Capitolo 7

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Louis's POV

La sera il mio sorriso non mi abbandonò nemmeno per un istante,lasciandomi felice per una delle poche volte dopo un sacco di tempo.Mi alzai,sentendo il suono della sveglia,mi sciacquai la faccia,prima di mettere dei jeans attillati con il risvolto,un maglione scuro e le solite vans.Scesi in cucina,facendo poi colazione.Presi la cartella,arruffandomi leggermente,il ciuffo con le mani,mi chiusi la porta alle spalle,camminando per le inquinate strade di Holmes Chapel,diretto verso la scuola.Mi sedei sul solito muretto rovinato,aspettando l'odioso suono della campanella che segnava l'inizio delle lezioni scolastiche.Appena fui in classe,tutti gli occhi caddero su di me,seguirono dei bisbigli,occhiatacce e cose del genere.Mi sedetti deglutendo,un bigliettino mi arrivò dritto in fronte,lo aprii velocemente.

'Non sapevo fossi gay,Tomlinson.Ma quando ti ho visto con Styles beh...:)'

Che stronzi.Volevano isolarmi più di quello che già fossi.Sbuffai infilandolo nella tasca,prima di riportare lo sguardo sul libro di geografia.Finita la stupida lezione della Jackson,m'incamminai verso l'aula di matematica

***

"A domani Louis"mi salutò la signora Collins,quando finii di lavorare.

La salutai con la mano sorridendo,prima di uscire dall'enorme edificio.Svoltai l'angolo,da qualche giorno,avevo cambiato la strada per il ritorno a casa,trovando una scorciatoia.Camminai silenziosamente attraverso un vicolo abbastanza buio,i miei passi riecheggiavano tra le mura scure.Come al solito,cercai le Chievo da casa,anche se,abbastanza lontano da essa.Non le trovai da nessuna parte,preoccupandomi ulteriormente.

"Ehi tu!"un urlo riecheggiò nel vicolo.

Mi congelai sul posto,paralizzandomi.Mi girai lentamente,a mo' di esorcista,trovando un uomo sulla quarantina,all'inizio del vicolo.

"Che stai facendo,ragazzino?"chiese facendo qualche passo avanti,e di conseguenza,facendomene fare,qualche indietro.

"Nulla"mimai facendolo ridere.

"Sei muto,eh?Perfetto,così non urlerai"disse ridendo.

Deglutii a fatica,quando scorsi un enorme coltello tra le sue mani,camminò,fino ad arrivare a pochi metri da me.Indietreggiai d'istinto,facendolo innervosire.

"Smettila di muoverti!"sbraitò,mentre la sua voce rimbombava nel piccolo spazio circostante.

Scossi freneticamente la testa,cercando invano di farlo fermare.Rise sonoramente,bloccandomi il polso.

"Ora zitto"disse in un lieve sussurro,difficile da udire.

Strattonai forte il braccio,facendo aumentare la sua presa,deglutii mentre le ginocchia vedevano lentamente,troppo.

"Non.Muoverti"scandì con voce roca.

Avvicinò il coltello all'avambraccio coperto dal maglione scuro,scattai,levando il braccio.Non fui abbastanza veloce,procurandomi un taglio profondo su di esso,causato dal coltello.

"Stronzo!"mi urlò contro,quando cominciai a correre.

Lo sentivo corrermi dietro,mentre mi urlava oscenità di ogni tipo.Le mie gambe si mossero scaltre fra i rami e le foglie,,dirigendosi verso il mio appartamento.Cominciai ad essere stanco,aumentando ancora di più,il passo della mia costante corsa.Arrivai all'appartamento,sbattendo violentemente contro la porta.Cercai le chiavi,ricordando in seguito,di essermi chiuso fuori.

"Stronzo,fermati!"l'uomo di prima mi urlò,a poca distanza da me.

