CAPITOLO -24-

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POV (T/n)

Riuscii solamente dopo un po' di tempo ad aprire gli occhi, in seguito a quella luce accecante. Li stropicciai e mi guardai intorno: tutto sembrava essere davvero tornato alla normalità. Mi alzai a fatica dalla sedia e frastornato/a ancora dall'accaduto, mi massaggiai la testa e guardai lo schermo del computer. Ora sembrava davvero essersi rotto.

-Cavolo....- mormorai guardandolo e dando alcuni colpetti sullo schermo.

"Chissà cos'è successo... sono curioso/a... potrei provare a portarlo dal  tecnico che si trova poco distante da qui..." pensai prendendo il portatile e scendendo le scale.

Appena arrivai nell'atrio, notai che i miei genitori non c'erano. Presi al volo la mia giacca e feci per uscire, ma poco prima che potessi aprire la porta, vidi che la polizia si trovava proprio davanti a casa mia.

"Accidenti... perché si trovano qui?" pensai dirigendomi rapidamente e senza fare troppo rumore, fino alla porta sul retro. Uscii e scavalcando il recinto che delimitava il mio giardino, alzai il cappuccio per non dare troppo nell' occhio

Con il computer sottobraccio, iniziai a camminare rapidamente verso il negozio di elettronica che si trovava a circa un chilometro da casa mia. Mi continuavo a guardare ansiosamente attorno fino a che, con mia sorpresa, notai dei fogli appesi con lo scotch su vari pali della luce e lampioni: erano avvisi di smarrimento.

Siccome durante il mio tragitto ne vidi molti, mi fermai qualche secondo a leggerne uno:

Xxxxx Xxxxxxxx: ragazza di 12 anni, scomparsa il giorno XX/XX per ragioni sconosciute nella sua camera. In caso di ritrovamento contattare XXXXXXXXXX

"Forse è per questo che vari poliziotti si erano stanziati proprio davanti a casa mia..." pensai accellerando il passo e continuando a leggere vari poster, notando che sembravano tutti riguardare adolescenti o bambini scomparsi per ragioni ignote e parevano essere spariti tutti lo stesso identico giorno.

"Potrebbero essere gli umani che ho incontrato nella schermata di salvataggio..." pensai prendendo al volo una penna ed un foglietto dalla mia tasca.

Mi annotai rapidamente alcuni numeri di telefono per magari ricontattarli in futuro e continuai a camminare a passo svelto.

Fortunatamente, per tutto il percorso, nessuno sembrava avermi riconosciuto e con facilità raggiunsi il negozio.

Sospirai ed entrando salutai il negoziante – Ciao Max!- dissi chiudendomi la porta alle spalle.

Il vecchio signore, immerso come a suo solito in un computer, appena mi vide fu sorpreso e si alzò dalla sua sedia girevole guardandomi attentamente -Oh, (T/n)! Stai bene? Ho letto gli annunci!-

Mi morsi il labbro e cercai di sviare l'argomento -Sì lo so, ma ora sto bene. Comunque c'è una cosa urgente per la quale avrei bisogno del tuo aiuto...- dissi mostrando il mio portatile ormai andato.

Sistemandosi gli occhiali e analizzandolo me lo prese e portandolo al suo banco da lavoro, prese un piccolo cacciavite e togliendo le viti, guardò i circuiti. 

-E' molto danneggiato?- domandai guardandolo mentre cercava un attrezzo nella sua fidata valigetta.

Lui sospirando, appoggiò il cacciavite e sorridendomi mi spiegò – Al dire il vero, tutto sembra funzionare per il meglio, ma sembra che una potente scarica di energia gli abbia provocato un cortocircuito- disse lui grattandosi i folti capelli bianchi.

-Anche la memoria è andata!?- domandai spaventato/a al pensiero di non riuscire ad accedere più ad Undertale.

Lui mi guardò stupito ma poi alzandosi, continuò a parlare -Non è necessario rimuovere il disco rigido- mi rassicurò lui appoggiandomi una mano sulla spalla.

Io ricambiai, per poi iniziare a borbottare parole senza senso – A-aspetta... tutto questo quanto c-costa!?- domandai spaventato/a.

Lui prese un foglio e scrivendo alcuni appunti mi rispose -A conti fatti... sono centotrenta euro...-

Mi sentii mancare.

Le gambe barcollavano e non riuscivano a tenermi in piedi.

Però proprio quando la disperazione era diventata insostenibile sia per me, che per il mio portafoglio, Max mi sorrise – Ma per stavolta ti farò un incredibile ed imperdibile sconto del 75%-

Io lo guardai con occhi illuminati dalla speranza e quasi sul punto di saltargli addosso gli domandai – Come mai?-

Lui grattandosi i grandi baffi bianchi, mi rispose – Consideralo un favore... non ti preoccupare, puoi darmi i soldi appena potrai-

Io sorrisi felice annuendo, ma prima che potessi ringraziarlo, lui continuò a parlarmi -...ma cosa ti è successo in questi tre giorni? Anche i tuoi genitori sono venuti qua da me per chiedermi se sapevo dove fossi andato/a a cacciarti-

Io abbassai lo sguardo e iniziai a rigirarmi le dita ansiosamente, siccome se gli avessi raccontato la verità, mi avrebbe di sicuro dato per pazzo/a.

A corto di parole e idee pensai alla prima scusa che mi passò per la mente -N-non me lo ricordo... tutte le cose che sono successe nemmeno qualche giorno fa, sono molto confuse...-

Max mi guardò sorpreso, forse perchè non si aspettava una risposta del genere o forse perchè non se l'era bevuta.

-Quindi come una qualche sottospecie di amnesia?- chiese lui perplesso

Io annuii leggermente.

-Mmm...curioso...- disse lui tornando al suo posto di lavoro - ...comunque per il tuo portatile, torna tra qualche giorno-

Io, ringraziandolo, uscii dal negozio e tornai a casa mia, dove incontrai mia madre, che appena mi vide, mi abbracciò senza pensarci nemmeno un secondo, con le lacrime agli occhi.

I miei genitori e la polizia mi tempestarono di domande su dove fossi finito/a e cosa mi fosse successo, ma io risposi di non riuscire a ricordarmi nulla.

Siccome anche gli altri bambini avevano raccontato bugie oppure avevano finto di avere un amnesia, la polizia non riuscì mai a capire cosa fosse veramente accaduto ed il caso finì per essere insabbiato e dimenticato negli archivi e per i ragazzi scomparsi nel videogioco, nessuno scoprì mai la tragica fine a cui erano andati contro.

Cos'è successo poi?

Quando tornai da Max, ritirai il mio portatile e quando ero sicuro/a che nessuno avrebbe potuto infastidirmi, accesi il computer.

Tutto sembrava funzionare correttamente e quando arrivai alla schermata principale, spostai il mouse sull'icona di Undertale e provai a cliccarla.

Il desktop divenne completamente nero, anche se non lo avevo messo a schermo intero e sembrava non succedere nulla.

O almeno così mi era sembrato...

Dopo qualche minuto, sullo schermo del computer, notai apparire uno scheletro fin troppo familiare: Ink!

-Se stai leggendo questo messaggio che ti ho lasciato, vuol dire che ce l'hai davvero fatta a salvare Undertale. Come te, anche gli altri umani sono potuti tornare nella realtà e i mostri sono salvi. Questo.... lo dobbiamo a voi-

Notai lo scheletro sorridere leggermente.

-Anche se voi ci avete torturato e continuerete a farlo, almeno oggi avete messo da parte il vostro desiderio di curiosità... quel che è appena successo forse non cambierà nulla nelle vostre vite, ma nelle nostre sì... abbiamo ancora un futuro da poter guardare, che questo sia bello o no...-

Ink si mise a sorridere felice

-Grazie infinitamente per aver protetto ciò a cui tengo di più e spero che ogni giorno, voi continuiate a creare nuovi universi alternativi.

DA PARTE DI TUTTO IL MULTIVERSO DI UNDERTALE, VI RINGRAZIO DI CUORE-

Il pittore poi prese il suo pennello e creando una portale di vernice se ne andò.

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