Capitolo 12

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Beatrice
Tre mesi dopo...
'Dici che devo farglielo il regalo?' chiesi, guardando le vetrine.
'Assolutamente sì' rispose Veronica convinta.
'È che non saprei cosa...lui può comprarsi tutto quello che vuole'.
'Ho lo stesso problema con Paulo' puntualizzò lei, entrando in un negozio.
Natale era alle porte e da circa due settimane mi stavo scervellando per cercare il regalo adatto a Federico.
'Oh Bea, guarda questo!' esclamò la mia coinquilina, indicando un completino nero in pizzo.
'Si potrei proprio regalarglielo' dissi sarcastica.
'No, però se lo comprassi ne sarebbe sicuramente felice'.
'Potrei farci un pensiero'.
'Quando vi deciderete a mettervi insieme ufficialmente?'
'C'è una domanda di riserva?'
'No'.
Federico ed io ci frequentavamo da qualche mese ma non eravamo una coppia. Non ancora.
Lui mi piaceva tanto ed insieme stavamo bene.
Ci vedevamo molto spesso, solitamente a casa mia o a casa sua.
Ci tenevo alla mia privacy e non avrei voluto per nessun motivo dare la nostra 'storia' in pasto ai giornalisti.
A differenza della relazione, ormai consolidata, tra Paulo e Veronica, la nostra restava tra noi due.
Non si sarebbe neppure potuta definire 'relazione', perché, appunto, non stavamo insieme.
Era come se ufficializzando la cosa avremmo rovinato tutto.
Non che non mi considerassi impegnata, perché in un certo senso lo ero.
'Capisco che tu non voglia impegnarti dopo l'ultima volta' commentò lei, entrando in camerino con circa una decina di vestiti tra le braccia. 'Ma lui non è Tommaso' continuò.
'Non nominarlo neanche'.
'Non lo nomino più ma tu cerca di andare avanti'.
'Sono andata avanti'.
'Non del tutto, lui ti condiziona ancora e questo non va bene'.
'Un tradimento non si dimentica facilmente'.
'Menomale che eri andata avanti'.
Evitai di rispondere, facendo il giro dei vari espositori.
'Bea...è da mesi che tu e Federico state insieme senza stare veramente insieme' mi fece notare, mostrandomi la gonna che aveva provato.
'Lo so'.
'Sono sicura che lui ci stia male per questo'.
'E ne sei sicura perché?'
'Me lo sento'.
'Veronica...'.
'Ok...me l'ha detto Paulo'.
Avrei potuto immaginare che non fosse felice della situazione, ma saperlo per certo mi mise tristezza.
'Non puoi pensare che tutti i ragazzi che avrai ti tradiranno come ha fatto quel coglione, altrimenti rimarrai da sola per sempre'.
Ricaddi nel silenzio e ci restai per almeno tre ore.
Quello che aveva detto Veronica era vero ed io lo sapevo.
Lo sapevano tutti, eppure non me lo aveva mai detto nessuno.
Non prima di allora.
Forse avevo soltanto bisogno che qualcuno pronunciasse quelle parole ad alta voce.
Ci avevo messo abbastanza a capirlo, addirittura troppo, ma finalmente sapevo quello che volevo e quello che dovevo fare.
Tornammo a casa verso sera, cariche di buste ed entrambe con un gran mal di testa.
La mia coinquilina sparì nel giro di pochi minuti, mentre io mi ritrovai a girovagare per il soggiorno, aspettando Federico.
'Ciao!' mi salutò lui, non appena entrò nel mio appartamento. Aveva in mano due cartoni di pizza ed era più bello del solito.
'Sei fantastico' dissi, inebriata dal profumo di mozzarella fresca.
'Solo per le pizze?'
'No, lo sei e basta' affermai, dandogli un bacio sulle labbra.
Mi informò del fatto che Paulo avesse preso in ostaggio Veronica e che probabilmente non l'avrei rivista fino al giorno seguente.
Ne fui contenta, dal momento che la casa sarebbe stata tutta per noi.
Lui si stese sul mio letto, con aria stanca, facendomi cenno di mettermi accanto a lui.
'Com'è andata la giornata?' gli chiesi, appoggiando la testa al suo petto.
'Sono distrutto, gli allenamenti sono stati durissimi' rispose, lasciandomi una scia di baci sul collo.
'Tu che hai fatto?' mi domandò.
'Veronica ed io siamo andate per negozi'.
'Paulo mi ha stressato tutto il giorno' rise.
'Perché?'
'È da tre mesi che stanno insieme e voleva organizzarle qualcosa di speciale'.
'Ne sarà felice' constatai, immaginandomi la reazione di Veronica ad una possibile sorpresa dell'argentino.
'Sono davvero una bella coppia' commentò.
'Anche noi potremmo essere una bella coppia'.
'Che intendi?'
'Voglio essere la tua ragazza'.
'Avevi detto che non eri pronta'.
'Sono pronta'.
Mi misi a cavalcioni sopra di lui e cominciai a baciarlo.
'Questo mi rende veramente felice' mormorò. 'Quindi posso finalmente dire in giro che sei mia?'
'Puoi dirlo'.
'E mi accompagnerai alla festa di Natale della Juventus?'
'Sì'.
'In qualità di mia ragazza?'
Annuii e sul suo viso si formò un sorriso enorme. Provò a togliermi la maglietta ma io lo fermai con le mani.
'Aspetta...devo mostrarti come verrò vestita alla festa'.
Lui mi guardò confuso.
Afferrai l'indumento dall'armadio senza che potesse vedere cosa fosse e, dopo essermi cambiata in bagno, tornai da lui.
Rimase piacevolmente sorpreso del completino che alla fine avevo deciso di acquistare. La sua espressione fu indecifrabile.
Si alzò in piedi e mi venne incontro.
'Se vieni così tutti ti guarderanno e dovrei picchiare un sacco di persone' sussurrò al mio orecchio, per poi appoggiarmi delicatamente al letto.
'Sei geloso?'
'Da morire'.
Sarebbe stata una lunga serata.

More than words | Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora