Capitolo 24

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Beatrice
'Non crederai mai a quello che è appena successo' dissi a Veronica una volta arrivata a casa.
Stentavo a crederci anche io.
Lei mi guardò curiosa e mi incitò a raccontarle tutto.
'Giuseppe ha detto che è innamorato di me'.
'Questo lo sapevo già!Non hai vere novità?Federico?'
'Ma come lo sapevi già?'
'Bea...era palese' ridacchiò ed io rimasi attonita. 'Lo sapevano tutti!Ne parlavo giusto l'altro giorno con tuo fratello'.
Ma come?Possibile che fossi l'unica cretina a non essersene accorta?
'Grazie per avermelo detto'.
'Non volevo rovinare la vostra amicizia' spiegò con aria saggia.
'Beh...immagino sia successo lo stesso, no?'
'Mi dispiace'.
Mi alzai dal divano e camminai fino alla finestra. La pioggia cadeva fitta ed io riuscivo soltanto a pensare a Federico ed a quanto avrei voluto essere con lui in quel momento.
'Devo fare qualcosa'.
'Potresti cucinare oppure ordinare da mangiare' propose Veronica, emettendo degli strani versi. 'Ho fame'.
'Devo parlare con Bernardeschi'.
'Lo hai chiamato un milione di volte e non ti ha risposto'.
'Vado da lui' esclamai decisa, andando a prendere la giacca.
Immaginai che potesse non essere a casa, ma sperai ardentemente di sbagliarmi.
Rimasi fuori dalla sua porta per più di un'ora e, quando mi accertai della sua assenza, decisi di chiamare Paulo.
Lui sicuramente avrebbe saputo dirmi dove era.
'Sono Beatrice'.
'È a Carrara' esordì, senza neanche ascoltare la mia domanda.
'Come sapevi che te l'avrei chiesto?'
'Veronica potrebbe avermi accennato che saresti andata da lui. A dire il vero stavo per chiamarti io'.
'Quando è partito?'
'Stamattina'.
'Grazie'.
'Bea...'.
'Sì?'
'È arrabbiato ma ti ama. Ricordatelo'.
Tornai all'appartamento a progettare un piano d'azione. In nessun caso sarei riuscita ad aspettare il suo ritorno, quindi mi preparai alla partenza.
'Che cosa stai facendo?' chiese la mia coinquilina, vedendomi impilare maglioni dentro ad un borsone.
'Vado da lui' le comunicai, sapendo già che mi avrebbe impedito di farlo.
'Ok, guido io' annunciò, spiazzandomi.
'Davvero?'
'Mica pensavi che ti avrei lasciato andare da sola?'
Sorrisi e corsi ad abbracciarla.
'Vado a fare la valigia!Tu pensa bene a cosa dirgli' disse, tornando in camera sua.
'Si va in Toscana!' gridò dall'altra stanza.

Federico
Beatrice continuava a mandare messaggi ed a chiamare ed io a non rispondere.
Non volevo parlare con lei. Non in quel momento.
Ero arrabbiato ma soprattutto ferito all'idea che potesse provare ancora qualcosa per quel Tommaso.
Quella di andare via era stata una decisione repentina, ma ero risolutamente convinto che fosse la cosa migliore.
Non tornavo a casa da un pò e ne sentivo davvero il bisogno. Stando a Torino, non avrei fatto altro che intristirmi e pensare a lei.
Andando via, potevo almeno illudermi di non farlo tutto il tempo.
Fui accolto da mia sorella, che mi abbracciò calorosamente.
'E lei dov'è?' chiese Gaia con gli occhi sgranati.
'Chi?'
'La ragazza di cui parli sempre...non sei venuto con lei?'
Avrei tanto voluto far conoscere Beatrice alla mia famiglia ed avevo pensato più volte di portarla a Carrara durante la sosta dal campionato, ma evidentemente, le cose non erano destinate ad andare in quella maniera. Proprio come non lo era, il fatto che vivessimo insieme.
'Sono solo'.
'Come mai?'
'Non parliamone per favore' troncai la conversazione sul nascere.
Mia sorella parve visibilmente preoccupata ma evitò di fare ulteriori domande.
'Bentornato!' esclamò mia madre non appena mi vide.
'Dov'è la famosa Beatrice?' domandò mio padre, guardandosi attorno.
Ma perché dovevano nominarla tutti, proprio quando stavo cercando di non pensarci?
'C'è una domanda di riserva?'
'Ehm...come va con i nuovi compagni di squadra?'
Raccontai di come mi trovassi bene con Cristiano e gli altri e, su richiesta di mio padre, commentammo l'ultima partita che avevo giocato.
La mia testa però non ne voleva proprio sapere. Beatrice era un punto fisso e, nonostante non avessi voluto farlo in precedenza, sentivo di doverne parlare con qualcuno.
Presi Gaia da parte e le raccontai tutto quello che era successo.
Lei ascoltò interessata, senza interrompermi.
'Credi davvero che potrebbe preferire il suo ex a te?' chiese, quando finii.
'Non lo so'.
'Fede...tu la ami?'
'Tantissimo'.
'Allora non conta nient'altro'.
'Ma...'.
'Penso che dovresti sentire quello che ha da dire prima di saltare a conclusioni affrettate'.
Restai in silenzio, perché in fondo sapevo che mia sorella aveva ragione e che io ero stato un vero stupido.
Non avevo voluto ascoltarla e me ne pentivo amaramente.
Io mi fidavo di lei e, di conseguenza, il fatto che non mi avesse detto dell'incontro con Tommaso, non mi avrebbe dovuto preoccupare.
Mi colpevolizzai per non averlo capito da solo e per averlo fatto decisamente troppo tardi. Era bastata mezza frase detta da mia sorella per farmi aprire gli occhi.
'Cosa pensi di fare adesso?'
Dovevo tornare a Torino da lei.

More than words | Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora