7 IL RISCATTO DI DAZIRA

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Rebjo le sorrise facendosi largo tra la folla grazie alla sua corporatura possente.

Un'altra battaglia vinta. Un altro avamposto conquistato. Dazira era al settimo cielo e tutti coloro che fino a non molti giorni prima erano scettici sul suo conto, sembravano essersi ricreduti ed ora la lodavano come fosse stata una di loro. Anzi, forse, qualcosa di più.

La ragazza era arrivata a Forte Maggiore poche settimane e l'esercito aveva già conquistato due avamposti recuperando il terreno guadagnato dai loasiani. Il tutto, grazie a lui: il Nero.

Ciò che, infatti, inizialmente, tutti temevano era diventato oggetto della curiosità e dell'ammirazione di molti, tanto che più di qualcuno chiedeva a Dazira di mostrare le ali o le grinfie anche all'interno delle fortezze e, quando la ragazza si addentrava nelle segrete delle costruzioni conquistate per saziare la fame del demone – qualora non vi fossero state battaglie –, c'era una piccola folla desiderosa di assistere alle uccisioni dei prigionieri.

Già, perché la sua maledizione aveva un prezzo assai elevato: un morto al giorno. Il demone necessitava di un'anima al giorno, senza possibilità di farne a meno.

Ed era qualcosa che aveva devastato Dazira dal primo momento. Quel senso di colpa costante, la paura di fare del male a chi amava... Ecco perché, dopo un paio di volte, aveva vietato che qualcuno assistesse ai suoi omicidi. Bastava quel dannato Nero a farle a brandelli l'anima, non era indispensabile che qualcun altro infierisse!

«Eccola qui, la paladina del giorno!» esclamò Rebjo sollevandola con le sue braccia muscolose e caricandosela sopra una spalla. «Tanto per cambiare» aggiunse.

Dazira scoppiò a ridere pregandolo di metterla a terra mentre il ragazzo le faceva il solletico ai fianchi e la trasportava sghignazzando come un pazzo lontano dalla ressa.

«Rebjo! Ti prego!» urlò la ragazza sbellicandosi dalle risate mentre si dimenava nel tentativo di far cessare il solletico.

D'un tratto, un movimento brusco fece barcollare il ragazzo e i due finirono a terra prendendo in pieno un'immensa pozzanghera e facendo schizzare il fango ovunque.

«Che diavolo, Ardira!»

Rebjo sapeva benissimo come si chiamava, non pronunciava mai il suo nome nel modo corretto. Dal loro primo incontro, quello era diventato una specie di gioco tra loro.

Dazira si sollevò a sedere con le guance lentigginose imporporate per le troppe risa e metà della faccia sporca di fango, esattamente come i suoi vestiti. Nel guardarsi così conciata, alla ragazza tornarono in mente le paternali di balia Belisa quando lei rientrava nel castello lurida dopo aver passato del tempo con Ernik.

Ernik. Dazira ricacciò subito indietro quella memoria e si voltò verso Rebjo. Il ragazzo era seduto al centro della pozzanghera immelmata, completamente lurido, tanto che i capelli, originariamente di un color biondo scuro, si erano tinti di marrone.

Dazira scoppiò a ridere più forte di prima, mentre lui ricambiava lo sguardo accigliato per poi scoppiare in una risata sguaiata insieme a lei.

«Vedo che, nonostante tutto, sei ancora una mocciosa!» sentenziò una voce profonda alle spalle della ragazza.

A quelle parole, Dazira si alzò immediatamente voltandosi verso l'uomo a cavallo che era appena giunto dal castello di Forterra.

«Sei tornato» constatò lei con una nota di entusiasmo nella voce mentre osservava la figura scura di Therar con il mantello imbrattato di fanghiglia e i capelli che gli ricadevano disordinati sul volto.

L'uomo annuì freddamente. «Ti aspetto nelle tue stanze» dichiarò scendendo da cavallo ad un paio di metri di distanza dalla pozza nella quale erano finiti lei e Rebjo. «Appena hai finito di giocare con il tuo amichetto!» aggiunse prima di dirigersi verso l'entrata della Torre Nuova tenendo l'animale per le briglie.

Rebjo si alzò da terra e le si affiancò con un sorriso beffardo. «Simpatico il tuo amico!» ironizzò con una smorfia mentre Dazira scuoteva la testa e la sua voglia di scherzare andava scemando.

Therar non si smentiva mai.

LA QUINTA LAMA (II) - La guerra del demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora