Federico
Chiamai Veronica subito dopo aver trovato il regalo.
'Devo andare in Friuli' dissi semplicemente e lei, dopo più di un'ora, cedette.
Partii il giorno dopo. Ci impiegai più del previsto ma giunsi a destinazione.
Durante il tragitto ripetei più o meno un milione di volte il discorso che le avrei voluto fare una volta arrivato, sapendo che, alla fine, non sarei riuscito a pronunciare neanche una di quelle parole e sarei, semplicemente, andato a braccio.
Era ormai sera. Parcheggiai la Jeep nella via che Veronica mi aveva indicato per telefono e mi misi subito alla ricerca della casa.
Ispezionai i campanelli, uno ad uno, fino a che non arrivai in fondo alla strada, dove sorgeva una villetta bianca.
Mi avvicinai al cancello, illuminando il citofono con la torcia del cellulare. Capii di trovarmi nel posto giusto quando lessi il suo cognome.
Feci un respiro profondo ed interiormente cominciai a chiedermi se quell'improvvisata fosse la cosa giusta da fare.
E se non mi avesse voluto vedere?In fondo era la Vigilia di Natale e, sapendo quanto era arrabbiata con me, vedermi gliel'avrebbe sicuramente rovinata. Avrei potuto benissimo parlarle al suo ritorno a Torino, invece di guidare fino a lì senza sapere esattamente cosa dire, però ci tenevo troppo a lei per aspettare.
Presi coraggio e citofonai, sperando per il meglio.
Le luci del vialetto si accesero e dalla porta uscì proprio Beatrice.
Indossava un vestito rosso, molto simile a quello che portava quando ci eravamo conosciuti. Quando mi vide cercò di nascondere lo stupore, facendo una smorfia.
'Mi apri per favore?'
'Dammi un buon motivo per farlo'.
'Ti prego, devo parlarti' la supplicai e lei, esitante, mi fece entrare.
'Perché sei qui?' mi chiese, non appena la raggiunsi sull'uscio.
'Ho bisogno che mi ascolti'.
'Cos'hai in mano?'
'È per te' le porsi il regalo che le avevo fatto per Natale, ma lei lo rifiutò.
'Parla'.
'Tra me ed Alice era tutto finito da tempo, io non ti avrei mai tradito. È stata lei a baciarmi!' Feci una brevissima pausa durante la quale mi accorsi che i suoi occhi erano diventati lucidi.
'Hai finito?'
'No!Devi capire che non sono quel tipo di persona...non farei mai una cosa del genere perché ti amo e non ho bisogno di nessun'altra che non sia tu.
È arrivata a Torino senza dirmi niente e me la sono ritrovata a casa e...'.
Fui interrotto da una donna bionda, sulla quarantina, che uscì dalla porta con in braccio un bambino, anch'egli biondo.
'Oh, ora capisco perché ci stai mettendo così tanto' disse, facendomi un sorriso.
'Sono Paola, la mamma' asserì, per poi tendermi la mano.
'Federico, piacere'.
La guardai meglio e colsi l'enorme somiglianza che c'era tra madre e figlia. Non solo nei tratti ma anche nei modi.
'Tu sei il suo ragazzo?'
'No' rispose Beatrice decisa.
'Sì' replicai io, confondendo Paola.
'Beh...immagino che lo capirete' rise imbarazzata. 'Ti va di entrare?Stavamo per mangiare'.
'Mamma non credo sia...'
'Molto volentieri' bloccai a metà la frase di Bea, che sbuffò, e seguì sua madre dentro casa.
La villa, all'interno, era piuttosto grande ed accogliente.
Le pareti erano giallo pastello, piene di fotografie, ed il pavimento era in legno chiaro.
Paola mi condusse in sala, dove trovai tutta la famiglia riunita attorno ad un tavolo imbandito.
'Lui è Federico...un mio amico'.
Beatrice indugiò sulla parola 'amico' e, dopo aver stretto la mano a tutti, mi invitò a sedermi con loro.
Conobbi suo padre, i suoi nonni, i suoi zii, le sue cugine e suo fratello.
'Non ci credo' ripeté un paio di volte quest'ultimo, completamente incredulo.
'Come lo conosci?' chiese a sua sorella.
'Storia lunga' tagliò corto lei, posizionandosi nella sedia accanto alla mia.
Durante la cena cercai di parlare con lei ma non sembrò prestarmi attenzione, così le misi una mano sulla coscia e la tenni là per un pò di tempo.
Lei si irrigidì, ma non mi scacciò e mi permise di continuare a toccarla.
Sua madre mi raccontò storie di quando la figlia era piccola e manifestò la sua preoccupazione per la sua permanente a Torino.
'In che hotel alloggi?' domandò la nonna, una vecchietta molto solare con addosso un maglione raffigurante un'alce.
'Veramente in nessuno, pensavo di tornare a Torino'.
'In piena notte?No, no, no!Puoi stare nella camera di Beatrice, lei andrà con suo fratello' intervenne la madre.
Fermarmi là a dormire sarebbe stata un'ottima occasione per chiarire una volta per tutte, così accettai.
Dopo cena ed aver giocato a tombola, Bea mi mostrò la stanza dove avrei dormito, nonché la sua.
Rimasi stupito da quanto fosse bella. Le pareti erano blu notte, tempestate di brillantini, a simulare un cielo stellato ed alle pareti erano appesi tantissimi dei suoi quadri.
'Ecco qui' disse lei, indicando il letto. 'Buonanotte' mi salutò e fece per andarsene.
Afferrai la sua mano e la attirai a me.
Sentii il suo cuore battere veloce ed il suo respiro farsi affannoso.
'Perché non resti un pò?' le sussurrai all'orecchio.
'Meglio di no' borbottò e scappò via.
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More than words | Federico Bernardeschi
FanfictionOgni persona è destinata a qualcuno, bisogna solo incontrarsi. #1 federicobernardeschi #1 bernardeschi #1 juve