8 IL VIAGGIO DIPLOMATICO

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Tra le opzioni, la discesa del fiume era stata scartata a priori per motivi di praticità: l'imbarcazione non sarebbe stata sufficientemente grande per ospitare un considerevole numero di uomini e le loro cavalcature. Avrebbero, in quel caso, dovuto scegliere di concedere ad Arthis una scorta limitata e re Gohr si era opposto con fermezza.

Quindi, il piccolo esercito di guardie a difesa del principe cavalcava a velocità moderata lungo i sentieri al confine con Vallenis.

Erano in viaggio, ormai, da più di tre giorni e, anche se l'andatura era pressoché moderata e si accampassero per mangiare e dormire, i cavalli iniziavano ad essere stanchi.

Arthis ordinò una sosta in mezzo alla boscaglia e si fece portare la fiasca con l'acqua sedendosi a terra, sull'erba soffice del sottobosco.

Ad una decina di metri da lui, intenta a parlare con una guardia, Gineris era appoggiata al tronco di un grosso rovere dalla corteccia ruvida e coperta di muschio sul lato nord. Era incredibilmente bella, tanto che più di qualche volta si era sorpreso a fissarla mentre cavalcava qualche metro avanti a lui.

Indossava abiti da uomo e i capelli dorati erano legati alla bell'e meglio, ma non avrebbe potuto essere più femminile.

Cacciò indietro quel pensiero scuotendo la testa. Doveva smetterla di fissarla. Lui era il principe ereditario di Forterra e non poteva permettersi una tale distrazione, non ora, non con una donna di un rango talmente inferiore...

Il debole sole dell'autunno filtrava nella foresta attraverso gli spazi creati dagli alberi spogli e illuminava l'intero sottobosco di una luce giallina piuttosto smorta.

Arthis iniziò a concentrarsi sul perché si fosse imbarcato in tale spedizione, su cosa avrebbe chiesto e su cosa avrebbe risposto a re Bodem qualora egli avesse rifiutato la sua proposta (cosa molto probabile).

Fino ad allora, era stato chiaro che il re di Vallenis non avesse alcuna intenzione a prendere una posizione in merito... e, con tutta probabilità, nulla sarebbe cambiato! Arthis sapeva che Gohr avrebbe anche potuto pagarlo profumatamente, ma Bodem pareva più che deciso a non investire soldi e uomini in cambio di altri favori.

Perciò lui era lì. Per limitare i danni e accertarsi di non trovarsi improvvisamente un altro nemico contro cui difendersi: un nemico molto più vicino alle sue terre di quanto non lo fosse Loas.

«Attenti!»

In quel momento, Arthis percepì un urlo e, in un secondo, si ritrovò a rotolare disteso sull'erba a causa dell'inerzia di qualcosa che gli si era scaraventato addosso con forza.

Il principe, ancora stordito, alzò il capo e si ritrovò faccia a faccia con un volto di porcellana incorniciato dai fili d'oro e due grandi occhi grigi su cui era dipinta un'espressione così determinata che Arthis non seppe decifrarla.

Il tutto non durò più di due secondi, perché Gineris si sollevò in piedi e, imbracciato l'arco, scagliò una freccia in mezzo alla foresta, andando a colpire un uomo sopra ad un albero, nascosto tra i rami di una conifera, che cadde a terra con un gemito prima di esalare l'ultimo respiro.

Il principe si sollevò con gli occhi sbarrati, mentre la ragazza afferrava la freccia che aveva infilzato il terreno a pochi metri da lui come se nulla fosse successo, sotto gli sguardi sbigottiti di tutti.

Un'intera scorta e nessuno... nessuno si era accorto di quell'uomo?

Dopo qualche secondo, Arthis si riprese e realizzò: quella donna gli aveva appena salvato la vita.

Quella donna che ora, con una tale noncuranza, era tornata alla sua cavalcatura per afferrare la fiaschetta con l'acqua.

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LA QUINTA LAMA (II) - La guerra del demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora