ULTIMO GIORNO AL COLLEGE

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4 anni dopo...

Oggi è 1 giugno, questo significa che a partire dalle 15.00, iniziano ufficialmente le vacanze estive e sono ufficialmente laureata insieme al mio amico Alan Hill, un mio coetaneo, alto, capelli neri e occhi verdi, che frequenta le mie stesse lezioni con il quale ultimamente ho stretto una bella amicizia, non ha preso il posto delle mie vecchie amiche, Arya e Sidney, ma è comunque un buon amico.

Dove sono quelle due pazze?

Beh, si sono trasferite entrambe a New York, per il College.
Hanno promesso che dopo la laurea avrebbero passato le vacanze estive in California, ma ancora non hanno detto nulla.

A: Ehi bionda!

H: Alan come stai?

A: Agitato, tra un'ora ho la seduta...

H: Non dirlo a me, io ce l'ho alle 14.00, pensavo che la biblioteca fosse il posto giusto per ripetere ma mette un'ansia incredibile.

A: Ti ho vista dal giardino del College, sono corso a salvarti!

H: Ma grazie Superman. -rido.

X: Ragazzi silenzio.

Dopo il giusto rimprovero, usciamo a prendere aria e facciamo due chiacchiere prima della tempesta.

A: Come va con il tuo ragazzo?

H: Bene, avevamo pensato di prendere una casa insieme dopo il College, lui il lavoro ce l'ha, quindi sarebbe fattibile...

A: Ma...?

H: Ma non mi sento pronta, è presto, in fondo sono solo 6 anni...no?

A: Hana, non conta la quantità ma la qualità.

H: Che saggio! -sospiro- Ci penserò, ora pensiamo al fatto che... -guardo l'orologio. -Cazzo Alan sono le 11.00 sbrigati.

A: Speriamo bene.

H: Buona fortuna. -sorrido.

Mi sorride e corre dentro.

Mi siedo sull'unica panchina libera e nemmeno il tempo di sedermi che si avvicina una ragazza bellissima, con tratti unicamente spagnoli, che chiede se può sedersi.

H: Eres española, verdad? (Sei spagnola, vero?)

E: Sì, que lindo que sabes mi idioma. -sorride. - Yo soy Ester Lopez, mucho gusto. (Sì, che bello che sai la mia lingua. Io sono Ester Lopez, molto piacere)

H: Yo soy Hana Spencer. (Io sono Hana Spencer)

E: Si prefieres hablamos tu idioma. -mi propone. (Se preferisci parliamo la tua lingua)

H: Ok, forse è meglio. -ridacchio.

E: No, sai parlare molto bene la mia lingua...Però io devo imparare meglio la tua.

H: Giusto. Erasmus?

E: Sì, sono di Madrid. -aggiunge. - qui è tutto diverso. Adoro la California.

H: Sei del terzo, vero?

E: Sì, tu ti laurei oggi?

H: Da cosa l'hai capito? -ridacchio mostrandole la mia ansia.

Ride anche lei e dopo un po' riceve una telefonata, motivo per cui ha dovuto salutarmi.

Dopo 45 minuti Alan mi raggiunge tutto felice e mi abbraccia fortissimo, in quel preciso istante arriva Noah che si ingelosisce ma senza fare scenate.

N: Vuoi venire con me a pranzo prima della seduta?

H: Scusa Noah, ma preferisco restare qui. -dico agitata.

N: Ho un'ora di pausa dal lavoro, pensavo volessi passarla con me.

H: Non oggi, scusa...

N: Hai ragione, allora, buona fortuna piccola. -sorride. - La affido a te amico. -da uno schiaffo amichevole sulla spalla di Alan.

A: E' in buone mani.

Passate le infinite due ore di attesa, entro nell'aula in cui si tengono le sedute, saluto i professori ed inizio ad esporre la mia tesi di laurea, ogni tanto vengo interrotta da qualche domanda a cui fortunatamente so rispondere e dopo 50 minuti sono fuori, ufficialmente laureata con 110, come Alan. Corro ad abbracciarlo, mi prende in braccio e mi fa girare come una trottola.

E: Dalla vostra felicità deduco che ce l'avete fatta. -si avvicina la spagnola.

A: Hai conosciuto la mia ragazza? -mi chiede confuso.

Io ancora più confusa di lui riesco solamente a fare "si" con la testa.

E: E' lei la famosa Hana?

A: Sì.

H: Perché non sapevo nulla?

A: E' successo due mesi fa, volevo aspettare, però ormai è andata così. -ridacchia.

E: Andiamo a festeggiare amore? -gli chiede sorridente.

A: Sì, Hana vieni con noi?

Ester mi manda uno sguardo minaccioso, percepisco il messaggio e rifiuto l'invito.
E' una bellissima ragazza, fisico perfetto, viso perfetto, accento strano ma bello, ma non pensavo fosse il genere di Hill.

Torno a casa, festeggio con mamma e il Signor Broussard che chiamerò sempre così, poi mi dirigo in camera mia, superando la stanza di Israel chiusa a chiave, fisso per un po' la porta marrone e successivamente apro quella della mia stanza, sul letto trovo un pacco abbastanza grande infiocchettato, lo apro curiosa e trovo un vestito lungo rosso con uno spacco laterale e una lettera da parte di Noah:

"Scusa se non sono potuto esserci fisicamente stamattina,

ma sai benissimo che sono stati lì con il cuore e con la mente,

sono sicuro che avrai spaccato tutto e avrai fatto vedere chi è Hana Spencer,

la stessa Hana che amo immensamente tanto.

Per questo oggi recuperiamo in un ristorante italiano a Venice Beach,

così assapori un po' di estate.

Ps. Indossa il vestito, alle 20.00 sono da te.

- Tuo, Noah. "

Te Lo Prometto // NOAH CENTINEODove le storie prendono vita. Scoprilo ora