Casa Smith

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- Hana, ho bisogno di te.
E' Sophie, mi agito un po' e in tale condizioni mi metto alla guida della moto rossa che mi ha comprato mamma qualche mese fa.
Non la uso spesso, anzi, quasi per niente. Ma è l'unico modo più veloce per arrivare a casa di Sophie.
Mi mette abbastanza ansia dover entrare a casa Smith, ma devo.
Suono il campanello e mi viene ad aprire con aria preoccupata.
H: Che succede?
S: Papà è ancora fuori casa, rilassati.
H: Si vede così tanto che sto in ansia?
S: Abbastanza. -ridacchia.
H: Allora?
S: Oggi ho parlato con mio padre, abbiamo parlato anche di Noah, e gli ho spiegato che io non ce l'ho con lui, di conseguenza non me ne sono andata per questo motivo, me ne sono andata per altri motivi che lui sa benissimo.
H: Tua mamma?
S: Mamma e papà si sono separati, non hanno mai voluto dirmelo, ma adesso che lo so sono più serena. Mia madre non stava bene con lui, ora ha un altro compagno ed è la prima volta che la vedo davvero felice... -racconta con le lacrime agli occhi.
H: Continua se vuoi... -le prendo la mano.
S: Mio padre le alzava le mani, ci sono state occasioni in cui l'ha anche violentata.
H: Oh Mio Dio...
S: Già... Siamo andate via per questo. -ormai piange definitivamente.
La tiro verso di me e le do un forte abbraccio.
Non è chissà che, ma è l'unico modo che ho per consolarla.
S: A me piaceva Israel. Mi piace ancora...
H: E' fidanzato. -sottolineo.
S: Lo so, lo so. -sorride.
H: So ch-
S: Non lo sai Hana, qualsiasi cosa tu stia per dire, non lo sai.
Rimaniamo pochi minuti in silenzio, fin quando lo sbattere della porta rovina il tutto.
E' il padre.
Appena mi vede, spalanca gli occhi e mi sorride maliziosamente.
Sophie va a salutarlo forzatamente e lui la stringe facendole male.
Prof Smith: Rimane con noi Spencer?
H: A cena intende?
Prof Smith: Anche. -dice chiudendo la porta a chiavi.
H: Io devo-
Prof Smith: Deve...? -si avvicina sempre più.
S: Rimane. -si mette in mezzo.
Andiamo in camera a passo abbastanza svelto e Sophie mi presta un suo pigiama.
Avviso mia madre e la tranquillizzo, più o meno.
Quest'uomo m'incute timore.
Siccome sono una testa di cazzo, torno in salone e lo trovo ad apparecchiare, mi avvicino e inizio a parlare senza sosta.
H: Voleva uccidere suoi simili quindi?
Sophie è sulla soglia della porta a sentire tutto.
Prof Smith: Da quando lei è amica di mia figlia?
H: Da quando condividiamo lo stesso pensiero.
Prof Smith: Sono un padre di merda, vero?
H: Un padre e un marito di merda. -correggo.
Prof Smith: Noah Centineo ha violentato mia figlia.
Sophie: Non proprio papà. Non come fai tu. -spunta dalle mie spalle.

Apro gli occhi e mi ritrovo a terra, accanto al divano sul quale è addormentato il prof.
Non ricordo assolutamente niente.
Mi ricordo fino alla frase di Sophie contro il padre.
Giro la testa verso destra e vedo Sophie a terra a bocca aperta, mi avvicino agitata e con poca conoscenza medica, le tocco il polso e per fortuna è ancora viva.
Provo a svegliarla e dopo tre tentativi apre finalmente gli occhi.
S: Cosa è successo?
H: Non lo so.
Si alza, spalanca gli occhi verso il padre e nota delle pasticche sul tavolo della cucina.

S: Hana...l'ha fatto davvero. -scoppia a piangere disperatamente.
Io più confusa di prima, cerco di aprire la porta e mi porto Sophie a casa di Noah.
E' la casa più vicina.
Suono insistentemente fino a svegliarlo definitivamente, ed entriamo piangendo.
N: Hana cazzo è successo?
Non rispondo, non ci riesco.
I singhiozzi sono fortissimi e il battito accelera sempre più.
N: Hana per favore, spiegami. Mi state facendo preoccupare.
Lo abbraccio fortissimo e gli do un dolce bacio.
Mi aspettavo un bacio più emozionante in circostanze più romantiche, ma va bene lo stesso.

S: Papà. -riesce a sussurrare.
N: Che ha fatto quel bastardo? -si altera.
H: Non lo so. -urlo.
S: C'erano delle pasticche sul tavolo, non ricordiamo niente.
N: Che cazzo ci facevi a casa sua? -si arrabbia.
S: L'ho chiamata io.
N: Perché cazzo l'hai chiamata? Sai benissimo che tuo padre ce l'ha con noi. Con tutti noi Sophie.
S: Lui violentava la mamma.
N: Cosa c'entra Hana con questa cosa?
S: Avevo bisogno di dirglielo, poteva servire come vendetta Noah.
N: Hana non c'entra.
H: Sono voluta andare io. -cerco di difenderla.
Mi continua a tenere stretta a lui, mentre Sophie è seduta sul divano a piangere.
Provo a consolarla ma Noah non mi libera.
N: Possiamo denunciarlo.
H: Finiremmo nella merda.
S: Non abbiamo prove.
N: Troveremo una soluzione, te lo prometto. - dice dandomi un bacio a stampo quasi dolce.


Te Lo Prometto // NOAH CENTINEODove le storie prendono vita. Scoprilo ora