23 LA COPIA

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Pheanie si trovava in biblioteca, la luce del caldo sole pomeridiano filtrava prepotentemente dalle finestre e andava ad illuminare parte della scrivania sulla quale la principessa stava leggendo un libro rifilatogli da Pustos. Il bibliotecario, infatti, non faceva che consigliarle libri che lui considerava essere "adatti a lei"; nella sostanza erano romanzi d'amore, d'avventura e poco più... anche piuttosto piacevoli, ma solo l'idea che fosse stata un'altra persona a costringerla a leggere qualcosa piuttosto di qualcos'altro le andava a noia.

Con passi leggeri, una figura alta e sinuosa si avvicinò alla scrivania alla quale la principessa era piegata. Pheanie alzò lo sguardo e, con enorme sorpresa, si ritrovò davanti sua sorella, con un sorriso ampio ed i ricci scuri acconciati dietro la testa che scendevano a cascata sulla schiena di un abito verde oliva piuttosto accollato.

Pheanie scattò in piedi. «Edilla! Cosa... perché non mi hai avvertito che saresti arrivata?» esclamò sbigottita, ma felice di accogliere la sorella in arrivo da un viaggio di diversi giorni. «Per tutti i cieli, come sono felice di vederti!» aggiunse girando intorno alla scrivania ed andando ad abbracciarla.

Edilla ricambiò l'abbraccio sorridente. «Anche io! Ho pensato di farti una sorpresa!»

«Ci sei riuscita!» convenne Pheanie con una risata mentre osservava sua sorella. Era, a guardarla bene, sempre più bella, quella giovane dama. «Come va la vita da sposata?»

La principessa abbassò gli occhi appena, quasi a non dare a vedere un certo dispiacere. «Sopravvivo» rispose passeggiando verso lo scaffale più vicino, guardando con ammirazione l'immensità di quella splendida biblioteca quasi come se fosse la prima volta. «A dire il vero, mi manca casa. Non penso che quell'isola sarà mai casa mia e quello non sarà mai un uomo che potrò amare e rispettare» aggiunse la ragazza con un sospiro amaro, continuando a passeggiare distrattamente intorno alla scrivania.

Pheanie la guardò, studiando la finta indifferenza dietro alla quale la sorella stava tentando di celare un profondo disagio, senza riuscirci. «Mi dispiace. Davvero» affermò.

Edilla si voltò verso di lei, con un sorriso terribilmente finto. «Non è colpa tua» le ricordò, prima di cambiare totalmente espressione ed aggiungere un guizzo di entusiasmo alla conversazione. «Bando alle ciance, ho una buona notizia» disse con un saltello ed una ritrovata allegria.

«Sarebbe?» Poi, istintivamente, Pheanie guardò il ventre della sorella, immaginando cosa stesse per confidarle. «Sei incinta?»

Edilla, in risposta, scoppiò in una risata. «No» rispose divertita dalla sua espressione, avvicinandosi a Pheanie. «Meglio!» dichiarò con il compiacimento negli occhi.

«Sputa il rospo!»

«È nelle mie stanze!» esclamò Edilla con un sorriso, indirizzandosi per un momento verso l'uscita. Poi tornò indietro. «Vieni con me!» le ordinò prendendole la mano e conducendola con una certa sollecitudine verso la porta della biblioteca.

I corridoi del castello erano gremiti di domestici, quella giorno. Il re, infatti, aveva indetto un banchetto per la sera stessa e, dato il poco preavviso, l'intera corte era in subbuglio.

Senza fermarsi a chiacchierare, le due principesse si diressero a passo spedito sulle scale che portavano al piano nel quale vi erano i loro appartamenti, rispondendo ai saluti e alle riverenze di chi le incrociava.

Nonostante la principessa minore si fosse sposata e trasferita alla corte di Sacromolo come futura regina, re Gohr aveva stabilito che le sue stanze, per il momento, non sarebbero state toccate, nella speranza di avere la figlia preferita in visita a corte più volte all'anno.

Edilla sembrava impaziente di osservare la reazione della sorella alla sorpresa che tanto la premeva.

Una volta raggiunti gli appartamenti della ragazza, con entusiasmo, Edilla si precipitò all'interno, seguita dalla sorella.

Pheanie si guardò intorno divertita. Edilla sembrava felice di mostrare qualcosa a lei. Non aveva mai visto la ragazza così partecipe, né così elettrizzata per qualcosa che la riguardasse e, in parte, ne era lusingata.

Edilla scomparve dietro ad una porta, tornando subito dopo nella stanza principale, al centro della quale troneggiava un camino in marmo che, in quel momento, era spento, sotto ad un meraviglioso quadro raffigurante la baia di Forterra.

Con un acceso sorriso che sottolineava il suo incarnato tenue ed i lineamenti delicati, Edilla posò tra le mani di Pheanie un volume che, all'apparenza, doveva essere piuttosto datato.

«Ma questo...»

«È il libro di cui mi hai parlato» concluse Edilla al posto suo. «"Cronache del re Bruto"» mormorò con una carica di soddisfazione nella voce.

Pheanie sorrise grata, più per il gesto d'interessamento, che per il libro in sé.

Ma ora avrebbe potuto sapere qualcosa in più sulla magia della quale era rimasta allo scuro fino ad un paio d'anni prima. E l'avrebbe riferito a Dazira.

LA QUINTA LAMA (II) - La guerra del demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora