Capitolo 14

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Mi risvegliai dal sonno profondo in cui ero caduta, ero sopra la mia sedia a dondolo ma quello non era il giardino di casa mia dove ero finita mi trovavo in una grande distesa di verde con varie specie di fiori sparse qua e là erano bellissimi cerano tutti i colori immaginabili e possibili; si poteva sentire l’odore forte ma dolce di tutti quei fiori miscelati mi alzai dalla sedia e cominciai a girare intorno per capire dove mi trovavo.

Erano passati sì e no due minuti da quando mi trovavo in quel posto a me sconosciuto quando vidi qualcuno alzarsi dal prato era di spalle ma si poteva benissimo intuire che era un uomo gli corsi in contro urlandogli di girarsi, ubbidì ai miei richiami e si voltò…………No non era possibile cosa ci fa lui qui cosa vuole da me dopo che mi ha trattato in quel modo, pretende di poter  tornare come prima,si sbaglia di grosso perché io di sicuro posso essere molte cose ma non un giocattolo e di questo ne sono sicura al 100%.

Era sorridente ma il sorriso che aveva era un sorriso forzato uno di quelli che ti viene imposto da tua madre quando vengono degli ospiti e bisogna fare bella figura ;le sue spalle erano ricurve verso il basso come fosse stato appena picchiato la sua pelle era spenta e il suo sguardo era grigio diversamente dal solito, quando il suo sguardo caramellato scrutava qualunque cosa gli capitasse ad occhio mi avvicinai di più a lui e gli sussurrai :” perché? ti prego dimmi perché?” dissi dolcemente al suo orecchio ma lui sembrava indifferente come se il suo sguardo fosse intento a guardare un esorcismo ,gli accarezzai la spalla per farlo riprendere dal suo stato di shock quando vidi un macchia di sangue espandersi sulla maglia aderente al torace la macchia diventava sempre più grande misi la mia mano sopra e mi resi conto del fatto che sotto la sua maglia c’era una ferita che perdeva sangue alzai velocemente la maglia e cercai di fermare l’emorragia con quest’ultima ma i miei tentativi di fermare tutto ciò erano vani per il semplice motivo che il sangue continuava a sgorgare a fiumi finché  Justin non si inginocchio a terra per poi cadere definitivamente.

No non era vero tutto ciò era solo frutto della mia immaginazione Justin non poteva essere morto lui non poteva era lì di fronte a me privo di sensi pallido, lo sguardo spento e la pelle pallida come un cadavere, questo paragone ormai era inutile perché lui non era come un cadavere, era un cadavere.

Continuavo a scuoterlo per avere una sua reazione ma niente lui giaceva dentro una pozza di sangue in e io invece in una di lacrime e disperazione ; chiusi gli occhi sentendo ormai le mie forze svanire del tutto quando……..

Quello sguardo di caramelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora