Capitolo 19

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Beatrice
Mi risvegliai tra le braccia di Federico, convinta che non ci potesse essere niente di più bello.
Scesi dal letto, cercando di non svegliarlo ed andai in cucina a preparare del caffè.
Ai fornelli trovai mia madre, intenta a rigirare dei pancake nella padella.
'Buon Natale!' mi accolse, smettendo momentaneamente di cucinare.
'Buon Natale' dissi, abbracciandola.
'Come hai dormito?'
'Molto bene' risposi sorridente.
'E Federico?'
'Dorme ancora'.
'Devo sapere qualcos'altro su di lui?'
'In che senso?'
'State insieme o no?' chiese, porgendomi il latte.
'Buongiorno!' salutò Bernardeschi, che sbucò alle mie spalle proprio in quel momento.
Si avvicinò a me e mi stampò un bacio sulle labbra, lasciandoci, tutte e due, a dir poco sorprese.
'Ho avuto la mia risposta' rise mia madre, allontanandosi.
'Ieri non ne abbiamo parlato, però devo tornare a Torino' mi comunicò.
Sapevo che il giorno successivo avrebbe avuto una partita quindi non protestai. Il fatto che se ne andasse di già mi dispiaceva, ma, d'altronde, era il suo lavoro.
'Quando parti?'
'Dopo pranzo'.
Il mio telefono emise un beep e, pensando fossero soltanto altri auguri di Natale, lo tirai subito fuori per vedere chi li mandasse.
'Dobbiamo parlare' furono le uniche parole che apparvero sullo schermo. Ma la cosa che mi sconcertò di più fu il mittente.
Non credetti ai miei occhi quando lessi 'Tommaso'.
'Chi è?' domandò Federico, che si avvicinò per guardare.
'Giuseppe' mentii, senza neanche sapere perché, rimettendo subito il cellulare nella tasca della felpa.
'Me lo farai conoscere un giorno?'
'Certo'.
Perché mi aveva scritto?Che cosa voleva?
Riflettei un attimo e alla fine decisi di ignorarlo, sicura che avesse soltanto sbagliato numero. Insomma...perché avremmo dovuto parlare?Non avevamo più niente da dirci.
Visualizzai il messaggio e cercai in tutti i modi di non pensarci, fino a che non ne arrivò un altro.
'Ti prego Bea' scrisse il mio ex, escludendo qualsiasi possibile malinteso.
'Vado a prendere una boccata d'aria' annunciai a Bernardeschi, correndo fuori.
Raggiunsi il giardino e chiamai subito la mia coinquilina, bisognosa di consigli.
'Pronto?'
'Non puoi capire cos'è appena successo'.
'Ciao, buon Natale anche a te!'
'Veronica, sono seria...mi ha scritto Tommaso' spiegai, rigorosamente a bassa voce.
'Oh cazzo!' esclamò lei.
'Già'.
'Che cosa ha scritto?'
'Dobbiamo parlare...e poi ti prego Bea'.
'E tu hai risposto?'
'No!Non so cosa fare'.
'Ma Federico è arrivato?'
'Aspetta, tu lo sapevi?'
'Chi pensi gli abbia dato il tuo indirizzo?' chiese, ricevendo un mio grazie.
'Gli hai detto del messaggio, vero?'
'No' risposi, sapendo già da sola quanto la mia scelta fosse sbagliata.
'Devi farlo!'
'Abbiamo appena chiarito e non voglio metterci in mezzo il mio ex adesso'.
'Ok...forse hai ragione. Ma pensavi di rispondere?'
'No, non voglio averci a che fare'.
Ed era vero. L'avevo superato e nella mia testa c'era soltanto Federico.
Non gli avrei lasciato credere neanche per un istante che mi importasse ancora di lui.
'È la cosa giusta'.
Salutai Veronica e tornai dentro casa, dove trovai Federico e Mattia, con due joysticks in mano.
Riguardai i messaggi di Tommaso un'ultima volta prima di cancellarli definitivamente, sempre più convinta della mia decisione.
Mi sedetti accanto al mio ragazzo ed appoggiai la testa alla sua spalla.
'Torno a Torino anche io' annunciai, facendolo abbandonare la partita.
'Come mai?'
'Voglio passare il resto delle mie vacanze con te'.
'L'hai deciso adesso?'
Annuii, lui sorrise e mi prese la mano.
Mio fratello se ne accorse e mi lanciò uno sguardo accusatorio.
Era vero che gli avevo mentito, ma l'avevo fatto solo perché non volevo che se la prendesse con lui o che facesse storie. Fortunatamente lasciò perdere e richiamò l'attenzione Federico perché giocasse ancora a Fifa.
Durante il pranzo, mia madre, ormai a conoscenza dell'ufficialità della nostra relazione, lo tempestò di domande. Lui rispose a tutto, sempre col sorriso.
'Ma quindi adesso abbiamo i biglietti per tutte le tue partite?' chiese sfacciato Mattia.
Lo fulminai con gli occhi, ma lui fece finta di non vedermi.
'Certo'.
Il fatto che fosse così buono me lo faceva amare ancora di più. Immaginai non dovesse essere stato facile conoscere la mia famiglia in quel modo e, soprattutto, così presto, ma lui se l'era cavata egregiamente.
Mi chiesi se un giorno avrei mai conosciuto la sua.
Dopo il dolce di mia nonna, sistemai la valigia e la caricai in macchina.
Tornare in città mi era parsa la cosa più giusta da fare. In fin dei conti, ero andata via per allontanarmi da Federico, ma ormai era l'ultima cosa che volevo.
'Sei pronta?' domandò lui.
Io risposi di sì ed insieme andammo a salutare i miei genitori, i miei nonni e mio fratello, che già pregustava tutte le serate che avrebbe passato allo Stadium.
'Trattamela bene' ripeté mio padre un paio di volte, dando al calciatore una pacca sulla spalla.
'Non si preoccupi!' lo rassicurò lui.
Mia madre invece si limitò alle solite raccomandazioni che si protrassero per più di un quarto d'ora. Quando finì, salimmo in macchina e partimmo alla volta del Piemonte.
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Se riesco la prossima settimana faccio uscire anche la nuova storia.

More than words | Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora