Therar inspirò profondamente. Avrebbe chiarito con Pheanie più tardi. Di certo, la ragazza non si meritava quel trattamento e lui se ne rendeva perfettamente conto. Ma, prima Pheanie si fosse resa conto della persona che lui era, meglio sarebbe stato per lei.
La principessa aveva quell'innocente capacità di vedere sempre il buono nelle persone, ma bene presto si sarebbe ritrovata a fare i conti con il vero Therar, benché lui non le avesse mai nascosto di essere una persona discutibile. Di certo, però, lei non immaginava nemmeno lontanamente quanto.
Doveva parlare al più presto con Arthis e andarsene dal castello. Se ce l'avesse fatta, sarebbe partito quella stessa notte.
Più passavano le ore, più il desiderio di lasciare la corte si faceva largo dentro di lui.
Era stanco, e l'ultima cosa che voleva era cedere alla tentazione di vedere ancora Pheanie. Lui le avrebbe spezzato il cuore e non ne aveva alcun diritto. Se c'era una persona all'interno di quel palazzo che Therar stimava più di chiunque altro – anche più di Arthis –, quella era Pheanie.
Il ragazzo bussò dal passaggio segreto, ma non attese risposta. Il principe avrebbe capito, nonostante l'ora fosse tarda. Therar avrebbe detto ad Arthis che i suoi impegni gli avrebbero impedito di tornare a palazzo nelle prossime ore.
Senza indugiare, spinse la botola che conduceva nelle stanze del principe ed entrò, ma lo scenario che gli si parò davanti lo lasciò stupefatto, nonostante Therar non fosse uomo da sorprendersi facilmente.
«Therar!» esclamò Arthis, esterrefatto quanto lui, mentre copriva goffamente il corpo seminudo di Gineris.
La spia distolse subito lo guardo e si avviò nuovamente verso l'uscita. «Posso tornare più tardi».
«Cosa te lo fa credere?» commentò severamente la ragazza.
Il principe si sollevò a sedere, fermandolo con voce perentoria. «Therar, non serve che ti dica che questa cosa non deve uscire da questa stanza...»
«Perché me lo state dicendo, allora, principe Arthis?»
Le guance del ragazzo s'imporporarono. «Perché sono in imbarazzo anche io...» ammise il principe.
«Io non sono affatto in imbarazzo» dichiarò Therar, mentendo solo in parte. Non era la prima volta che vedeva Gineris senza veli. Ciò che l'aveva fatto ammutolire era il fatto che il principe si fosse lasciato coinvolgere da lei. Ma, più di tutto, che lei fosse stata così arpia da sedurre l'erede al trono di Forterra. «Sono sorpreso. E schifato. Ma non da voi, principe» disse posando una mano sulla maniglia della botola.
Gineris, in risposta, seguì Arthis alzandosi a sedere, tenendo però un lenzuolo per coprirsi. «Smettila di fare quelle smorfie da puritano, Therar, che non sei tanto meglio a fartela con la principessa!» sibilò.
Ed eccola lì, la frecciatina che per mesi ha atteso di scoccare. Ce l'ha fatta, quel diavolo di donna!
Therar sentiva che, prima o poi, quel momento sarebbe arrivato. Soltanto, sperava che Gineris sarebbe riuscita a tenere a freno la lingua. Certo, avrebbe potuto aspettarselo da una donna che aveva sempre e solo fatto i propri interessi.
«Che cosa?» scandì il principe alzando i toni per lo stupore. «Di cosa cavolo stai parlando, Gineris?»
«Avete capito benissimo» confermò la ragazza con un cenno del capo e un sorriso sornione a fior di labbra. «Lui e la principessa Pheanielle...»
«Dimmi che non è vero!» la interruppe Arthis, rivolgendosi direttamente al suo braccio destro sul quale volto, per la prima volta, comparvero i segni dell'imbarazzo.
Therar non ribatté. Il suo silenzio non fece che confermare le accuse di Gineris, consapevole di provocare la rabbia del principe.
Arthis, infatti, in preda allo sgomento e alla stizza, indicò a Therar l'uscita con un gesto carico di collera. «Vattene subito! Ti voglio fuori da qui!» ordinò senza nemmeno guardarlo.
Therar ubbidì, rimuginando sul fatto che era stato uno stupido a pensare, anche solo per un secondo, che quella donna non avrebbe portato guai!
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LA QUINTA LAMA (II) - La guerra del demone
Fantasía[COMPLETO] Sembra passato così tanto tempo da quando il sangue si è impossessato della sua anima per la prima volta, tante sono le vite che ha spezzato, eppure, Dazira non sembra volersi dare per vinta, accettando il demone del quale è ospite. Ernik...