.
Raggiungo l'aeroporto e trovo papà e Thomas ad attendermi.
<< ben arrivata amore >> mi accoglie papà stringendomi.
<< ciao piccola >> esclama Thomas per poi farsi consegnare il mio zaino.
<< come sta? >> domando.
<< tranquilla, andrà tutto alla grande. È forte come un toro >> mi ricorda Thomas mentre ci incamminiamo verso la macchina.
Una volta in ospedale troviamo mia sorella, mamma, i genitori di Ethan e... Damiano in sala d'aspetto.
Mi precipito lì e con la mamma di Ethan mi scambio un abbraccio infinito.
Saluto il padre e poi mia mamma e la mia gemella.
Con la coda dell'occhio controllo lui.
Non riusciamo a dirci una parola. Rimane con le spalle al muro, braccia conserte.
Capelli legati.
Mi fissa col mento poggiato sul petto.
Mi siedo accanto alla madre di Ethan.
Ispiro profondamente e restiamo in attesa.
Dopo un po' esce un dottore.
<< ok. L'intervento è riuscito alla perfezione. Stanno portando il ragazzo in camera. È andato tutto benissimo >>
Mi alzo di scatto.
<< dottore, mi scusi. Posso vederlo? >>
<< certo ma non subito. Vi avviserò io >>
<< grazie >> esclamo.
Il medico rientra in sala operatoria mentre io riprendo posto. Mi stringo le ginocchia al petto ed esplodo in pianto che mi fa singhiozzare.
Victoria si precipita al mio fianco, mi bacia la testa.
<< cucciola perché? >> domanda la mia gemella.
<< lo stress. Sono partita con un'ansia a saperlo in sala operatoria >>
<< è tutto ok >> mi rassicura lei.

                        ______________

Bussiamo alla porta della stanza di Ethan.
Io e Damiano non ci rivolgiamo la parola, solo sguardi.
Entriamo.
Lasciamo i genitori liberi di salutarlo per primi poi ci avviciniamo.
Appena mi mette a fuoco sorride e cerca di tirare su la testa dal cuscino. Afferro la sedia e mi siedo accanto a lui.
Poggio la testa sul cuscino e sistemo il braccio attorno alle nostre teste. Gli sorrido e con la mano destra accarezzo il suo viso.
<< scusa se ti ho costretta rivederlo >> sussurra.
<< shh. Non c'è problema. È in secondo piano. Conti solamente tu. Voglio che torni a star bene >> sussurro guardando i suoi occhi.
Sorride.
<< puoi restare qualche ora? >> domanda.
<< non me ne vado finché non avrò la certezza che stai di nuovo bene. Pagherò l'affitto a tua mamma ma resto insieme a te. Giorno e notte >> ammetto sorridendogli.
<< grazie. Mi sei mancata immensamente >> confessa.
<< anche tu, lo sai >> gli rispondo e poi sfiora il mio naso col suo.
C'è un legame tra me e lui immenso. Scritto nel nostro destino. Qualcosa di più forte e grande di noi.
<< che ne dici di riposare un po'? >> propongo.
<< non te ne andare però >> mi implora.
<< te l'ho detto. Non ti lascio solo. Ti accompagnerò anche al bagno >> lo minaccio ironicamente.
<< non farmi ridere che mi tirano i punti >> protesta ridendo.
<< ma in realtà non dovresti ridere perché non sto scherzando. Resto insieme a te >> lo rassicuro.
Sfila la mano da sotto al lenzuolo e me la porge, la stringo forte e ciò lo rassicura fino ad addormentarsi.
La madre di Ethan mi sorride teneramente poi mi bacia la fronte.
<< tesoro che ne dici di fare colazione? >> chiede.
<< volentieri ma qualcuno deve portarmela. Io voglio stare insieme a lui >>
<< ci penso io >> risponde Damiano.
<< grazie >> rispondo senza incrociare il suo sguardo, poi scendono tutti al bar lasciando me ed Ethan da soli, visto che è in una singola.


*Spazio Autrice: buongiorno e buona domenica. Grazie grazie grazie*

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