Non sapeva esattamente dove fossero. Dazira sapeva soltanto che, intorno a lei, per chilometri e chilometri, non vi era altro che la selva.
A giudicare dalla direzione nella quale Therar l'aveva guidata, doveva trovarsi in territorio valleniano, probabilmente non lontano dal confine con Sartesia. Ma, con la totale assenza di punti di riferimento, alla ragazza risultava davvero difficile orientarsi.
A quanto pareva, la stava portando in mezzo alla boscaglia, lontano da tutti, per impedire che il demone prendesse il sopravvento su di lei, rendendola un pericolo per l'intero esercito forterrese e sartesiano.
La ragazza inspirò profondamente e il profumo pungente dei pini le inebriò le narici.
Era, ormai, quasi sera e, presto o tardi, Therar avrebbe deciso di accamparsi. Avevano abbandonato il sentiero già da diverse ore e i cavalli proseguivano a fatica, tant'è che, in più di un'occasione, i due avevano dovuto scendere dalle loro cavalcature per proseguire a piedi, guidando gli animali grazie alle briglie.
Il ragazzo proseguiva ininterrottamente. Pareva, infatti, che egli non avesse necessità di mangiare, di bere o di riposare. Un maledetto alieno, aveva considerato mentalmente la ragazza, esausta dal viaggio. E poi... a cosa serve andare così lontano... Ma, in cuor suo, già aveva capito la risposta: avrebbe dovuto combattere il Nero. E l'accampamento era un ricco terreno di caccia per il demone che Dazira portava dentro di sé. Il fatto che più la stupiva era l'assoluta freddezza di Therar e la noncuranza che lui dimostrava verso il fatto che lei avrebbe potuto ucciderlo. In qualunque momento.
«Possiamo accamparci qui» disse il ragazzo scendendo dal suo cavallo, una volta individuato un albero piuttosto robusto che lasciava spazio alle loro coperte lontano dai rovi di cui tutta la foresta pareva infestata. «Per questa notte» aggiunse legando l'animale ad un tronco ed invitandola a fare lo stesso.
Dazira non replicò e Therar la incaricò di raccogliere quanta più legna secca era in grado di raccattare mentre lui fruttava gli ultimi bagliori per cercare della selvaggina con cui avrebbero cenato.
Dentro di sé, la ragazza sentiva un costante desiderio. Una sete che negli ultimi giorni non sembrava abbandonarla che per pochi secondi. Sete di sangue.
Il demone si stava svegliando di nuovo e non ci sarebbe stato nessuno a sfamarlo. Eccetto Therar.
Dazira rabbrividì. Si preannunciava una serata lunga... ma, forse, il ragazzo aveva con sé una cura della quale non le aveva ancora parlato che le avrebbe placato la fame di morte. Almeno, così sperava.
Un leprotto sfrigolava sul fuoco vivo già da parecchi minuti, quando Dazira sentì montare la rabbia dentro di sé. Il Nero era sveglio e lei sentiva di non farcela più a trattenerlo, mentre quell'idiota di Therar saggiava distrattamente la cena con l'espressione tranquilla, ignorando qualunque cosa lei stesse provando.
Con uno strattone staccò a morsi un pezzo di carne dalla coscia dell'animale, godendo della piacevole sensazione del cibo caldo nel suo stomaco.
Fu quando ebbe finito che lo percepì, quell'istinto che più volte l'aveva colta di sorpresa quando non aveva ancora imparato a riconoscerlo. «Therar!» lo supplicò con gli occhi. Lui si voltò e, in un secondo, capì che lei era sull'orlo e che, se non avesse fatto nulla, il prossimo pasto sarebbe stato lui!
Senza aggiungere altro, il ragazzo afferrò la sua sacca da viaggio e, recuperati degli oggetti che la ragazza non riuscì a distinguere molto bene, le ordinò di appoggiarsi con la schiena al tronco del grosso albero che avevano trovato non appena giunti in quella zona della foresta. Dazira ubbidì senza fare domande. Therar sapeva ciò che faceva. Doveva saperlo.
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LA QUINTA LAMA (II) - La guerra del demone
Fantasía[COMPLETO] Sembra passato così tanto tempo da quando il sangue si è impossessato della sua anima per la prima volta, tante sono le vite che ha spezzato, eppure, Dazira non sembra volersi dare per vinta, accettando il demone del quale è ospite. Ernik...