Mi guardai intorno,in cerca di un possibile aiuto,scorsi le finestre aperte della casa di Harry,decidendomi a a raggiungere la sua casa.Corsi verso il cancello,sorpassando atleticamente l'uomo che cercava di colpirmi,scavalcai velocemente il cancello,seguito dall'uomo.Corsi alla porta,bussando e suonando il campanello freneticamente.Un tonfo ed una corsa provenivano dall'interno,la porta si spalancò mostrando un Harry furioso.Aprì la bocca per parlare ma lo interruppi,spingendolo con tutta la forza in mio possesso,all'interno della casa,sentendo una presenza dietro di me.Corsi all'interno,sbattendo forte la porta,respiravo affannosamente,sentivo il cuore pompare forte come non mai,mi appoggiai alla porta,ma le ginocchia cedettero,facendomi cadere a terra,sfinito.

"Mi spieghi che cazzo ti salta in mente?!"mi sbraitò contro.

Lo sguardi mortificato,mentre lui tendeva la mascella e stringeva i pugni.

"Un uomo mi ha rincorso con un coltello,solo che oggi mi sono chiuso fuori e tu eri l'unico a cui sarei potuto rivolgermi"mimai nel panico.

La sua espressione diventò spaventata.

O-oh mio dio,L-louis"disse piano,accovacciandosi in ginocchio difronte a me.Prese piano il mio braccio,osservando il grande e profodo squarcio sul mio braccio.

"È-è stato lui?"balbettò,incastrando le sue iridi lucide,alle mie.

Annuii piano,intimorito dalla sua possibile reazione.

"Io lo uccido quello stronzo"sussurrò,spingendomi violentemente in un dolce abbraccio.

Mi strinse forte,accarezzando la mia schiena,mentre io appoggiavo il mento nell'incavo del suo collo.

"Mi dispiace così tanto"sussurrò.

"Di non averti protetto"continuò,solleticandomi il collo con i ricci morbidi,quando scosse la testa.

non dissi niente,facendomi cullare dolcemente,dalle sue forti braccia.

"Ora ti medico"disse prima di staccarsi con riluttanza.

Annuii guardandolo sparire su per le scale a chiocciola.

Mi guardai intorno,non avendo mai visto l'interno di casa sua;era piccola ma accogliente,da quanto vedevo.Qualche quadro e qualche foto erano appesi al muro,mentre mobili classici,decoravano la stanza.

"Eccomi"disse Harry,appena finito gli scalini.

Si accovacciò di nuovo davanti a me,prendendo la manica del maglione,prima di alzarlaQuasi fin sopra le spalle.Le sue pupille si dilatarono alla vista del taglio causato dal coltello.Bagnò l'ovatta con l'acqua ossigenata,prima di tamponarla sul mio braccio ferito.Strinsi gli occhi dal dolore,per non tirargli un pugno,mi sarebbe dispiaciuto farlo.

"Scusa"disse dispiaciuto.

Scossi la testa,per non farlo sentire in colpa,quando la suoneria di un telefono ci interruppe.Harry sbuffò,alzandosi in piedi,prima di sparire in cucina.

"Cosa?!"urlò.

"Va bene...Sì sì!Ok,a dopo.Sì,ciao"chiuse la chiamata tornando da me.

Si mise a sedere come se nulla fosse successo,doveva essere qualcosa di brutto ma importante.

"Sì lo è"disse tamponando l'ovatta sulla ferita.

"Cosa?"mimai confuso.

"Quello che hai pensato.È successa una cosa brutta ma importante"disse come se fosse la cosa più normale del mondo.

Annuii piano,cercando di non muovermi troppo.Finito mi alzai salutandolo.

"Manon ti eri chiuso fuori?"chiese quando aprì la porta.

"Sì,ma mi sono ricordato della chiave sotto lo zerbino"dissi sorridendo,salutandolo con la mano,prima di andarmene.

Silence (Larry)[punk Harry]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora